Il futuro della coalizione di centro sinistra, le possibilità di intese bipartisan con il centro destra sulle riforme istituzionali, il prossimo congresso dei Ds. Questi i temi trattati lunedì sera alla Festa Regionale dell'Unità, in svolgimento a Grosseto. Luciano Violante, presidente dei deputati Ds, ha risposto alle domande del pubblico e di Goffredo De Marchis, giornalista di Repubblica, stimolato e a volte coadiuvato nelle risposte da Paolo Cocchi, capogruppo Ds in Consiglio Regionale, e da Maurizio Gazzarri, responsabile organizzazione Ds Toscana.
“Nonostante i danni del governo Berlusconi siano sotto gli occhi di tutti – è intervenuto Violante – circa il 50% degli elettori continua a votare per il centrodestra. Dobbiamo chiederci cosa possa accadere per il dopo Berlusconi, in particolare dopo le prossime regionali. Se il centrodestra dovesse vincere, Berlusconi proverà a candidarsi a Capo dello Stato”. “La devolution è il passaggio di poteri dallo stato alle regioni – ha continuato Violante – ed ha un costo assai elevatto.
Secondo stime di un'autorevole istituzione, le tasse aumenteranno dal 5% al 10%, secondo le areee geografiche. In ogni caso la riforma è confusa, non sono chiari i poteri di Camera e Senato e quest'ultimo rischia di diventare un'oligarchia. La riforma federalista del centro sinistra non aveva costi per i cittadini e fu concertata con tutte le forze politiche e i presidenti delle regioni, e solo all'ultimo momento il centrodestra si tirò indietro. La devolution del centrodestra non è stata concertata con nessuno, non ci hanno mai ascoltato e sono divisi al loro interno: il centrodestra ha presentato 300 mozioni di cambiamento del testo, il centro sinistra solo 100.
Per trovare un accordo, il Ministro per le Riforme ha chiesto incontri riservati con il centro sinistra, ma noi vogliamo incontri pubblici, aperti a cittadini e giornalisti”. “La riforma delle pensioni voluta dal centrodestra – ha sottolineato Violante – serve solo a tappare i buchi creati da Tremonti, lo stato sociale deve garantire il diritto dei lavoratori alla pensione, i giovani che entrano adesso sul mercato del lavoro non devono pagare quella dei loro padri e nonni”. “La lotta al terrorismo – ha spiegato ancora Violante – si vince con l'isolamento politico, l'integrazione della Turchia nell'Unione Europea aiuterà la diffusione dei valori democratici, la futura area di libero scambio del Mediterraneo, prevista per il 2010, favorirà la libera circolazione di idee e persone, ma soprattutto è necessario lottare contro la povertà, l'Europa è il continente con il più alto livello di giustizia sociale.
Fra Usa e Russia c'è un patto di omertà su Irak e Cecenia”. “Le divisioni di Pesaro sono superate – ha spiegato Violante a proposito del prossimo congresso Ds – ma è necessario un congresso a mozioni per evitare che le tesi creino ambiguità. Le mozioni stabiliranno una direzione politica chiara, le idee principali di riferimento, la mozione che avrà la maggioranza guiderà il partito. Con le tesi è più facile che si faccia confusione e non esca una maggioranza chiara. Non abbiamo paura di divisioni, in politica le differenza non devono creare spaccature”.
“Nel 1996 con Rifondazione ci fu solo un patto di desistenza – ha detto ancora Violante – adesso con Bertinotti c'è un patto per governare insieme con Prc nel governo. Prodi ha lanciato l'idea delle primarie ed io sono favorevole, il candidato premier non può essere deciso solo da un comitato ristretto o da assemblee di eletti, ma ci vuole un coinvolgimento più ampio. Nei Ds, molti giovani fra i 30 ed i 40 anni già occupano posti di dirigente o sono eletti in vari ruoli. Il principio di laicità dello stato è irrinunciabile – ha chiarito a proposito dei referendum sulla procreazione assistita - lo stato non deve andare a letto con le persone”.
“Dobbiamo costruire un'offerta chiara per il dopo Berlusconi – ha dichiarato Cocchi – ed i Ds, la forza più grande della coalizione, hanno le maggiori responsabilità. Il congresso a mozioni consente di fare chiarezza sulla linea politica, le mozioni non sono superate e non devono dividere il partito. Nei partiti esiste un problema di ricambio generazionale, ma nei Ds molti trentenni occupano posti di rilievo”.