All'assessorato alle Piccole Cose se ne saranno accorti di certo: ormai sulle piccole strade collinari che circondano Firenze è un calvario. Ultima notizia è di oggi. Dal 15 al 26 marzo lavori di rifacimento del manto in via de' Massoni e in via della Pietra, entrambe traverse di via Bolognese a causa dell'intenso traffico veicolare degli ultimi mesi. Ma la stessa cosa si potrebbe dire nel versante sud, dove ormai ogni mattina strade come Le cinque vie, oppure via San Felice a Ema sono ingorgate in entrambi i sensi di marcia.
"La via Cassia, nel tratto fra Firenze Certosa e Tavarnuzze, nell'abitato dei Bottai è una zona in condizioni pessime dal punto di vista della sicurezza e della viabilità: è necessario intervenire subito con interventi che, seppur piccoli, migliorino una situazione che si trascina da anni". E' quanto sosteneva nei giorni scorsi il consigliere comunale di Forza Italia Massimo Pieri.
Il fatto è che non si tratta di un caso isolato, ma di una situazione generale da quando le principali vie di accesso alla città sono diventate impraticabili a causa dell'apertura dei grandi cantieri di tranvie ,ecc.
Così, intasate autostrada, superstrada e viali di circonvallazione, gli automobisti hanno trasformato strade come quella del Ponte all'Asse in una nuova circonvallazione altrernativa.
Una stradina di campagna, non adeguata al traffico veicolare massiccio si trova così a sopportate un assalto che la distruggerà in breve tempo, senza considerare le conseguenze delle sostanze inquinanti in aree paesaggistiche straordinarie come il viale dei Colli, Fiesole, Cercina, ecc.
Ai 145 mila residenti che ogni giorno si spostano in auto, si aggiungono 70 mila pendolari dai comuni limitrofi, in totale 215mila auto, secondo i dati che hanno sempre fornito gli assessori alla mobilità Monciatti prima, Cioni e Bugliani poi, che in media "usano" l'area del comune di Firenze ogni giorno.
"Chi normalmente utilizza la macchina per spostarsi a Firenze nel 2004 pagherà in media 205 euro di multa.
Una nuova tassa a tutti gli effetti che va avanti dal 1999 ad oggi" ha denunciato nei giorni scorsi La Nazione, ma ci sembra che la questione non vada ridotta in questi termini. Il problema è certamente economico, ma più complesso.
Si potrebbe sintetizzare nella seguente domanda: il costo dei cantieri previsti dal Piano Strategico varato dalla Giunta comunale è semplicemente quello dei preventivi di spesa delle opere, oppure ci sono una serie di conseguenze economiche sulle infrastrutture complessive di cui è già dotata la città (si pensi ad esempio alla perdità di efficienza di passeggeri dell'ATAF in questi anni) che dovrebbero essere misurate più attentamente e con un bilancio che tenga conto pure dell'impatto ambientale delle opere previste?
[Nicola Novelli]