Firenze, 21 luglio 2004 - “Basta criminalizzare la gente che lavora. Noi autotrasportatori siamo al servizio del paese e consideriamo la sicurezza il nostro carico più prezioso. Non accettiamo di essere indicati come responsabili di colpe che non sono nostre e di pagare per problemi di viabilità e sicurezza stradale mai risolti”.
Così reagisce Giovanni Bucciarelli di Confartigianato Firenze Trasporti alle accuse di pericolosità mosse alla categoria dopo i tragici incidenti stradali dello scorso week-end, ed annuncia iniziative di protesta, accogliendo l’appello lanciato dal Presidente nazionale di Confartigianato Trasporti Elio Cavalli.
“Abbiamo invitato le nostre imprese - dichiarano alla Confartigianato - a non percorrere le autostrade italiane per tutta la giornata di venerdì 23 luglio, e a non caricare e consegnare prodotti petroliferi e prodotti freschi per l’intero fine settimana.
La protesta servirà a dimostrare a chi punta l’indice sulla categoria, come le Associazioni dei consumatori, che si può far a meno degli autotrasportatori andando in vacanza a piedi e consumando cibi congelati”.
“Basta criminalizzare la gente che lavora, – ammonisce il presidente degli autotrasportatori di Confartigianato Prato, Marco Luchi – le imprese di autotrasporto ci tengono alla sicurezza sulle strade, per questo non accettano di essere indicati come responsabili di colpe non nostre”.
Il presidente della categoria ha più di un boccone amaro da mandare giù, compreso il tentativo di “ricattare” la categoria con alcuni provvedimenti punitivi, tanto più, ricorda Luchi, “che gli accordi sulle limitazioni del traffico erano già stati concordati tra le associazioni dell’autotrasporto e il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e pertanto non sarebbero da mettersi in relazione con i gravi incidenti avvenuti lo scorso fine settimana.
Detto questo, sulla sicurezza non si transige.
Ma è indispensabile che ognuno faccia la sua parte, nella distinzione dei propri ruoli: “Bisogna fare chiarezza con gli organi competenti – si affretta a precisare Luchi - dalla Società autostrade alle forze dell’ordine, fino agli organi della protezione civile. Tutti devono fare il loro dovere nel garantire la sicurezza collettiva, non solo sul territorio nazionale, a questo punto, visto che il problema riguarda anche la circolazione dei mezzi pesanti in Europa”. Senza contare che l’autotrasportatore suda ogni giorno sette camicie per consegnare la merce nei tempi richiesti, e non gli giova certo il traffico dei vacanzieri di queste settimane.
Eppure, il lavoro va avanti, “devono solo metterci in condizione di poterlo fare, di poter cioè guidare meglio”, conclude il presidente di Confartigianato Trasporti di Prato. La posta in gioco è alta per tutti.