"Siamo di fronte all'ennesimo strappo costituzionale -spiega Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana nella propria newsletter settimanale- al quale ci opponiamo con energia e determinazione. Dal consiglio dei ministri di venerdì 21 maggio è stato approvato un decreto contro le Regioni e contro il buon senso. Con questo decreto, dal titolo generico "Disposizioni urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione", si modifica la legge del 28 gennaio 1994 sull'autorità portuale, cancellando di fatto l'obbligo a ricercare l'intesa Governo-Regioni per procedere alle nomine delle Authority portuale.
Si cancella una procedura la cui validità è stata ribadita da una sentenza della Corte costituzionale del febbraio 2004, in merito alla nomina del Presidente del Parco dell'Arcipelago Toscano. In sostanza la Corte ha confermato la necessità di ricercare l'intesa come espressione del principio di leale collaborazione tra le diverse istituzioni, anche attraverso "reiterate trattative volte a superare eventuali divergenze". Ora il Governo ha cancellato questo vincolo. Infatti all'articolo 6 del decreto si prevede che "qualora entro 30 giorni non si raggiunga l'intesa con la Regione interessata, il Ministro può chiedere al capo del Governo di sottoporre la questione al Consiglio dei ministri che provvede con delibera motivata".
E' una scelta in contrasto con la recentissima giurisprudenza con cui la Corte costituzionale ha riaffermato la necessità di ricercare l'intesa. Una scelta compiuta senza alcun confronto con le Regioni, che svuota completamente di significato l'intesa ed espropria i territori e le loro istituzioni della possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano la gestione di importanti infrastrutture come i porti. Se il ministro Lunardi pensa di risolvere così la nomina dell'Autorità portuale di Livorno, si sbaglia.
La Toscana ha reagito con fermezza e coerenza: abbiamo presentato ricorso, insieme ad altre Regioni, alla Corte costituzionale; porteremo l'argomento anche all'attenzione della Conferenza delle Regioni e inviteremo i gruppi parlamentari, quando saranno chiamati a discutere e approvare il decreto, a cancellare l'articolo 6".