Da molti anni, a partire dalla legge di riforma della caccia del 1992, è stato posto un inizio inderogabile alle attività venatorie, quello della terza domenica di settembre, il momento uguale per tutti per iniziare a sparare alla fauna selvatica. Ma siamo in Italia, l’Europa sembra ancora una ipotesi astratta, sono state dunque inventate alcune deroghe e la Regione Toscana da diversi anni ha iniziato ad autorizzare la caccia nei giorni fra la prima domenica di settembre e l’inizio ufficiale della terza domenica, in contrasto con l’opinione delle associazioni ambientaliste ed i pareri espressi dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.
Anche quest’anno, come è già avvenuto in passato, la Giunta Regionale Toscana ha approvato l’apertura anticipata della caccia ai primi di settembre: si potrà quindi sparare mercoledì primo e domenica cinque settembre a tortore, merli, colombacci, alzavole, germani e marzaiole.
Particolarmente grave la possibilità di sparare agli anatidi (alzavole, germani e marzaiole), in quanto non sono ancora giunti i contingenti migratori dal nord e quindi tutto il prelievo viene a ricadere sulle poche coppie nidificanti nei nostri territori, ovvero sugli individui più ‘preziosi’ per il nostro patrimonio faunistico; inoltre parte delle anatre femmine non ha ancora completato la muta con conseguenti difficoltà di volo.
Nelle due giornate si potrà sparare solo da appostamento fisso o temporaneo a tortore, merli, colombacci, alzavole, germani e marzaioli, salvo deroghe dell’ultim’ora da parte della Regione per altre specie.
Il carniere massimo ammesso è di 10 tortore, 4 merli, 5 colombacci, 4 fra alzavole, germani e marzaiole.
La distanza minima tra appostamenti temporanei è fissata in 80 metri. I titolari di appostamento fisso sono tenuti ad esibire agli incaricati della vigilanza l’autorizzazione all’impianto, unitamente alla conferma di validità dell’anno in corso con il versamento aggiornato della tassa di concessione regionale.
È vietato, per l’installazione degli appostamenti temporanei, utilizzare materiale fresco proveniente da colture arboree sia agricole che forestali e da piante destinate alla produzione agricola.
Può essere utilizzata vegetazione spontanea, esclusivamente arbustiva o erbacea, appartenente a specie non tutelate.
Gli appostamenti temporanei devono essere rimossi a cura dei fruitori al momento dell’abbandono e comunque al termine della giornata venatoria. Gli appostamenti temporanei possono essere installati un’ora prima dell’orario di caccia (che va da un’ora prima del sorgere del sole al tramonto).
L’accesso agli appostamenti è consentito solo con il fucile smontato o racchiuso in idoneo involucro e scarico.
Il cacciatore è tenuto alla raccolta dei bossoli delle cartucce sparate.
In vista delle preaperture l’assessore provinciale alla caccia, Luigi Nigi, rinnova l’invito ai cacciatori ad osservare scrupolosamente le regole del calendario venatorio ed a mantenere la massima attenzione all’ambiente e alla propria ed altrui incolumità.
Preaperture a parte, l’apertura vera e propria della caccia è fissata per il 19 settembre, con le modalità fissate dai calendari venatori regionale e provinciale.
"Ancora una volta i gestori della Pubblica Amministrazione -commenta Guido Scoccianti del WWF- responsabili della conservazione del nostro patrimonio faunistico, hanno deciso di ignorare le indicazioni della scienza e del buonsenso, assecondando i desideri e le smanie del mondo venatorio".
Per tutto questo il WWF si dichiara ancora fermamente contrario all’apertura anticipata della caccia e chiede ai nostri Amministratori regionali e provinciali di iniziare un decisa politica di tutela della fauna selvatica, invertendo la tendenza negativa degli ultimi anni.