(16 aprile 2004) – Ansia per la sorte dei tre italiani rapiti. Frattini: tutte le vie sono aperte. A quasi 48 ore dall'uccisione di Fabrizio Quattrocchi non si sa nulla degli altri tre ostaggi italiani da martedì nelle mani dei sequestratori iracheni. La famiglia di Maurizio Agliana smentisce ed esclude qualsiasi contatto del congiunto con i servizi segreti di qualunque paese.
Il Presidente del Consiglio provinciale Eugenio Scalise prima dell’inizio dei lavori ha ricordato la barbara uccisione di Fabrizio Quattrocchi.
“Atti criminali – ha detto Scalise – rivolti non tanto e non solo contro una persona, ma contro l’umanità. Non ci sono cause che possono giustificare nemmeno lontanamente simili crimini. Siamo vicini alla famiglia della vittima e temiamo fortemente per la vita degli altri: Salvatore Stefio, Umberto Copertino, Maurizio Agliana, che sono gli altri italiani ancora nelle mani dei sequestratori. Noi speriamo veramente che la ferocia dei sequestratori si fermi e che siano restituiti alla libertà e ai familiari tutti i prigionieri che insieme agli italiani sono minacciati di morte.
Di fronte a questo, rimaniamo sgomenti e ci chiediamo quale sarà il futuro dell’umanità se l’uomo è capace di tanto. Auspichiamo che coloro che hanno la responsabilità dei governi, abbiano la volontà e la forza di fermare le violenze e le iniquità che oggi angosciano il mondo, per dare ai popoli una speranza di pace e di giustizia. Di fronte a questi fatti, non può che prevalere il dolore e la trepidazione. Esprimiamo la solidarietà del Consiglio provinciale alle famiglie che in queste ore soffrono e temono per i loro cari.
Esprimiamo l’auspicio che la tragedia che vive il popolo iracheno abbia fine il prima possibile, per impedire che la lista delle vittime innocenti diventi ogni giorno più lunga”.