Firenze, 17 marzo 2004- Garantire l’affermazione e lo sviluppo della complessa realtà del Terzo Settore, attraverso un’opera d’affiancamento e di sostegno istituzionale, per diffondere una cultura d’impresa che aiuti la loro crescita nel mercato competitivo.
E’ questo l’obiettivo del progetto Quasar, che ha preso il via a Firenze grazie alla Camera di commercio, promosso da Asseforcamere e Unioncamere, insieme alle organizzazioni del terzo settore, la Fondazione Censis, l’Istituto Tagliacarne e Aster-x.
Finanziato con i Fondi Equal dell’Unione Europea, il progetto è già entrato da mesi nella fase operativa in alcune realtà pilota, con il coinvolgimento di otto camere di commercio (Milano, Treviso, Forlì, Firenze per il Centro Nord; Potenza, Bari, Palermo e Cagliari per il Sud e le Isole) che serviranno ad elaborare il “modello” da esportare, poi, in tutto il territorio nazionale e negli altri Paesi dell’Unione Europea.
Tra le linee d’intervento, oggetto di sperimentazione, l’Osservatorio dell’economia non profit realizzato presso la Camera, con riferimento agli organismi del terzo settore, delle Università e delle imprese sociali; un supporto tecnico e di formazione; un check up delle realtà esistenti.
Secondo il Segretario generale della Camera fiorentina Francesco Barbolla - che ha presentato oggi il progetto insieme all’Assessore regionale Ambrogio Brenna e al portavoce del Forum regionale del Terzo Settore Vincenzo Striano - “la rete delle Camere è certamente il soggetto più adatto per svolgere quell'opera di affiancamento e di sostegno istituzionale di cui necessita la complessa realtà del Terzo settore”.
La crescita delle imprese sociali non-profit, sostiene Barbolla, è infatti “strettamente collegata alla diffusione della cultura di impresa che il sistema camerale è in grado di assicurare localmente”.
I numeri del Terzo settore in Toscana e a Firenze dati Censis
Una rete tradizionale di operatori molecolare, leggera, attenta al contesto, orizzontale. Composta dalle associazioni di promozione sociale, dalle cooperative e dalle imprese sociali, dal volontariato e dalle onlus.
Conta in Toscana circa 19 mila organismi, di cui quasi 5000 operanti a Firenze. Coinvolge nella regione 342,807 dipendenti, e 115,323 nella nostra città. Il valore del prodotto lordo pro-capite è di 23.866 euro per residente, che supera del 27% il dato medio nazionale collocando cos” la provincia fiorentina all’ottavo posto della graduatoria italiana.
Negli anni ‘90 il settore ha subito un rapido sviluppo durante i quali si è costituito il 53,8% delle attuali realtà, che interessano il 5,7% delle imprese economiche, attive sul territorio.
Il 57,8 delle istituzioni fiorentine non-profit è rappresentato da Associazioni non accreditate (57,8%) fino ad arrivare alle cooperative sociali(1,1%).
I principali settori di attività sono cultura, sport, ricreazione (62,7%), Assistenza sociale (7,7%), Istruzione e ricerca (6,9% contro un 5,3% dato nazionale), Relazioni sindacali (6,3%), sanità ( 5,3%), Tutela dei diritti e attività politica (3,8)promozione e formazione religiosa (2,2%), ambiente (1,8%) sviluppo economico e coesione sociale (1,5%) cooperazione e solidarietà internazionale (0,7%) filantropia e promozione del volontariato (0,6).
I dati nazionali secondo l’identikit del Censis
L'associazionismo si compone di oltre 202 mila istituzioni, di circa 281 mila persone retribuite e di oltre tre milioni di persone non retribuite (tra volontari, religiosi e obiettori), mentre le risorse finanziarie di cui dispone sono prossime ai 22 miliardi di euro.
Le organizzazione di volontariato sono oltre 26 mila, gli operatori retribuiti circa 50 mila, mentre i volontari attivi ed i religiosi sono circa 1 milione. Le cooperative sociali sono invece circa 7.000 con oltre 196 mila soci ordinari e circa 16 mila soci volontari; secondo una stima della Cgm il fatturato è di 3,6 miliardi di euro. Le Fondazioni sono oltre 3000 e vi fanno capo 110 mila persone tra retribuiti e non retribuiti, e dispongono di un ammontare di risorse valutato intorno ai 5 miliardi di euro.
Da notare che le 89 Fondazioni bancarie, nel 2000, hanno erogato finanziamenti per circa 1,7 miliardi di euro, più del doppio rispetto all'anno precedente. Con riferimento alle Organizzazioni non governative (Ong), ne sono operative 170, con oltre 1.500 volontari per 2.787 progetti e finanziamenti che, per il 1999, sono stati pari a 295 milioni di euro. Proprio l'estrema molecolarità dei soggetti rende particolarmente consistente il numero di istituzioni che devono essere classificate nella generica definizione ''altre tipologie''; infatti, si tratta di quasi 8 mila unità per un totale di circa 240 mila persone e risorse per 7 miliardi di euro.
Altro strategico indicatore di crescente molecolarità dei soggetti e della loro azione è la disaggregazione per settori di intervento e per tipologia di utenza servita. In concreto, il 38,5% degli enti non profit in Italia svolge almeno due attività mentre, con riferimento ai settori di intervento delle associazioni, si va da attività culturali e artistiche (che rappresentano il settore di attività prevalente del 19,0% degli enti non profit), ad attività sportive (il 27,7%), da servizi sanitari come quelli ospedalieri generali e riabilitativi o quelli psichiatrici o per lungodegenti (4,4%) ai servizi di assistenza (7,2%), alla protezione dell'ambiente e degli animali (1,5%) alla promozione dello sviluppo economico e della coesione sociale (1,6%) sino alla cooperazione e solidarietà internazionale (circa 1.300 enti).