Un regolamento comunale relativo alle banche, con le quali avere rapporti finanziari, favorendo gli istituti di credito che non abbiano effettuato transazioni bancarie in materia di esportazione, importazione e transito di materiale di armamento, e penalizzando quindi quelle banche che offrono i propri servizi e servono come appoggio al commercio delle armi verso quei paesi, a cui non dovrebbero essere esportate, in base ai principi e al dettato della legge 185 del 1990, cioè in particolare paesi dittatoriali o in guerra.
E' quanto chiede una mozione presentata da Ornella De Zordo, capogruppo de "Unaltracittà/unaltromondo", e approvata questo pomeriggio dal consiglio comunale «con un voto che ha visto concordi tutti i consiglieri di centrosinistra e di sinistra alternativa». «La mozione originaria, frutto di un lavoro condiviso con i gruppi consiliari del centrosinistra - ha spiegato Ornella De Zordo - ha accolto un emendamento del consigliere Malavolti che amplia la scelta dei criteri etici includendo la sostenibilità ambientale, il rispetto dello statuto dei lavoratori, le norme antiriciclaggio.
Con il futuro regolamento - ha concluso la capogruppo di "Unaltracittà/unaltromondo" - Firenze si pone, in Italia, come punto di riferimento avanzato rispetto al rapporto fra finanza etica e istituzioni». Alla De Zordo risponde Razzanelli (UDC): «Non è compito del consiglio comunale stabilire i criteri in base ai quali operare con le banche. Comunque, qualora rientrasse nelle nostre competenze - ha spiegato Razzenelli - occorrerebbe puntualizzare, in maniera precisa, quali sono le condizioni, specialmente temporali, che posso escludere certe banche piuttosto che altre.
Così come la mozione è posta, gli organi amministrativi del Comune potrebbero, teoricamente, escludere una banca, che ha avuto transazioni su materiale di armamenti anche dieci anni fa. Si tratta, dunque, di una mozione demagogica: su tale questione le competenze spettano allo Stato». «Pensiamo, piuttosto, all'eticità che ci tocca da vicino - ha concluso il capogruppo dell'UDC - l'amministrazione comunale, ad esempio, spende 330 miliardi di vecchie lire per la linea 1 della tranvia che ferma all'Ipercoop di San Lorenzo a Greve invece che all'ospedale di Torregalli»(mr)