La vicenda del parcheggio Scaf di via del Sansovino realizzato dopo un esproprio di un terreno e sulla quale la procura ha aperto una inchiesta, è al centro di una interrogazione urgente presentata dal consigliere di Alleanza Nazionale Jacopo Cellai. «La Edilvama srl, proprietaria fino al 1998 di terreni in via del Sansovino - scrive Cellai - aveva nel tempo presentato vari progetti per la costruzione di strutture residenziali che comprendevano anche quelli di vari posti auto e di spazi verdi.
Questi progetti venivano regolarmente rigettati dal Comune. Di contro l'amministrazione ne approvava uno per la realizzazione di un parcheggio pubblico "scambiatore" proprio in via del Sansovino disponendo l'occupazione d'urgenza dei terreni. Il Comune ha sempre giustificato i suoi modelli di comportamento, in ordine alla opportunità di reiterare i vincoli di inedificabilità o le destinazioni d'uso, con riferimento alla "insufficiente dotazione di aree pubbliche e di uso pubblico" rispetto ai valori minimi previsti.
Proprio accanto ai terreni espropriati e divisa da questi unicamente da via Francavilla - prosegue l'interrogazione - ha, da molti anni, sede legale, commerciale, di esposizione e di vendita di autoveicoli nuovi ed usati, la società "Autovama spa" dei fratelli Manzo, ex comproprietari dei citati terreni. Proprio i terreni occupati con provvedimento d'urgenza sono stati affidati in concessione alla Scaf, società privata a partecipazione pubblica, che ha realizzato i lavori del operativo il parcheggio e che poi ha proceduto a vendere alcuni posti auto a privati, affittandone altri ad aziende di noleggio vetture.
Inoltre parte dei terreni espropriati e concessi alla Scaf sono stati adibiti a locali di esposizione e vendita autoveicoli con locazione di parte di questi terreni, espropriati per "pubblica utilità", alla "Dreamcars srl", il cui oggetto sociale è il "commercio di autoveicoli, natanti e imbarcazioni, nuovi e usati, nonché strumenti, parti e pezzi di ricambio per gli stessi. Quest'ultima non ha soltanto preso in affitto spazi per l'esposizione degli autoveicoli, ma ha addirittura posto suoi uffici di vendita nelle strutture costruite dalla Scaf ed originariamente adibite ad uffici del parcheggio a pagamento.
Quale "pubblica utilità" - si domanda anzitutto Cellai - può ravvisarsi nell'affitto di parte dell'area con annessi uffici ad aziende private e nella vendita da parte della Scaf di posti auto? Come è stato possibile che il Comune non si sia reso conto dell'operazione commerciale che andava configurandosi, anche alla luce delle autorizzazioni in merito, di sua competenza? Quale è stata, in realtà, la "pubblica utilità" che sei anni fa portò ad una occupazione d'urgenza?». Ma il consigliere di Alleanza di Nazionale vuole anche conoscere «se si siano valutati i danni, diretti ed indiretti, causati a Edilvama da un lato, e Autovama, dall'altro, dagli atteggiamenti del Comune e se, e come , si intenda porvi rimedio»; «quali iniziative si intendano adottare nei confronti di Scaf in ordine al comportamento tenuto e se, in particolare, non si ritenga possibile ed utile la rescissione della citata convenzione, per responsabilità grave di questa società; quali siano, e se vi siano, responsabilità ad oggi addebitate o addebitabili ad amministratori o già tali del Comune e/o a suoi funzionari» e, infine, «quali siano i provvedimenti adottati o in via di adozione atti a risolvere l'incresciosa e illegittima situazione».(mr)