L' esposizione, dal titolo 'L' arte a Firenze nell' età di Dante 1250-1300' ed allestita alla Galleria dell' Accademia sino al 29 agosto, comprende 64 opere e fa un bilancio degli studi svolti finora su pittura, scultura, architettura e produzione di oggetti d' arte nel periodo di formazione del linguaggio artistico fiorentino. Tra le opere esposte ci sono alcune 'Madonne col bambino' di Cimabue e Giotto appartenenti a chiese della campagna fiorentina, ma soprattutto opere di artisti precedenti allo stesso Giotto i quali, recependo pulsioni culturali ed artistiche provenienti da varie parti, anche da Inghilterra, Francia, Bisanzio, prepararono il terreno all' imminente sviluppo artistico del '300.
''La mostra - ha spiegato il soprintendente al Polo museale di Firenze, Antonio Paolucci - cerca di indagare il mezzo secolo in cui con Dante e Giotto nascono a Firenze la lingua e la pittura italiane. E' un periodo rimasto finora in un cono d' ombra e che pero' contiene questi due fenomeni grandiosi, spiegabili anche con l' affermazione di una vivace borghesia che segno' il periodo migliore di Firenze''.In un certo senso raccontare l' arte all' epoca di Dante significa raccontare l' avvio dello splendore di Firenze e l' inizio del suo declino.
Sono visibili capolavori come l' 'Annunciazione' di Arnolfo di Cambio proveniente dal Victoria & Albert Museum di Londra, il 'Dossale' del Maestro della Maddalena conservato a Museo di arti decorative di Parigi, un trittico sempre dello stesso artista del Metropolitan Museum di New York, un altro trittico di Grifo di Tancredi dei Musei di Berlino. Presenti opere di artisti finora non evidenziati come Coppo di Marcovaldo, Corso di Buono, il Maestro della S.Agata, il maestro di Varlungo. Tra i capolavori di fattura straniera sono esposti un crocifisso di produzione inglese dalla rara iconografia cristiana conservato in Santa Maria Novella, una spada vichinga arrivata in Toscana per tragitti complessi da Costantinopoli, la 'Croce santa' donata da Luigi IX di Francia ai frati francescani di Castiglion fiorentino.
Evidenziate anche personalita' come il Maestro della formella di Costa San Giorgio o l' autore della maesta' del Carmine, oltre ad artigiani coevi di Giotto, come orafi, miniatori, maestri campanai. Curatori della mostra sono Angelo Tartuferi e Mario Scalini. L' esposizione e' stata realizzata dalla Soprintendenza al Polo museale di Firenze con il contributo dell' Ente Cassa di risparmio di Firenze. (a l)