Oggi il sindaco di Firenze ha inaugurato l'ex complesso carcerario dove sono stati realizzati una piazza, 33 alloggi di edilizia residenziale pubblica destinati alle giovani coppie provenienti dalla graduatoria comunale, spazi commerciali e per le attività sociali. Alla cerimonia hanno preso parte anche l'assessore alle politiche per la casa, l'arcivescovo di Firenze cardinale Ennio Antonelli, autorità civili e militari. Accompagnati dal cappellano del carcere, don Danilo Cubattoli, "don Cuba", che ha ricordato alcuni episodi di vita vissuta all'interno del penitenziario, erano presenti numerosi ex detenuti e agenti di custodia.
"Oggi apriamo le Murate alla città - ha sottolineato l'assessore alle politiche per la casa -.
Si è concluso il primo lotto di lavori. Sono stati realizzati 33 alloggi e piazza Madonna della Neve formata dall'unione dei due vecchi cortili e dalla demolizione di manufatti di nessun valore. In autunno saranno piantati gli alberi, è il suo tempo, e verrà sistemata una fontana ad evocazione del nostro fiume Arno. Questo intervento aggiunge una nuova area al nostro centro storico. Un'area che da luogo chiuso e di dolore oggi diventa città. Ma il lavoro continuerà, apriremo fra pochi giorni il cantiere del secondo lotto quello ospiterà una galleria con uffici e servizi, altri 34 alloggi di edilizia residenziale pubblica, un'altra grande piazza, piazza delle Murate e una nuova strada pedonale, via delle Vecchie Carceri.
Realizzeremo il Museo della Memoria dedicato alla Resistenza e l'Università avrà a disposizione nuovi spazi per l'attività rivolta agli studenti. Come pure l'Azienda per il diritto allo studio realizzerà residenze per studenti fuori sede e in questo modo con tante funzioni si concluderà all'interno del quartiere di Santa Croce la più importante operazione di riqualificazione del centro storico e dell'intera città".
"Infine i ringraziamenti: "Alle maestranze, fondamentali per impegno e capacità.
All'Impresa Faesulae per l'alta professionalità, agli architetti Melosi e Pittalis e a tutti i loro collaboratori che hanno dimostrato con i fatti la qualità degli uffici comunali. In generale a tutti coloro dipendenti comunali e no che hanno reso possibile la giornata di oggi ed agli sponsor dell'iniziativa Ippodromi & Città, Casa Spa Consiag e Consiagas, Impresa Spagnoli Spa. Un ringraziamento a tutte le autorità civili e religiose presenti, in particolare Sua Eminenza il Cardinale Antonelli e Sua Eccellenza Monsignor Maniago, a Don Cuba e a quanti hanno legato un pezzo della loro vita a queste mura".
Dopo la consegna delle chiavi da parte del sindaco, sono state inaugurate le tre mostre che rimarranno aperte fino all'11 giugno (orario 9-13, 16-19): "Dalle vecchie alle nuove Murate - La storia, l'analisi, i progetti"; "Edilizia sociale a Firenze - Esperienze di rigenerazione urbana"; "Progetto Guida Le Piagge" - Il riassetto e la riqualificazione ambientale e urbana del quartiere" a cura dell'architetto Giancarlo De Carlo.
La giornata di festa, realizzata grazie al contributo di Casa Spa, Consiag, Consiagas, Ippodromi e Città e dell'impresa di costruzioni Spagnoli, prosegue fino a sera con (dalle 17) esibizioni di gruppi musicali in piazza Madonna della Neve.
Sempre alle 17 in piazza Santa Croce concerto della Filarmonica Gioacchino Rossini diretta dal maestro Giampaolo Lazzeri. Dalle 20 le bande Anche Funky e Sound Street Band partiranno rispettivamente da piazza Duomo e piazza Signoria per raggiungere (assieme alla Filarmonica Rossini) le Murate, dove nel cortile si terrà il concerto dell'Orchestra Multietnica di Piazza Vittorio di Roma.
La storia
L'origine delle Murate risale al lontano 1424. Il nome deriva dalle pie seguaci di Caterina da Siena che si erano recluse volontariamente in una "pila" del Ponte a Rubaconte (attuale Ponte alle Grazie).
Il 14 dicembre 1424 le monache si trasferirono da lì a via Ghibellina, insediandosi nel monastero che nei decenni seguenti si ampliò notevolmente. Nel 1587 venne costruita lungo via Ghibellina una cappella denominata "Sancta Maria ad Nives", destinata ad accogliere al suo interno un busto marmoreo raffigurante la Madonna col bambino, che venne considerata miracolosa e fu così oggetto di culto e donazioni. Dopo il 1832 il complesso venne adattata a stabilimento carcerario dall'architetto Domenico Giraldi.
