La strage di via dei Georgofili sarebbe dovuta avvenire il 18 o il 19 maggio del 1993. L'autobomba con 250 chili di una miscela composta da tritolo, T4, pentrite, nitroglicerina scoppiò invece alcuni giorni dopo, alle 1,04 del 27 maggio.
Problemi organizzativi e di particolare strategia costrinsero il commando di Cosa Nostra a posticipare l'attentato. Questo aveva detto il pubblico ministero Gabriele Chelazzi nella sua intervista rilasciata a Francesco La Licata e Guido Rutolo nel 2001 per la trasmissione "Blu Notte".
L'intervista è stata riproposta questo pomeriggio, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, durante l'iniziativa in ricordo di questo magistrato, stroncato da un infarto nella notte fra il 16 e 17 aprile dello scorso anno.
Al pubblico ministero che ha coordinato le indagini sulle autobombe del '93 è stato dedicato il volume «Il coordinamento delle indagini di criminalità organizzata e terrorismo», curato da Piero Luigi Vigna, Giovanni Melillo e Armando Spataro, che raccoglie gli interventi di alcuni magistrati come Vittorio Borraccetti, Giancarlo Caselli, Stefano Dambruoso, Paolo Mancuso, Domenico Manzione, Pierluigi Dall'Osso.
Investigatore scrupoloso, magistrato di grande rigore morale e professionale, Gabriele Chelazzi è il pubblico ministero che ha indagato sull'attentato a Maurizio Costanzo, la strage di via dei Georgofili a Firenze, quella di via Palestro a Milano e le due di Roma, a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro.
Grazie al suo lavoro, e a quello dei colleghi Piero Luigi Vigna, Francesco Fleury e Giuseppe Nicolosi, boss e gregari di Cosa Nostra sono stati condannati definitivamente quali mandanti ed esecutori di quella stagione di terrore. Negli ultimi anni Chelazzi era entrato a far parte della direzione nazionale antimafia ed era stato distaccato nel capoluogo toscano per seguire ulteriori indagini sulle stragi mafiose e sui "mandanti a volto coperto".
Proprio in apertura dell'iniziativa, alla quale erano presenti la madre, il fratello, la moglie e la figlia di Chelazzi e alla quale ha partecipato anche il Ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli, il procuratore nazionale antimafia Vigna ha letto un messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il Capo dello Stato ha ricordato Chelazzi come «magistrato dotato di grandi qualità umane e professionali» e ha sottolineato che il libro presentato questo pomeriggio, «oltre ad avere il pregio della completezza, ha anche quello dell'attualità, specie nelle parti in cui sottolinea la prioritaria importanza di estendere il metodo del coordinamento anche fuori del nostro Paese».
Nel suo intervento il sindaco di Firenze ha voluto riaffermare la «gratitudine della città per il lavoro di questo magistrato».
«Il coordinamento delle indagini su criminalità organizzata e terrorismo - ha aggiunto - è un presupposto essenziale per un lavoro efficace e per raggiungere risultati importanti».
«Giustamente - ha concluso il sindaco - nel libro è stato ricordato lo spirito di generosità che animava Chelazzi nel suo lavoro, generosità che si traduceva nel condividere con altri pubblici ministeri gli elementi di prova acquisiti, le riflessioni sui temi dell'investigazione, la comune elaborazione delle strategie investigative».
(fn)