San Miniato – Passi di tango, corpi volteggianti nella danza, sguardi, volti, scene teatrali, scampoli di set, note di un concerto. Attimi fuggenti catturati nel loro massimo vigore espressivo. Si inaugurano domani a San Miniato, ormai capitale designata della fotografia dello spettacolo, ben nove delle previste quattordici mostre del primo festival Occhi di Scena.
Dall’Oratorio Loretino alla Cappella piccola e al Confortorio di via Angelica, dalla fondazione Campana-Guazzesi, alla Rocca di Federico II fino all’Accademia degli Euteleti, i luoghi deputati di una delle più straordinarie città toscane sono riservati fino al 28 novembre alle grandi firme della fotografia di scena, ospiti di un evento spettacolare e sterminato.
I protagonisti sono forse poco noti al pubblico delle platee, ma conosciutissimi ai grandi registi, attori, istituzioni che se li contendono.
Vasco Ascolini (titolo della mostra Il corpo, il volto, la maschera) è cavaliere dell’Ordre des Arts e des Lettres della repubblica francese per meriti acquisiti come fotografo di beni culturali, e da 30 anni lavora per il Teatro Municipale di Reggio Emilia. Sue foto sono in mostra permanente a New York al Moma e al Guggenheim.
Lucia Baldini, toscana di Montevarchi nonché fotografa di Carla Fracci, è una specialista della scena musicale underground e lavora per il Teatro dell’Opera di Roma.
A San Miniato espone Passi di Tango, descrizione passionale e plastica di un balletto a due, oltre il tempo e oltre lo spazio.
Sei delle nove mostre sono in realtà tutte dedicate al mondo della danza, una sezione del festival chiamata appunto Sguardi di Danza. Protagonisti Cristiani Castaldi (Graffi in movimento), Giancarlo Marcocchi (Poladanza), Silvia Lelli (Danza dentro, Danza oltre) e Massimo Agus (Corpo che danza). Silvia Lelli è stata per quasi vent’anni fotografo ufficiale della Scala di Milano.
Agus è invece uno dei due direttori artistici di Occhi di Scena, reduce da lunghi anni operativi a New York e a San Miniato, con l’altro direttore Cosimo Chiarelli, ha fondato il Centro per la Fotografia dello Spettacolo.
Blickfangstrasse 12-Frammenti di un ritmo in 12 foto è invece il titolo della mostra di Piero Tauro. Romano, Tauro ha lavorato per le maggiori compagnie internazionali (Pina Bausch e il suo Wuppertal Tanztheater, Maguy Marin, DV8, Jan Fabre, Emio Greco, C. de La B.) e ha collaborato con i più importanti Festival di danza.
E’ il fotografo ufficiale del Festival Oriente-Occidente di Rovereto, del Romaeuropa Festival e di Bolzano Danza. Quanto a Riccardo De Antonis, anche lui romano, è uno specialista del reportage antropologico e di teatro contemporaneo.
L’ultima delle nove mostre è dedicata a Pier Paolo Pagano, fiorentino, e Francesco Galli, romano, i due vincitori “con pari dignità” del concorso Occhi di Scena 2004 riservato ai fotografi non professionisti.
L’inaugurazione è in programma alle ore 16 all’Accademia degli Euteleti (piazza XX Settembre), presenti tutti gli autori.
Il festival, come noto, è promosso dal Centro per la Fotografia dello Spettacolo, con la collaborazione del Comune di San Miniato e il supporto tecnico organizzativo di Titivillus Mostre Editoria. Le altre mostre saranno inaugurate tra il 9 e il 16 luglio.
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In occasione della XII edizione del Toscana Foto Festival, nell’armonioso paesaggio da scoprire dell’Alta Maremma, Italgas, main sponsor della manifestazione, ha voluto dare un ulteriore contributo al ricchissimo cartellone di workshop, incontri e mostre portando a Massa Marittima una rassegna cinematografica organizzata in collaborazione con il prestigioso Museo Nazionale del Cinema di Torino.
