Il Comune di Firenze si mobilita per i bambini di Beslam e contro il terrorismo. La prima iniziativa è per stasera: il Gonfalone della città parteciperà alla fiaccolata organizzata a Roma con una delegazione guidata dalla consigliera comunale Susanna Agostini. Per domani, festa della Rificolona, l'invito del sindaco Domenici è quello di dedicare le fiammelle delle lanterne alle piccole vittime, in una giornata che per i bimbi deve restare comunque di festa; inoltre per l'occasione Palazzo Vecchio sarà illuminato dalle torce.
Il Comune ha poi offerto la propria disponibilità ad accogliere e seguire gruppi di bambini scampati alla strage per un periodo di vacanza da trascorrere a Firenze, incontrando i coetanei fiorentini e con il sostegno psicologico da parte del personale specializzato. Da sabato prossimo, giorno del terzo anniversario dell'attentato alle Torri gemelle, la Sala d'Arme di Palazzo Vecchio ospiterà per tre giorni una installazione multimediale per ricordare tutte le vittime del terrorismo, attraverso immagini che dall'11 settembre arrivano fino a quest'ultima terribile strage.
Lunedì 13 parte del consiglio comunale sarà dedicato a commemorare le vittime.
Infine, per il primo giorno di scuola, sempre il 13 settembre, l'idea è quella di distribuire migliaia di piccoli fiocchi colorati da appuntare sugli abiti di studenti e insegnanti, in segno di ricordo e di solidarietà.
Ecco il testo della lettera aperta del sindaco Leonardo Domenici, in occasione del ricordo delle piccole vittime di Beslam.
"I bambini sono gioia. Sono vita. Noi cerchiamo di proteggerli, di difenderli, di farli crescere sereni e sani, al sicuro.
E quando ci sono occasioni di festa, facciamo del nostro meglio perché possano stare insieme e possano essere felici, perché è un loro diritto. La Rificolona è una di queste occasioni: una festa tradizionale della nostra città, con le strade illuminate da migliaia di piccole luci variopinte, che i bimbi fiorentini portano orgogliosamente con sé in mezzo a musica ed allegria. Quest'anno la Rificolona cade a pochi giorni di distanza dalla spaventosa tragedia di Beslam. Da quelle immagini che si stenta ad accettare, a cui è perfino difficile credere; orrenda scelta di un terrorismo senza limiti né confini che assume forme e metodi sempre più insopportabili ed estremi, che nega la stessa umanità colpendone il volto più innocente, e lascia una scia di sangue che dall'11 settembre arriva fino ad oggi, anche attraverso stragi già dimenticate: come quella che solo poche settimane fa ha causato la morte di 22 ragazzini indiani, dilaniati da una bomba a scuola.
Penso che in questi giorni ciascuno di noi, anche se solo per un breve istante, si sia rispecchiato negli occhi dei bimbi di Beslam, abbia condiviso il grido dei genitori disperati ed abbia pensato ai propri, di bambini, provando l'abisso di quello strazio. E che sia poi tornato alla sua quotidiana realtà con innegabile sollievo, ma anche con una nuova dolorosa inquietudine, cercando i modi per manifestare una solidarietà ed una sofferenza autenticamente partecipate. E ora sembra difficile, quasi irrispettoso pensare di fare festa, suonare cantare e portare in alto le nostre lanterne come se nulla fosse avvenuto.
Ma io sono convinto che sarebbe ingiusto e profondamente sbagliato cancellare o trasformare la nostra Rificolona, che è una festa di bambini e per i bambini. Naturalmente dobbiamo tutti impegnarci ad aiutare Beslam a superare l'orrore e a ricostruire ciò che è stato distrutto, non solo materialmente: c'è la disponibilità dell'ospedale Meyer per curare i piccoli feriti, c'è quella del Comune per ospitare quelli feriti nell'anima, stanno partendo sottoscrizioni per gli aiuti, ci saranno iniziative nelle scuole e momenti di partecipazione istituzionale; anche in Palazzo Vecchio, che in questi giorni sarà simbolicamente illuminato dalle torce.
Ma domani sera, alla festa della Rificolona, lasciamo scorrere liberamente la gioia dei bambini. E pensiamo che ogni fiammella sia accesa e splenda per i piccoli di Beslam, e che ogni momento di felicità dei nostri figli sia dedicato anche a loro. Credo che per onorare la loro memoria non ci sia modo più autentico e vero".