FIRENZE – Approvata con voto unanime dal Consiglio regionale la legge che detta la disposizione attuativa dell’articolo 3 della legge 350 del 2003, in altre parole della Finanziaria, in materia di contenziosi concernenti l’invalidità civile. Il provvedimento nasce dal fatto che un decreto legislativo del 1998 ha trasferito da tempo alle Regioni le competenze sui trattamenti economici degli invalidi civili e con esse anche gli obblighi relativi alla difesa in giudizio nelle controversie. La legge Finanziaria 2003, inoltre, ha previsto che ogni Regione può scegliere se farsi difendere da propri funzionari, da quelli delle Aziende sanitarie o da legali appositamente ingaggiati attraverso convenzioni.
Come ha spiegato il presidente della Quarta commissione alla Sanità e sicurezza sociale, Federico Gelli, con questa legge la Regione Toscana sceglie di essere difesa in giudizio dai funzionari delle Aziende sanitarie locali in quanto ciò consente il collegamento fra i funzionari stessi e la commissione medica che ha compiuto l’accertamento sanitario delle situazioni invalidanti oggetto della controversia. Gelli ha inoltre evidenziato come la Regione Toscana abbia da tempo trasferito ai Comuni le funzioni amministrative relative alle concessioni di nuovi trattamenti economici a favore degli invalidi civili.
Con questa nuova legge, ha precisato Gelli, si dispone che tali funzioni amministrative sono adesso trasferite soltanto ai Comuni in cui hanno sede le Aziende sanitarie della Toscana, in altre parole i dieci comuni capoluogo di Provincia più Empoli e Viareggio. La Quarta commissione, ha quindi aggiunto, ha approvato una clausola valutativa nella quale si stabilisce che entro il mese di marzo di ogni anno le Aziende sanitarie devono inviare alla Giunta regionale una relazione su tutte le controversie trattate e che la Giunta deve a sua volta relazionare alla commissione Sanità.
In fase di dichiarazione di voto la vicepresidente di commissione, Annamaria Celesti, ha preso la parola per dichiarare il via libera del Centrodestra evidenziando che, così come era impostato il sistema fino ad oggi, accadeva spesso che le controversie venivano risolte solo quando chi le aveva sollevate era ormai deceduto. Anche Giovanni Barbagli delle opposizioni di Sinistra ha espresso il voto positivo chiedendo di collegare la materia alle attività delle varie commissioni esistenti ed in particolare alla commissione di Bioetica.
Per Barbagli era ormai il tempo di riorganizzare le modalità dei contenziosi sulle invalidità civili in Toscana.
Collocamento mirato, formazione e tirocinii individualizzati, orientamento, consulenza per lavoratori e aziende presso gli sportelli dei centri per l'impiego. Questi gli elementi chiave del sistema regionale di inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. Un sistema che in Toscana, una delle prime regioni in Italia ad aver dato applicazione alla riforma avviata con la legge 68 del 1999, appare oggi ben avviato e in continua crescita.
Fra le novità, previste dal Testo unico sull'istruzione, formazione e lavoro che la Regione ha varato nel 2002, la realizzazione del Fondo regionale per l'occupazione dei disabili e l'istituzione del Comitato regionale che lo gestisce.
Nel corso del 2003 i disabili iscritti al collocamento in Toscana sono stati in tutto 4193, di cui 2092 donne, con una percentuale del 49,89%. Fra gli iscritti risultano avere un peso percentuale elevato le persone con gravi disabilità: il 55% degli invalidi civili iscritti ha una riduzione della capacità lavorativa superiore al 67%, mentre il 26% è oltre il 79% di disabilità.
Questo dato contrasta con quello sulle assunzioni, dove è evidente che il maggior numero degli avviamenti avviene per le persone con disabilità meno gravi. In tutto nel 2003 sono stati avviati al lavoro 1451 disabili (nel 2002 erano stati 1440), di cui 584 le donne. Il 37% degli assunti aveva un percentuale di disabilità fra il 46% e il 66%. I disabili psichici avviati al lavoro sono il 10%, i non vedenti l'1%, i sordomuti il 2%, gli invalidi del lavoro il 55%. Questi dati fanno pensare che, ancora oggi, sussistono maggiori problemi per i disabili gravi a inserirsi nel mondo del lavoro anche se pregiudizi e diffidenze cominciano a cedere, come dimostra il dato sui disabili psichici che, in passato, avevano grosse difficoltà ad essere assunti.
Un dato positivo è anche quello sulle aziende che assumono: ben 50 imprese toscane non tenute all'obbligo (non sono tenute le imprese artigiane o con meno di 15 dipendenti) hanno comunque assunto persone diversamente abili alle proprie dipendenze. Per il resto i disabili sono stati assunti da imprese private (86%), pubbliche amministrazioni (10%). Positivo anche il fatto che oltre la metà degli assunti ha avuto un contratto a tempo indeterminato (751), di cui 209 part-time. Per il 2003 il budget del Fondo nazionale è di 30 milioni e 987.414 euro.
L'assegnazione per la Toscana è stata, per il 2003, di 2.436.916 euro, inferiore a quella del 2002, che era di 2 milioni e 706 mila euro. Ma la gestione di questi fondi, pur inferiore all'anno precedente, ha visto la stipula di 208 convenzioni di cui 184 con avviamento al lavoro a tempo indeterminato e 24 a tempo determinato. Rispetto all'anno scorso sono state stipulate 37 convenzioni in più.
"Tutto questo dimostra - commenta l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Paolo Bensperi - il successo del lavoro fatto per l'integrazione in un'ottica che sempre di più si allontana da quella dell'assistenza per diventare promozione e ricerca di opportunità.
Questo impegno ha come punto di forza l'integrazione fra lavoro, istruzione e orientamento che si realizza nei servizi per l'impiego e troverà nuovo impulso nei prossimi mesi anche in relazione al nuovo Patto per l'occupazione e lo sviluppo, il tutto a fronte di un sostanziale blocco dei fondi provenineti dal governo che sono fermi da quasi cinque anni". Positivo, secondo Benesperi, anche il giudizio sulla gestione del Fondo regionale. del 2002, attivato nel corso del 2003 che ha potuto contare dei versamenti effettuati dalle imprese pari a 1.360.057,00 euro.
Nel 2003 le Province hanno concesso contributi pari a 1.302.038,00 euro utilizzati per corsi di tirocinio, rimozione di barriere architettoniche, creazione di posti di lavoro in cooperative sociali. A queste si devono aggiungere numerose iniziative finanziate con il Fondo sociale europeo e realizzate con numerosi partner da numerose Province.