La rassegna cinematografica è un’ulteriore occasione di approfondimento del ruolo del fotografo, la figura esemplare e in qualche modo mitica di colui che è capace di fermare l’istante, di carpire un’emozione, rendere universale un sentimento.
Moltissime sono le storie di fotografi che sono state raccontate al cinema: Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema, in collaborazione con Stefano Boni ha selezionato quattro titoli per tracciare un percorso significativo: da “La dolce vita” di Federico Fellini al romantico “La fidelitè” di Andrzej Zulawski passando per “La macchina ammazzacattivi” del maestro neorealista Roberto Rossellini e per l’ultimo capolavoro di Brian de Palma “Femme Fatale”.
La rassegna inizia lunedì 5 luglio e propone innanzitutto un classico imprescindibile del cinema italiano, il film che ha segnato la maturità artistica del più grande maestro del cinema italiano: l’indimenticabile “La dolce vita” di Federico Fellini.
E’ un’opera davvero “fotografica” sotto molti punti di vista: il film infatti fotografa così intensamente il mondo glamour e un po’trasgressivo dei vip della Roma degli anni ’50 che il suo titolo è divenuto espressione comune per indicare proprio quelle atmosfere e quei personaggi. La fotografia del film a cura di Otello Martelli è davvero straordinaria ed è proprio col personaggio di Marcello Mastroianni che nasce la figura del paparazzo, il fotoreporter aggressivo ed invadente sempre a caccia di scoop sui personaggi del mondo dello spettacolo.
Si prosegue giovedì 8 luglio con un salto temporale al 2002 per vedere il recente capolavoro del regista Brian De Palma con la bellissima Rebecca Romijn–Stamos e Antonio Banderas, “Femme Fatale”.
Thriller erotico e mozzafiato il film trasuda da ogni frame la devozione del regista per il puro piacere visivo. Le inquadrature indugiano sulla splendida protagonista, che in un vorticoso e continuo cambio di identità, viene seguita, oltre che dalla maliziosa telecamera di De Palma, anche dall’obiettivo della macchina fotografica di un paparazzo che immortalando la sua bellezza in vari scatti, ne rovina la fuga perfetta mettendola in pericolo di vita.
Ancora un salto all’indietro lunedì 12 luglio con un’opera del 1948 diretta dal più grande regista neorealista del cinema italiano: “La macchina ammazzacattivi” di Roberto Rossellini.
Si tratta di un’opera davvero sui generis con un Rosselini che si cimenta nella commedia fantastica sorretto dall’ironia e dall’umorismo sarcastico di Eduardo de Filippo (autore del soggetto). Un fotografo di paese sogna di incontrare il santo patrono (in realtà si tratta del diavolo...) che gli rivela il metodo per uccidere le persone con soltanto un paio di scatti della sua macchina fotografica: l’uomo inizia così a fare strage degli ingiusti che lo circondano per poi risvegliarsi prima di completare la strage.
Il fotografo diventa scrutatore dell’animo umano e giudice morale, la sua macchina fotografica si sostituisce al raggio della morte: una pellicola divertente, ma contemporaneamente profonda ed evocativa.
L’ultimo appuntamento con la rassegna cinematografica dedicata alla fotografia è quello di giovedì 15 luglio con il romantico “La Fidelitè” di Andrzej Zulawski. La storia di una giovane e valida fotografa combattuta tra l’attrazione tutta intellettuale per un affascinante editore e la passione per un fotografo specializzato in servizi choc, con il quale entra in rapporto sempre più profondo ed intimo grazie al comune amore per le immagini.
La loro complicità si trasformerà in una storia d’amore che vive tutta attraverso la fotografia. In questo film l’arte del fermare un’immagine diventa passione comune che unisce due persone, ma anche mezzo attraverso il quale si sublima il loro amore.