Carrara – Come si fa a conservare i marmi artistici? A questo tema così importante per il patrimonio culturale italiano e in particolare toscano, CarraraMarmotec 2004 dedica un seminario rivolto sia ai tecnici del restauro, sia agli operatori del marmo. Titolo: “Le problematiche di conservazione dei manufatti lapidei”. Appuntamento sabato 29 maggio (ore 10). Lo organizza l’Immobiliare Marmi e Macchine (IMM) con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e dell’Accademia di Belle Arti di Carrara.
Dell’Opificio partecipano al seminario il soprintendente Cristina Acidini, la direttrice del settore restauro materiali lapidei Laura Speranza, un tecnico del laboratorio scientifico (Carlo Lalli, che parlerà delle cause di degrado nei marmi all’aperto) e il capotecnico restauratore Carlo Biliotti.
Nella circostanza l’Opificio delle Pietre Dure presenterà in anteprima il restauro di due sculture della seconda metà del Quattrocento, attribuite a Benedetto da Maiano. Si tratta di un San Sebastiano e di una statua di Santa Caterina d’Alessandria.
Facevano parte di un gruppo marmoreo appartenente all’altare della chiesa di Sappo Minulio, un paesino dell’Aspromonte, in provincia di Cosenza. Del gruppo, danneggiato da un terremoto verso la fine del Settecento, faceva parte anche una Madonna. I pezzi sono stati poi smembrati, venduti e usati separatamente. Li hanno anche ridipinti e accessoriati dai successivi utilizzatori.. Il recupero è stato molto complesso e le due sculture sono state ritrovate molto deteriorate.
Biliotti spiegherà invece come è stato smontato e spostato il monumento funebre di Giuseppe Bezzuoli, realizzato nell’Ottocento.
Inizialmente si trovava fuori della basilica di San Miniato a Firenze ed era molto deteriorato a causa degli agenti atmosferici e di piccoli atti vandalici. Smontato, ripulito e restaurato il monumento è stat infine collocato all’interno della Basilica. La comunicazione di questo tipo di intervento è fatta in pubblico per la prima volta.
“Questi restauri”, spiega Laura Speranza, “richiedono tecniche molto complesse. E’ importante anche far capire che gli interventi su manufatti in marmo o in pietra devono essere fatti con una visione interdisciplinare.
D’altra parte occorrono spesso approcci diversi e strumenti, come il laser, molto sofisticati e del tutto sconosciuti fino a pochi anni fa”.
Su questi sistemi di diagnosi e di approccio soft, aggiunge, si baserà l’intervento sul gruppo marmoreo Il Ratto della Sabina, il gruppo marmoreo del Gianbologna collocato a Firenze nella Loggia dei Lanzi. Anche in questo caso, dopo studi condotti in collaborazione con Istituto centrale di restauro e CNR si sceglierà un sistema di intervento mirato a tutelare il marmo e a recuperarne lo splendore senza interventi invasivi.
L’Accademia di Belle Arti, ricorda il direttore Marco Baudinelli, ha aperto da quattro anni un corso di restauro rispondendo a una evidente specificità del territorio.
Carrara ha grande tradizione nella lavorazione del marmo, ma è chiamata molto spesso anche a interventi di manutenzione e di restauro. Il convegno sarà dunque utile anche per capire meglio sia le metodologie di approccio scientifico, sia il tipo di professionalità necessarie.
“Quello del restauro è un settore importante anche per le nostre aziende”, dice Giancarlo Tonini, presidente IMM, imprenditore del settore lapideo, “La scelta di qualificare CarraraMarmotec 2004 un seminario dedicato alla conservazione delle opere d’artiste risponde a un’esigenza precisa: le tecniche usate per curare statue e monumenti si applicano infatti più o meno identiche anche alle produzioni seriali”.
“Da molte edizioni”, aggiunge Paris Mazzanti, direttore di IMM, “CarraraMarmotec ospita iniziative collegate al mondo del restauro.
Siamo del resto convinti che sia necessario mettere a disposizione del settore tutte le esperienze e le informazioni utili a fornire a ogni tipo di committenza risposte puntuali e aggiornate”.