E' stato un intervento a tutto campo quello che ha svolto ieri il sindaco partecipando all'iniziativa "Per Firenze" alla Biblioteca comunale centrale, con la presentazione del questionario della Fondazione Rosselli sulla città. Per prima cosa, il sindaco ha ribadito la sua preoccupazione per una campagna elettorale che rischia di non essere occasione di crescita democratica e partecipativa, ed ha replicato al centrodestra: "La responsabilità principale di questa situazione è della debolezza dello schieramento di centrodestra, che ancora non ha espresso un candidato - ha affermato Domenici - E questa è una riflessione di carattere generale con la quale non volevo offendere nessuno.
D'altra parte, non sono io che ho cominciato dal luglio scorso a parlare di imminente scelta del candidato sindaco, continuando a posticiparla senza arrivare mai a niente. E questo è oggettivamente un problema che si riflette negativamente sulla possibilità di avere un confronto 'normale' in un sistema bipolare, come è anche nelle realtà locali". "Credo che sia invece necessario discutere delle questioni concrete, partendo dalla realtà, e non sulla base di schemi predeterminati o già acquisiti.
Questa è una città vocata alla conservazione, conservativa ma non conservatrice, che però induce a modelli che danno una rappresentazione 'fissa'. Ma una città non è mai qualcosa di fisso, è una realtà in movimento: è quindi necessario attivare un meccanismo di riposta alle esigenze di innovazione, senza riferirsi a schemi da realizzare 'una volta per tutte'". Secondo il sindaco Firenze è una città che deve avere più consapevolezza di sé: "Il problema è che non riusciamo a scorgere tutte le sue potenzialità: è come se avessimo una Ferrari e la utilizzassimo per fare la spesa - ha detto -.
Dobbiamo riuscire a proiettarla in una dimensione nazionale e internazionale, dobbiamo avere una visione comparativa in scala nazionale, per avere la percezione di come Firenze è vista dall'esterno" - ha aggiunto Domenici, ricordando i primati della città nelle diverse classifiche sulla qualità della vita, sugli investimenti pubblici, sul Pil pro-capite. "E questo non per dirci 'quanto siamo bravi', ma per avere la consapevolezza di quello che siamo realmente e per cercare gli strumenti giusti per crescere: come ad esempio il Piano strategico, con cui si adotta un modello collaborativo, capace di governare i conflitti con obiettivi condivisi di medio e lungo periodo".
Il sindaco ha definito "ineludibile" la costituzione della città metropolitana come strumento di governo: partendo dalla realtà, proponendo modelli più efficaci di democrazia partecipativa, ripensando i quartieri come municipalità. "Certo tutto questo fa i conti con grandi problemi, primo fra tutti quello delle risorse - ha aggiunto, ritornando a parlare del contributo di scopo e della impossibilità di introdurlo a causa della "totale limitazione di autonomia fiscale per i Comuni: e questo è un vero e proprio punto di iniquità fiscale per i fiorentini, sulle cui spalle vanno ricadere tutti i costi dei servizi che vengono utilizzati non solo da loro, ma da chi 'usa' la città.
Basta pensare al centro storico a Ferragosto: ci sono quasi esclusivamente turisti, ma i servizi funzionano a pieno regime". Domenici ha poi parlato delle Spa pubbliche ("C'è un incongruo dibattito che scambia le Spa per privatizzazioni"), del cambiamento nella percezione di sicurezza da parte dei cittadini ("evidentemente il lavoro fatto ha dato frutti positivi"), di partecipazione ("Vorrei che questo diventasse un grande tema di dibattito nella campagna elettorale"). Domenici si è avviato a concludere il suo intervento parlando di traffico, di trasporto pubblico, di micro-metro. "Quando sono diventato sindaco, ho fatto una scelta di continuità: non rimettere in discussione quello che era già stato deciso - ha detto - C'era un finanziamento finalizzato a realizzare la tranvia, non credo sarebbe stato realistico chiedere di convertirlo per un altro progetto.
E poi in un certo senso la metropolitana la facciamo, perché con il tunnel per i treni dell'alta velocità, si libereranno i binari di superficie per il trasporto locale e metropolitano". E riguardo la progetto del micrometrò, di cui aveva parlato il professor Angotti, ha precisato: "Credo se ne debba discutere senza schemi e pregiudizi ideologici - ha detto - anche perché non credo sia da mettere in discussione la possibilità di viaggiare in sotterranea, ma di come lo si fa e per quali destinazioni: anche perché il nostro problema è soprattutto il trasporto nell'area metropolitana".
Infine, Domenici ha terminato ringraziando gli organizzatori e i relatori, in gan parte docenti universitari. "Il mondo è bello perché è vario - ha concluso - evidentemente ci sono tanti professori con tante idee diverse".