Dalla stalla al biberon il prezzo del latte artificiale aumenta di almeno 16 volte. Un problema che si è imposto dopo che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato una nuova istruttoria nei confronti dei produttori di latte per l’infanzia. Il ricorso al latte artificiale ha rappresentato e rappresenta l’alternativa sempre più discutibile all’unico alimento veramente naturale, sano e sicuro, che è il latte materno. Ed è questa, oggi, anche la risposta forte e indiscutibile alla mercificazione presente nel settore.
Per consentire a ogni mamma di allattare al seno il proprio figlio, in Toscana si sta facendo molto, iniziando a ottenere importanti successi. Oltre ad essere l’unica Regione italiana che partecipa al progetto europeo “Protection, promotion and support of breastfeeding in Europe: Blueprint for Action”, la Toscana ha dato vita all’Osservatorio Regionale sull’Allattamento al seno. Un organismo, coordinato dal direttore generale dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze Paolo Morello Marchese, che riunisce le dodici Aziende sanitarie per lo sviluppo del progetto di promozione dell’allattamento al seno.
Su sollecitazione dell’Assessorato al Diritto alla Salute, Enrico Rossi, in rappresentanza di una Regione da sempre sensibile a questa tematica, l’Osservatorio ha iniziato a censire l’esistenza delle condizioni più idonee all’allattamento naturale nelle Aziende sanitarie, così come indicato dall’Organizzazione Mondiali Sanità (Oms) e dall’Unicef.
Se una mamma dopo il parto ha la possibilità di avere accanto il proprio bambino 24 ore su 24 (rooming-in), il ricorso al latte materno verrà favorito anche in seguito. Fondamentale, per la mamma, è anche poter attaccare il proprio bimbo al seno entro due ore dal parto. Tra le donne toscane il desiderio di allattare il proprio figlio è molto sentito, ma non sempre ci sono i presupposti affinchè venga soddisfatto.
Come emerge dai dati di due progetti coordinati dall’Agenzia Regionale di Sanità in collaborazione con il Meyer, su due campioni rappresentativi di mamme toscane (oltre tremila), appena dopo il parto l’allattamento al seno tocca il suo massimo apice: il 95% del campione ha dichiarato di nutrire il proprio figlio con il latte materno, di cui il 70% con il solo latte materno e il 25% con l’aggiunta di latte artificiale (allattamento misto).
Percentuale che con il rientro al lavoro della mamma, scende bruscamente al 62% dopo quattro mesi dal parto al 47% del quinto mese. Un dato che poi scivola al minimo del 4% otto mesi dopo.
Proprio per invertire questa tendenza, promuovendo al massimo l’allattamento al seno, l’Osservatorio sta lavorando per innescare un “processo virtuoso”, favorendo nelle Aziende sanitarie l’introduzione di tutti quegli aspetti strutturali, organizzativi e culturali che facilitano il ricorso al latte materno.
Oltre al rooming-in, altre condizioni favorevoli sono la formazione specifica del personale medico-sanitario, l’istituzione di gruppi di sostegno per le madri e l’esistenza di un servizio di assistenza domiciliare del personale ostetrico.
“E’ stato inoltre previsto l’avvio di uno specifico corso per formatori regionali. La loro presenza nelle Aziende favorisce poi a cascata la formazione degli operatori materno infantili”, spiega Paolo Morello Marchese, forte dell’esperienza avviata con coordinamento del Dipartimento Materno Infantile dell’Area Metropolitana Fiorentina (Dimi), tra l’Asl 10, Careggi e il Meyer così come previsto con Legge regionale.
I risultati dell’impegno del Dimi, il cui progetto è da poco iniziato, si vedranno più avanti. “Occorre che le donne si riapproprino dell’allattamento al seno _ prosegue Morello _. Nel latte materno ci sono tutti gli elementi nutritivi per la crescita e lo sviluppo del bambino”. Il latte materno è infatti molto di più di un alimento. E’ una sostanza che contiene la vita: cellule, membrane, composti solubili e insolubili, che rappresentano la prosecuzione della nutrizione placentare.
Il latte materno ha tutti i fattori nutrizionali (protidi, glicidi, lipidi, oligoelementi, vitamine) nelle giuste quantità e proporzioni, oltre a difendere il piccolo organismo del neonato da infezioni esterne mediante il grande bagaglio immunitario trasmesso dalla madre. “Il ricorso al latte materno è la risposta naturale e a costo zero del latte artificiale”, conclude il coordinatore dell’Osservatorio Toscano. (r.rez.)