firenze- Complessivamente le persone perquisite sono 67, tutte indagate. Uno degli elementi chiave dell' inchiesta sarebbe ritenuto il medico pisano Simone Giustarini. E' stato rimesso in libertà Lorenzo Lavagnini, l' anziano farmacista di Pietrasanta arrestato ieri. Durante la perquisizione della sua casa i carabinieri del Nas hanno scoperto 16 flaconi di metadone da 20 milligrammi, 14 scatole di morfina e altre 53 confezioni di farmaci ritenuti dopanti tra cui due confezioni di Ripnol e 4 di Fentanil, un cerotto che rilascia sostanze che alterano le prestazioni sportive.
“Le indagini condotte a livello nazionale sul fenomeno del doping nello sport professionistico, dilettantistico e amatoriale stanno mettendo in luce una situazione di estrema gravità e del tutto inaccettabile: bambini letteralmente avvelenati, giovani atleti colpiti da patologie invalidanti, persone già in là con gli anni schiave della “performance”.
Siamo di fronte a veri e propri crimini, e per di più spesso compiuti nei confronti di bambini e giovanissimi e della loro salute. Sono d’accordo con quanti, anche dall’interno del mondo sportivo, invocano un cambiamento radicale e le misure più severe nei confronti di chi si rende responsabile di atti criminosi”. E’ questo il commento del presidente della Regione Toscana Claudio Martini ai primi risultati dell’operazione nazionale condotta dai Carabinieri dei Nas che sta rivelando le caratteristiche di massa del fenomeno, i suoi legami con la criminalità organizzata e che ha toccato anche operatori degli ospedali di Viareggio e di Pisa.
“Assicuriamo alle forze dell’ordine piena collaborazione e tutto il nostro sostegno – prosegue il presidente Martini – La Toscana dà il massimo sostegno alla pratica sportiva pulita con tutte le sue strutture sanitarie”. Piena collaborazione con gli inquirenti viene espressa anche dal direttore dell’Azienda Ospedaliera Pisana Enrico Desideri: “Non appena avrò ottenuto gli elementi per procedere avvierò una indagine amministrativa rigorosa. Nello stesso tempo penso che dovremo impegnare ancora di più tutto il servizio sanitario regionale sia sul fronte della diagnosi, attraverso i nostri laboratori di biotossicologia, sia su quello della prevenzione, attraverso i servizi di medicina sportiva”.
La Regione sta pensando a iniziative concrete, che sviluppano le azioni di prevenzione e controllo già attive. Coinvolgere il mondo dello sport in un percorso di autocertificazione che lo aiuti a liberarsi dello spettro del doping: è questa l’idea che l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi lancia alle società sportive toscane. “Stiamo pensando – dice l’assessore Rossi – a un sistema di “accreditamento” delle società sportive”.
A queste verrebbe richiesto di sottoscrivere un decalogo antidoping, la cui violazione comporterebbe sanzioni sportive. Una proposta forte per un territorio che conta 300 mila tesserati a federazioni sportive, 9500 associazioni, senza contare le decine di migliaia di persone che fanno attività sportiva libera o frequentano le palestre e gli altri impianti.
“Vogliamo restituire lo sport al suo spirito più autentico basato sulla lealtà e la trasparenza nella competizione – aggiunge l’assessore regionale per lo sport Mariella Zoppi - Ogni trasgressione a questi principi danneggia non solo il mondo sportivo, ma l’intera società fornendo a giovani e meno giovani modelli sbagliati e fasulli”.
Dal luglio del 2003 è in vigore la legge regionale n.35 che non solo disciplina la tutela sanitaria delle attività agonistiche, motorie e ricreative ma mette l’accento sulla informazione e sulla prevenzione per mettere al riparo soprattutto i giovani da rischi irreparabili. E’ inoltre partita l’attività del primo laboratorio toscano antidoping, inserito nel sistema sanitario pubblico e in grado di individuare tutte le maggiori classi di sostanze dopanti.