Ci sono passioni, argomentazioni, sarcasmo, divertimento nello spettacolo che Pippo Delbono dedica alla Gente di Plastica. Gente che ha sostituito i desideri del proprio cuore con i finti richiami del sesso, del successo, del lusso, del denaro. Gente che si ritrova nelle fotografie dei giornali, che passa la vita in tv o ci sta sempre davanti. Dopo aver cercato il teatro nella marginalità dei Barboni, dopo gli schizzi violenti di Guerra e le ferite di Esodo, Delbono ha cambiato registro. Per Gente di Plastica ha inventato una passarella di maschere, un album di teatro a fumetti, una colonna sonora estremista, che mette d’accordo Frank Zappa, la disco-dance, Portofino, e poi un grande cuore di fiori rossi, la sfilata di moda intima maschile, il sogno d’amore televisivo, le commedie sentimentali, i prati sintetici.
L’incredibile compagnia di interpreti guidata da Delbono, colleziona un musical demenziale dove la vita è trasformata in spot. E quel che resta è notte senza stelle, Starless, cantano i King Crimson, mostrando il risvolto di questa vita. Il suo lato oscuro: la disperazione e la voglia di ironia, la paura, la confusione, la necessità di aspettare ancora per capire di più.