L’équipe di Neurochirurgia del Meyer, diretta dal dottor Lorenzo Genitori, in collaborazione con il neuroradiologo dottor Claudio Fonda e il neuroanestesista professor Paolo Busoni dell’Ospedale Pediatrico, ieri ha effettuato l’asportazione di un tumore localizzato in una parte profonda del cervello su una bambina di 11 anni. L’intervento, avvenuto con una nuova metodica robotizzata impiegata in pochissimi centri italiani ed europei, ha permesso non solo la rimozione della massa tumorale, ma ha consentito alla piccola paziente l’immediato risveglio e una rapidissima ripresa, senza alcun danno collaterale.
A poche ore dall’operazione la bambina ha potuto uscire dalla camera e giocare nella Ludoteca del Meyer.
Due mesi fa la bambina ha accusato quello che in gergo medico viene definito “diabete insipido”: la piccola ha incominciato a bere moltissimo (anche 15 litri di acqua al giorno), aumentando notevolmente di peso e manifestando una serie di gravi malesseri: ha perso l’appetito, è stata assalita da fortissimi mal di testa e da uno stato di profonda stanchezza. Chiari sintomi di una insufficienza all’ipofisi, la ghiandola collocata nella parte più centrale e profonda del cervello che produce gli ormoni necessari alla vita di relazione.
In collaborazione con l’èquipe di Neurooncologia, diretta dalla professoressa Gabriella Bernini, è stata accertata la diagnosi.
Con la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) si è evidenziata la presenza di una forma tumorale, localizzata al peduncolo ipofisario e al terzo ventricolo. Il tumore era posizionato in una parte delicatissima, quella che mette in collegamento l’ipofisi con il cervello. Scartato il ricorso alle tradizionali tecniche operatorie neurochirurgiche per la difficoltà di accedere a quella parte del cervello senza causare gravi effetti collaterali, l’équipe di Neurochirurgia del Meyer ha scelto di utilizzare la tecnica di Neuroendoscopia e Neuronavigazione.
E’ questa una nuova metodica che permette, attraverso un forellino di appena due millimetri fatto sulla calotta cranica, di inserire l’endoscopio nelle parti più inaccessibili del cervello. Si tratta di una specie di sonda su cui è montata una micro-telecamera che, collegata alla RMN, consente di vedere laddove si interviene, e al cui interno ci sono i micro-strumenti (pinza, laser) necessari per rimuovere la forma tumorale. Tramite questo strumento robotizzato dalla massima perfezione (consente di intervenire in situazioni inferiori al millimetro) la forma tumorale è stata completamente rimossa.
La novità di questo intervento, realizzato con apparecchiature acquisite anche con il supporto della Fondazione Meyer e della Fondazione Rei, è l’immediato beneficio che la piccola paziente ne ha ricevuto: la bambina si è ripresa velocemente e ieri mattina ha potuto giocare in Ludoteca con gli altri bambini.
Questa tecnica avanzata permette di ridurre al minimo qualsiasi danno collaterale, sia motorio, che intellettivo.
Attualmente la Neuroendoscopia con Neuronavigazione, oltre al Meyer, viene effettuata in 2-3 Centri in Italia e 5-6 in Europa.