Carrara – Circa 370 milioni di euro (+2,7%) per oltre 942mila tonnellate (+9,9%). Dopo un lungo periodo di difficoltà sta dando segnali di ripresa l’export del marmo italiano. Merito soprattutto di un ottima performance sul mercato europeo. Ne da notizia l’Internazionale Marmi e Macchine (IMM) che oggi ha diffuso da Carrara la consueta rilevazione trimestrale elaborata su basi Istat. I dati si riferiscono al primo trimestre 2004. Messi a confronto con quelli del primo trimestre 2003 delineano un evidente miglioramento soprattutto per il distretto apuo versiliese (Versilia-Carrara-La Spezia).
Che con un export di 104 milioni di Euro registra incrementi ben superiori alla media nazionale: quantità +13,3%, valore +10,5%.
“E’ presto per dire se si tratta di una vera inversione di tendenza”, commenta Giancarlo Tonini, presidente di IMM, “Sono però segnali senz’altro incoraggianti. In questi mesi le aziende hanno realizzato azioni di sostegno e di recupero sui mercati maggiori e i risultati si cominciano a vedere. Ne abbiamo avuto chiara percezione nei contatti con gli operatori durante la recente edizione di CarraraMarmotec.
Veniamo da un 2003 difficilissimo. Speriamo di aver imboccato una nuova strada e che nei prossimi mesi questa tendenza si rafforzi”.
L’area in cui i progressi sono più evidente è l’Unione Europea, dove l’Italia ha esportato per 110 milioni di euro (quantità +17%, valore +15%), seguita in misura meno accentuata dal Medio Oriente con 110 mila tonnellate (+9%), per 32,6 milioni di Euro (-7%).
Situazione sostanzialmente stabile, invece, sui mercati del nord Africa e dell’Europa non comunitaria.
Cresce soprattutto l’export di graniti lavorati (quantità +10,2%, valore +5%), di semigrezzi e blocchi di marmo (quantità +13,8%, valore +8,3%). Stazionaria la domanda di lavorati di marmo.
“Quanto al distretto apuo versiliese”, dice Tonini, “restano varie e serie difficoltà soprattutto nel confronto con altre aree produttive. Ma il fatto che export e importazioni siano aumentati più della media nazionale è sicuramente positivo. Imprese e istituzioni stanno peraltro cambiando atteggiamento anche grazie all’impulso dell’Internazionale Marmo e Macchine.
Noto una mentalità diversa. Ci sono più sinergie, più collaborazione, più risposte unitarie per contrastare la crisi”.
Le aziende toscane traggono comunque vantaggi relativi dalla domanda nell’Unione Europea (coprono solo il 10,6% dell’export italiano verso l’area), un mercato che è invece ben sfruttato dagli operatori dell’area veneta che segna un export di 82.000 tonnellate (+6,91%) per 55,25 milioni di Euro (+10%). Al contrario, la Toscana esporta molto negli Stati Uniti.
Dei 122 milioni di euro che l’Italia fattura sui mercati del nord America il 38,5% appartiene appunto al distretto Versilia-Carrara-La Spezia. L’export di Veneto e Toscana torna però in equilibrio quando si tratta di lavorati di marmo e semigrezzi di granito. In questo settore la Toscana fa valere la sua specializzazione. Sembra tuttavia ancora lontano il ritorno delle esportazioni del comprensorio ai livelli del 2002 (nel primo trimestre 198 mila tonnellate, per un fatturato di 105 milioni di Euro).
Per la Toscana si tratta peraltro di ridurre il rischio riequilibrando la propria presenza sui mercati. L’obiettivo è di distribuire in un maggior numero di Paesi le esportazioni che oggi si concentrano verso gli Stati Uniti. Anche in questo primo trimestre del 2004 il nord America ha infatti assorbito, da solo, il 45% della produzione toscana di lapidei, pari a 47 milioni di euro. Il Veneto, invece, si ferma al 33%, ma, come si è visto, ha una forte capacità di penetrazione anche in Europa.
Interessante, infine, l’andamento delle importazioni di marmi e graniti, soprattutto grezzi: a livello nazionale, crescono solo i marmi (quantità +8,1%, valore + 7,3%), mentre i graniti scendono sensibilmente sia in volume (-8,6%) che in valore (-15%).
Stesso trend per il distretto apuo versiliese, mentre per l’area veneta i numeri sono tutti negativi: marmi grezzi –7%, graniti -0,3%.