«Sono molto preoccupato per il silenzio che fa seguito all'appello di pochi giorni fa del sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale di Firenze, Giorgio Van Straten, sulla situazione economica difficilissima che sta vivendo il teatro, nonostante gli sforzi fatti per ridurre i danni». Lo ha detto il presidente della commissione cultura Dario Nardella secondo il quale «probabilmente la città non comprende ancora il grave quadro che stiamo vivendo a causa dei drastici tagli operati dal governo e, soprattutto, di quelli che arriveranno in futuro nella finanziaria per il 2005».
«Le difficoltà di gestione del teatro comunale e del Maggio Musicale Fiorentino - ha aggiunto Nardella - non possono ridursi solo ad un problema sindacale interno, che pure dovrà risolversi attraverso un confronto sereno e responsabile, ma riguarda lo sviluppo culturale, economico e turistico complessivo della città e della regione. Il processo di privatizzazione avviato in Italia con la trasformazione degli enti lirici in Fondazioni di diritto privato non ha dato i successi sperati, con la sola eccezione della Scala di Milano: il punto è che accanto ad una riforma dell'ordinamento dei Teatri d'opera occorre anche un cambio di mentalità e di metodi nel rapporto tra pubblico e privato e tra la città e il teatro che ancora tarda ad arrivare.
Per questo - ha concluso il presidente della commissione cultura - mi auguro che le categorie economiche di Firenze e della Toscana si facciano sentire e si adoperino, insieme alle istituzioni pubbliche, alle istituzioni culturali, al mondo della scuola e dell'università a creare una vera e propria rete di solidarietà e sviluppo intorno alla Fondazione del Maggio. Non si tratta di realizzare un intervento di assistenzialismo, ma di dare vita ad un patto delle forze attive della città, sindacati inclusi, per mantenere il teatro ai massimi livelli che oggi ha raggiunto.
Se le istituzioni pubbliche e private non interverranno in modo corale e tempestivo, assisteremo ad un declino lento di questa istituzione e sarà troppo tardi per pentirsene».(mr)