Un sermone contro lo Stato ebraico e gli americani usato come 'sottofondo' di un video probabilmente girato in Cecenia e' stato tradotto dagli interpreti utilizzati dalla digos di Genova per vagliare il materiale sequestrato durante le perquisizioni scattate all'alba di domenica dopo i cinque arresti dei presunti membri della cellula 'Ansar al Islam'. Il materiale sequestrato - cartaceo, ma anche audio-video e informatico - non sembra contenere elementi preziosi per il prosieguo delle indagini.
Internet, ad esempio, è pieno di materiale antisemita, di varia colorazione.
Anche oggi la polizia ha compiuto a Firenze una serie di interrogatori. Ma le intercettazioni telefoniche e ambientali pubblicate sui giornali nei giorni scorsi non paiono avere un elevato spessore probatorio. I continui riferimenti verbali degli arrestati a Osama bin Laden e piu' in generale alla necessita' della jihad non hanno per il codice penale italiano alcuna rilevanza.
Gli inquirenti, dopo aver ribadito che l'imam arrestato stava per partire per l'Iraq, hanno confermato che due dei quattro tunisini si recavano spesso all'estero: in Europa, ma
anche e soprattutto in Iraq e nelle nazioni confinanti, per poi fare ritorno a Firenze.
Con l'arresto dei cinque, sostengono gli inquirenti, abbiamo cancellato la cellula
italiana di 'Ansar al Islam' nel suo nucleo piu' pericoloso.
Si dichiarano invece al di fuori di qualsiasi associazione di carattere terroristico sia l'imam della moschea di Sorgane che lo studente tunisino. E' quanto spiega il loro avvocato,
riferendosi ad un colloquio avuto con i suoi assistiti, al termine dell'interrogatorio di garanzia svoltosi nel carcere fiorentino di Sollicciano. L'imam, ha specificato il suo legale Antonino Filasto', si e' espresso contro
la violenza e contro l'utilizzazione della moschea come luogo dove far politica.
Gli interrogatori dei cinque arrestati, iniziati intorno alle 9.30, si sono conclusi nel giro di due ore.
"Quello che è accaduto nelle prigioni di Bagdad è una tragedia -commenta Claudio Martini,
Presidente della Regione Toscana- un atto di accusa verso l’Occidente. Le umiliazioni morali, le sofferenze fisiche, il degrado umano che i militari americani e inglesi hanno imposto ai prigionieri iracheni non hanno giustificazioni; trasmettono al mondo islamico un’idea dell’Occidente che non solo non ci appartiene, ma addirittura ci offende e che, proprio per questo, rifiutiamo.
Di fronte a tutto ciò le scuse non sono sufficienti. Occorrono gesti chiari e capaci di dimostrare che esiste un Occidente con moralità e valori diversi. Questo è il momento di assumere decisioni coraggiose: l’Italia deve interrompere la propria missione in Iraq e chiedere agli Stati Uniti di fermarsi. Se ciò non avviene immediatamente anche l’impegno dell’Onu verrà vanificato. Non possiamo più rimanere nella “coalizione dei volenterosi”, scelta che gran parte del Paese ha da tempo considerato sbagliata e inaccettabile.
Ci sono dei principi di etica e dei diritti umani che non possono essere in nessun modo barattati. In questa condizione la vita degli ostaggi italiani, la sicurezza dei nostri soldati e un dialogo sereno tra Occidente e Islam rischiano di essere seriamente compromessi. Nello stesso tempo dobbiamo rimanere fermi e intransigenti nella lotta al terrorismo, che estende le sue ramificazioni anche nel nostro paese e nella nostra Regione. Considero un ottimo risultato ed un duro colpo all'organizzazione del fondamentalismo in Italia quello portato a segno dalle forze dell'ordine a Firenze.
Per questo invito tutti i toscani, le istituzioni, la stessa comunità islamica a vigilare e a collaborare con le forze dell'ordine".
"Contro la guerra di aggressione all'Iraq, sin dai primissimi momenti -scrivono Franco Cardini
Jean-Marie Benjamin e Giulietto Chiesa in una lettera appello che è stata spedita al Patriarca di Baghdad Emmanuel Karim Delly; al Grande Ayatollah al-Sayyid Ali al-Sistani; ai Membri del Council of Muslim Ulema in Iraq- quando ancora si preparava ipocritamente una guerra per salvare il mondo dalla minaccia delle Armi di Distruzione di Massa.
Abbiamo scritto, a suo tempo, una Lettera Aperta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiederGli di non partecipare ad una avventura che avrebbe portato solo distruzione materiale e morale.
Nessuno sarebbe potuto uscire incolume dalla grande tragedia irachena, come ora appare sempre più evidente. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta.
Abbiamo denunciato incessantemente la guerra scatenata contro l'Afghanistan, del tutto inutile per combattere la piaga del terrorismo, e quel monstrum giuridico che è la Dottrina della Guerra Preventiva, la quale ha segnato per l'Occidente una frattura gravissima nel tessuto di una straordinaria tradizione giuridica, che affonda le sue radici nell'antichità.
Per tutto questo Noi ci sentiamo nella condizione morale di chi può parlare a nome di tutti coloro che hanno scolpite nel loro intimo le parole del Profeta Isaia: «E frutto della Giustizia sarà la Pace».
Là dove c'è prevaricazione, incomprensione, ricerca smodata del profitto, volontà di dominio non potrà mai esserci giustizia, democrazia e pace. Nessuno uccidendo, torturando, rapinando ricchezze e risorse altrui ha mai portato pace e civiltà.
Noi ci rivolgiamo a tutti gli Iracheni, compresi tutti coloro che in questo momento tengono prigionieri altri uomini come Ostaggi. Noi Vi preghiamo con tutto il cuore e con tutta l' anima, Noi ci rivolgiamo alla Vostra ragione ed alla Vostra coscienza di Musulmani, affinché siano tentate tutte le vie e le soluzioni possibili perché non venga commesso ancora il tragico errore di uccidere altri Ostaggi.
Avete di fronte a Voi una possibilità straordinaria: dimostrare a chi ha invaso ed occupato la vostra terra in nome della libertà, della democrazia; a chi ha la pretesa di scrivere libri scolastici per i Vostri figli; di disegnarVi una bandiera e perfino di insegnarVi come credere nel Vostro Dio; a questi uomini che rinchiudono i loro prigionieri a Guantanamo e in altri luoghi segreti sparsi nel mondo, che umiliano e torturano, insegnate come si trattano i prigionieri, che cosa significhi davvero un comportamento civile ed umano.
Lasciateli soli con la loro arroganza, con le loro Guantanamo e la loro Falsa Retorica.
Siate giusti, per essere in grado di ristabilire la giustizia e con essa la pace.
Solo così potremo avere un futuro comune di pace, di dignità e rispetto reciproco, come appartenenti all'unica grande famiglia umana".