Ironia della sorte: nel giorno in cui Luca Cordero di Montezemolo illustra il suo pensiero su come guidare la Confindustria, l’altro dei suoi padri putativi, Umberto Agnelli, è deceduto a Torino. Un capitalismo temperato e dialogante: questi, secondo il neo presidente di Confindustria, i contenuti del nuovo modo di concepire il “fare impresa”: ritorno al dialogo sociale, alla concertazione, al “fare squadra”. Sono i picchetti di quella generazione industriale che, scavalcando il muro contro muro della gestione D’ Amato asservita al governo Berlusconi, vuole riallinearsi insieme al governo e al sindacato per rilanciare l’economia italiana. Ma senza essere “tappetino” di nessuno, a cominciare dall’esecutivo. Il fatto che poche ore dopo l’investitura sia venuto a mancare il presidente della Fiat Umberto Agnelli sembra diventare definitivamente, dopo la scomparsa lo scorso anno di Gianni Agnelli, il contrappasso tra la vecchia e la nuova generazione industriale italiana, con un grande denominatore comune dato dall’esperienza del dialogo e del confronto. Luca Cordero di Montezemolo, Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, i Benetton, i Moratti e altri sono i portatori di questa continuità che vuole maggiore competitività, che passi però attraverso il rilancio di un patto sociale condiviso e sottoscritto con le forze sociali. Da ieri nell’imprenditoria italiana si è chiusa una stagione e se ne è aperta una completamente diversa, dialogante e meno “becera”: adesso si tratta di attendere gli esiti elettorali perché la svolta si compia in modo concreto. Anche il “claim” di questa nuova fase sembra già deciso: da “Forza Italia” si passa a “Made in Italy”. AS
mercoledì, 25 dicembre 2024 - 07:48
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