La funzione carceraria si è protratta fino al 1983, data che vide il trasferimento dei reclusi nelle nuove strutture di Sollicciano.
Il progetto unitario di recupero urbano
Il riuso delle Murate risponde ad una grande sfida: rispettare il valore storico e architettonico del pregiato complesso, trasformandolo però in un pezzo integrato della città, quasi una cittadella con il più ampio mix di funzioni possibili, in modo da riproporre la complessità e la ricchezza dello spazio urbano.
Da questo muove l'esigenza di un progetto generale con la finalità di sviluppare soluzioni integrate di recupero urbano. Il progetto, redatto dal Comune di Firenze e ispirato da Renzo Piano per conto dell'Unesco, è stato approvato dal Consiglio comunale il 14 settembre del 1998. Le soluzioni adottate orientano il riuso verso una stratificazione verticale di funzioni diverse: pubbliche, di uso pubblico, commerciali, artigianali, sociali al piano terreno: uffici e residenze ai piani superiori. Il progetto unitario ha elaborato linee guida, indirizzi e temi per le successive progettazioni esecutive degli interventi di recupero.
Il carattere fortemente innovativo del progetto di riuso è stato riconosciuto dall'Unione Europea, che ha finanziato un progetto di rete fra diverse città, "reprime", per lo scambio di esperienze sul recupero di penitenziari storici dimessi. L'operazione di riqualificazione urbana intrapresa coinvolge non solo il quartiere di Santa Croce, ma l'intero centro storico, aprendo alla città questa "isola" chiusa da sempre ed inutilizzata da decenni.
Primo lotto
Settecentoventi giorni di lavoro per 33 alloggi da destinare a giovani coppie; 2.156 metri quadrati di nuove abitazioni, 705 metri quadrati di spazi per funzioni di scambio con la città, e una nuova piazza per 1.745 metri quadrati, che si apre alla città e crea un nuovo e importante collegamento, finora impedito dalla presenza del carcere, tra due strade di primario valore per il quartiere.
Il primo intervento di edilizia residenziale pubblica copre un quarto dell'area complessiva ed è collocato nella parte centrale dell'ex carcere. Il recupero, realizzato dall'impresa Faesulae di Firenze, è tutto impostato sull'equilibrio tra "permanenza" e "cambiamento", dove la modernità è affidata a un insieme di componenti funzionali (per esempio loggiati, impianti, terrazze, corpi illuminanti). Il rigoroso rispetto dei valori storici e architettonici si combina con l'eliminazione di volumi edilizi incongrui e la loro ricomposizione in termini di nuova edificazione.
L'investimento è stato di 5.905.290 euro
Tipologia alloggi
Gli alloggi consegnati sono 33 su quattro blocchi, di cui 4 realizzati in modo da ospitare disabili.
Di questi 20 sono fino a 45 metri quadri, 7 dal 46 a 60 metri quadrati, 3 da 60 a 70 metri quadrati e 3 da 70 a 95 metri quadrati. Sono stati inoltre realizzati cinque spazi per attività commerciali e sociali: 2 fondi per complessivi 100 metri quadrati, uno (90 metri quadrati), uno (150 metri quadrati) e uno (108 metri quadrati).
La piazza
La nuova piazza, formata dall'unione di due ex cortili, per una superficie totale di 1745 metri quadrati, si chiamerà piazza Madonna della Neve.
E' di fatto il cuore dell'intervento in quanto ne rappresenta l'apertura alla città. Vi si accede da quattro passaggi pubblici (due da via Ghibellina e due da via dell'Agnolo). Gli elementi caratterizzanti la piazza, sono la fontana (che verrà posizionata nel mese di settembre, assieme alle alberature). E' una vasca in pietra, contenente un rivolo d'acqua, evocazione del vicino fiume con la pescaia ed il suo rumoreggiare. La fontana ed il sistema di sedute ad essa affiancato, sul lato opposto della passeggiata, si concludono con un portale verde di rampicanti.
La scalinata, situata sul fronte est della piazza, raccorda il salto di quota (circa 1 metro e 70) tra il percorso pedonale e il piano della piazza. E poi l'anello che contiene la piazza sui lati nord, est e sud: si tratta di un percorso in quota, che sale e scende a seconda dei rapporti fra i dislivelli diversi e che diventa in molti tratti coperto e protetto dai porticati degli edifici.