Mercoledì 8 settembre, in occasione della festa cittadina della "Sacra Cintola", gli spazi espositivi del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, come di consueto, saranno aperti con ingresso gratuito dalle 10.00 alle 19.00.
Il pubblico potrà visitare, nelle sale al primo piano, la prima mostra retrospettiva del fotografo Massimo Vitali e proseguire la visita con le opere della Collezione Permanente, attraverso il percorso che dalle sale espositive conduce allo "Spazio Due" sotto il teatro all'aperto e allo "Spazio Uno" sotto l'Art Hotel.
La mostra di Vitali, curata da Stefano Pezzato e Daniel Soutif, ripercorre l’intera produzione dell’artista dal 1995 ad oggi, attraverso 40 fotografie di grande formato, suddivise per tipologie e dominanti cromatiche: il blu della costa tirrenica, il rosso nell’affollata spiaggia di Riccione, il verde nei giardini del Luxembourg a Parigi, il nero delle feste notturne in spiaggia o in discoteca.
Come scrive Giovanna Calvenzi nel libro Massimo Vitali Fotografo: "Vitali ha registrato uno spaccato reale-irreale di vita comune fatto di luoghi, di corpi, di gesti, di comportamenti, dove il lettore, nella semplice complessità dell'immagine, può ricostruire trame e racconti, relazioni umane e relazioni fra l'uomo e la natura, riflessioni sullo sfruttamento insensansato delle coste o sull'inesatezza del turismo di massa.
La realtà non è mai univoca e molte e diverse possono esserne le riletture, come ci aveva a suo tempo insegnato Pirandello. L'osservatore, guardando le immagini di Vitali, può inventarsi di essere quello che il fotografo non ha voluto essere: urbanista sociologo, antropologo, entomologo".
Il libro Massimo Vitali Fotografo, in vendita al bookshop (16,00 €), raccoglie testi di Jon Bird, Giovanna Calvenzi, Tamara Garb, Stefano Pezzato, Daniel Soutif, Desdemona Ventroni e rappresenta il primo volume della nuova collana "TRA ART museo", pubblicata in coedizione con "TRA ART rete regionale per l'arte contemporanea" e dedicata ad artisti attivi nella regione.
Ricordiamo che l'evento è promosso da Comune di Prato, Cariprato S.p.A., Famiglia Pecci, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Unione Industriale Pratese; con il sostegno di Consiag S.p.A., Regione Toscana, Provincia di Prato; con la collaborazione di "TRA ART rete regionale per l'arte contemporanea", Unicoop Firenze.
Nelle sale espositive, a seguire la personale Vitali, il visitatore potrà vedere una selezione di opere della Collezione Permanente realizzate da artisti internazionali come Vito Acconci, Jan Fabre, Lucio Fontana, Anish Kapoor, Willi Kopf, Piero Manzoni, Liliana Moro, Panamarenko, Anne & Patrick Poirier, Erwin Wurm.
Il percorso si apre con l’installazione degli artisti Anne e Patrick Poirier, Journal de terres et d’humeur, 1994: circa ottocento disegni (esposti circa 500) realizzati attraverso la mescolanza di pigmenti naturali su carta.
Con Here and There,1987 Anish Kapoor dà forma alla roccia scavata, esaltandone le qualità della materia tufacea, ma facendo affiorare, attraverso l’uso del pigmento blu oltremare, una poesia che trascende la sua forte presenza fisica.
Nella seconda parte della sala appaiono al centro come totem i tre elementi essenziali che compongono l’opera in legno industriale di Willi Kopf Homogen Platten, realizzata nel 1988.
Il confronto tra diversi linguaggi prosegue nella sala che ospita le opere di Lucio Fontana Concetto Spaziale, 1965 e Concetto Spaziale, 1967 e Merda d’artista di Piero Manzoni (edizione n.49 della serie, realizzata nel 1961), entrate recentemente in Collezione e provenienti dalla collezione di Giovanni Nesti.
La penultima sala della mostra è occupata dall’opera di Liliana Moro Favilla, 1991 e da Metamorphoses, una serie di dieci disegni realizzati da Jan Fabre nel 1979.
A seguire, nell'ultima sala, il lavoro di Vito Acconci Multibed # 1, realizzato nel 1992 quando gli fu dedicata una mostra personale ed infine le opere di Panamarenko ed Erwin Wurm, rispettivamente Panama,1996 e Tank, 1987.
La mostra dedicata alla Collezione Permanente e curata da Samuel-Fuyumi Namioka prosegue nello "Spazio Due" con le opere di Loris Cecchini, Vittorio Corsini, Sandra Tomboloni.
Di Loris Cecchini è presentata la scultura Stage evidence del 2001 ed entrata nella Collezione nel 2002 grazie ad un prestito a lungo termine dell'Associazione Amici del Museo Pecci. Le soft sculptures (in questo caso una serie di sedie da cinema realizzate in gomma) si sviluppano nello spazio, modificando nello spettatore la percezione dell’ambiente.
Il lavoro di Vittorio Corsini è testimoniato dall'opera Radici,1993. Nove elementi in vetro blu, le cui estremità superiori, terminanti con una punta sottile, sono avvolte in un nastro di gomma.
Ogni “radice” sembra pronta ad incidere, a scalfire e penetrare la natura delle cose e la parete su cui sono sospese.
La Cucina rosa, il Frigorifero rosso e la Lavatrice gialla sono le tre opere in mostra di Sandra Tomboloni (realizzate nel 2000 ed entrate nella Collezione nello stesso anno come donazione della Galleria Biagiotti Arte Contemporanea di Firenze). L’uso del pongo, materia prediletta dall'artista, conferisce agli oggetti di uso comune un aspetto ludico, permettendo loro di essere espressione di una realtà altra, accesso per il fruitore a scenari onirici che richiamano i ricordi dell'infanzia.
Nello "Spazio Uno" della Collezione, sotto l'Art Hotel, sono tuttora esposti i lavori che furono presentati in occasione della riapertura del Centro, realizzati da Marco Bagnoli, Alighiero Boetti, Enzo Cucchi, Piero Gilardi, Svetlana Kopystiansky, Jannis Kounellis, Mario Merz, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori, Gilberto Zorio.
Tutti artisti di livello internazionale, alcuni dei quali rappresentano le correnti artistiche dell'Arte Povera e della Transavanguardia.