«La Biblioteca Nazionale deve rimanere in centro». E' quanto chiede il consigliere del PPI Gianni Conti. «Fino a qualche anno fa - ha ricordato Conti - lo slogan più usato nell'urbanistica fiorentina era che il recupero del centro storico doveva partire da uno svuotamento delle funzioni attrattrici di traffico. Solo così si sarebbero riportati gli abitanti. Oggi le funzione si sono spostate o si stanno spostando: parte dell'Università è andata a Sesto Fiorentino e Novoli, il palazzo di giustizia è in costruzione a Novoli, perfino le banche stanno spostandosi nella stessa area.
Ciò sta creando nuovi problemi di traffico perché il decentramento sta avvenendo in modo selvaggio e non supportato da infrastrutture: gli autobus continuano ad andare verso il centro e la prossima tramvia la si farà con direzione Scandicci e non Novoli. Ma le abitazioni, per quanto incentivate a parole - ha aggiunto il consigliere del PPI - non sono tornate nel centro storico, se non come seconde case di lusso o dormitori per studenti o immigrati.
Anzi, si sta verificando che l'allontanamento delle funzioni importanti allontana anche le famiglie. Che ruolo avrà allora questo centro? Fino ad oggi si era detto che esso sarebbe rimasto quale sede per delle attività culturali di prestigio, ma il piano strutturale prevede lo spostamento della Biblioteca Nazionale che dovrebbe finire nell'area dell'ex Manifattura Tabacchi, cioè ancora una volta nella direzione di Novoli». «La sede storica della Biblioteca Nazionale costruita a partire dal 1911, uno dei rari esempi di edilizia bibliotecaria - ha concluso Conti - è parte essenziale dell'immagine storica e culturale della città, vuotarla della biblioteca significherebbe rinunciare ad una parte insostituibile della storia fiorentina.
E' vero che la biblioteca ha enormi problemi di spazio, ma le soluzioni si possono trovare nell'ambito di immensi complessi edilizi che rimarranno vuoti nel centro, a cominciare dalle caserme di via Tripoli, che sono li vicino».(mr)