Cara ripresa, cosa non si farebbe per te. Come smettere di andare in ferie ad agosto, ad esempio. E così qualche impresa artigiana, approfittando del rientro di un po’ di lavoro dell’ultimo periodo, ci ha pensato due volte prima di tirare giù il bandone la prima settimana di agosto.
È il caso della Filatura Luna di cui la titolare (nonché presidente della categoria dei filatori di Confartigianato Prato), Patrizia Manetti, spiega: “Effettivamente, da un paio di mesi a questa parte, stiamo constatando un aumento degli ordini di lavoro con una copertura fino al 15 settembre.
Fatto che c’induce a ricorrere a forme di contratto stagionale per garantire un turn over di personale anche ad agosto”.
E pensare che un anno fa c’era chi chiudeva per un mese intero perché mancava il lavoro. “Dobbiamo accontentare tutti i clienti, per questo abbiamo deciso di tenere aperto la prima settimana di agosto e gli ultimi giorni del mese”, fa sapere Moreno Vignolini, presidente dei torcitori di Confartigianato.
Insomma, per gli artigiani dell’area moda conto terzi, prima il dovere poi il piacere.
Ne sa qualcosa la tessitura di Massimo Meoni che ha deciso di posticipare di qualche giorno l’inizio delle ferie per far fronte a tutte le richieste, anche se il titolare avverte: “Nell’ultima settimana – spiega Meoni - abbiamo registrato un lieve rallentamento del lavoro, motivo in più per essere cauti in vista di settembre. La realtà è che stiamo assistendo a una ripresa con caratteristiche a macchia di leopardo, a beneficio di alcuni settori della filiera”.
La situazione congiunturale del momento non è tuttavia uguale per tutti e in alcuni casi si devono fare i conti con la cassa integrazione dei dipendenti cui si è ricorsi nei difficili tempi passati.
È il caso della tessitura Renzo Stoppioni, dove, ad esempio, “non c’è motivo di tenere aperto ad agosto”, dice il titolare. “La ditta deve fare i conti con gli operai in ferie e con quelli in cassa integrazione, tenendo conto che, a suo tempo, avevamo sfruttato già il periodo di ferie invernali per rifarci sulla quantità di lavoro in più”.
Insomma, negli ambienti del conto terzi, tira aria di “ripresina”, ma occhio a non cantare vittoria: “Lavoro non significa reddito – ricorda Enzo Lucchesi, responsabile dell’Area moda di Confartigianato Prato – e la speranza è che, a settembre, dia i suoi frutti il tavolo di lavoro promosso insieme alla Camera di Commercio per avviare un confronto tra categorie artigiane e industriali”.