La collina di San Miniato controllata da un sofisticato sistema di sensori e dal satellite per monitorare i movimenti del terreno. Ma anche la nuova carta geologica del territorio fiorentino e una banca dati sul sottosuolo indispensabile per una corretta progettazione e pianificazione della città. Questi sono solo alcuni dei temi che saranno al centro del convegno "La conoscenza del sottosuolo fiorentino per la protezione dai rischi geologici" organizzato dal Comune e dall'Università di Firenze che si svolgerà mercoledì 17 marzo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.
Oggi l'appuntamento è stato presentato dall'assessore ai lavori pubblici Paolo Coggiola, da Nicola Casagli professore presso il Dipartimento di Scienze della Terra e da Pietro Rubellini, responsabile del servizio geologia del Comune. "La protezione dai rischi geologici e idrogeologici è purtroppo un tema che troppo spesso sale alla ribalta delle cronache a causa di emergenze e di eventi disastrosi - spiega l'assessore Coggiola -. Anche se alcuni fenomeni non sono controllabili, in una certa misura è possibile uscire dalla logica dell'emergenza grazie alla conoscenza delle dinamiche alla base di questi episodi, al monitoraggio e alla corretta progettazione urbanistica ed edilizia.
Ecco il motivo per cui l'Amministrazione insieme all'Università ha avviato alcuni programmi di ricerca per raccogliere e uniformare i dati sulle caratteristiche geologiche del territorio fiorentino, per elaborare queste informazioni e per mettere a punto sistemi di controllo e monitoraggi innovativi per le zone a rischio geologico. Ebbene - aggiunge l'assessore Coggiola - la giornata di studio di mercoledì serve proprio per presentare i primi frutti di questo lavoro". Proprio per studiare questo aspetto particolare della nostra città e superare la logica dell'emergenza, nel corso della precedente amministrazione è stato istituito un ufficio ad hoc con il compito da un lato di acquisire e divulgare maggiormente la conoscenza relativa a queste tematiche, dall'altro di indirizzare la progettazione e la realizzazione degli interventi pubblici e privati in modo che la città che viene costruita sia sempre più sicura e compatibile con le dinamiche naturali che governano i fenomeni legati all'acqua e alla terra.
Il servizio geologia ha quindi avviato una serie di ricerche insieme al Dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Firenze finalizzate da un lato al monitoraggio e controllo della situazione attuale, dall'altro alla raccolta ed elaborazione di tutti i dati conoscitivi derivanti dalle precedenti ricerche e presenti nei vari archivi degli enti pubblici cittadini. Un lavoro notevole che però alla fine ha prodotto due importanti strumenti conoscitivi che presto saranno a disposizione anche sulla rete civica del Comune: la nuova carta litotecnica e geologica del territorio comunale e la banca dati stratigrafici e idrogeologici.
La carta litografica e geologica è stata messa a punto dal professor Massimo Coli dell'Università di Firenze in collaborazione con il Comune. Si tratta di una novità assoluta e arriva 40 anni dopo l'ultimo studio organico effettuato 40 anni fa sul territorio comunale. Proprio per il suo alto valore scientifico, la carta verrà presentata ufficialmente al mondo accademico quest'anno nell'ambito del 32esimo congresso mondiale di geologia che, dopo 150 anni torna, in Italia anzi proprio a Firenze.
Per questo sono state elaborate due versioni: una in italiano e l'altra in inglese. Per quanto riguarda invece la banca dati, disponibile su cd e presto sulla rete civica, contiene i dati relativi a oltre mille sondaggi raccolti dal Comune anche con la collaborazione di molti professionisti che volentieri hanno partecipato alla messa a punto di questa prima banca dati. L'obiettivo dell'Amministrazione è aggiornare continuamente le informazioni attraverso il contributo di tutti, compresi ovviamente i privati che in cambio potranno usufruire dei dati raccolti su tutto il territorio comunale in una logica di crescita e diffusione dell'informazione che permette, come precisa l'assessore Coggiola "la corretta progettazione e pianificazione della nostra città nell'interesse collettivo di vivere al sicuro dai rischi naturali".
Ma il convegno sarà anche l'occasione per fare il punto sul monitoraggio in corso sulla collina di San Miniato, una delle zone storicamente maggiormente a rischio frane. Saranno presentate due ricerche effettuate dal professor Nicola Casagli ("I dissesti della collina di San Miniato: evoluzione storica e nuovo programma di monitoraggio") e dal professor Sandro Moretti ("Le nuove tecnologie per il monitoraggio dei movimenti del terreno da satellite"). La prima ricerca, svolta in collaborazione con l'Enea di Roma, è dedicata all'individuazione e al controllo strumentale della storia evolutiva dei movimenti franosi nell'area di San Miniato al Monte dove, fin da epoca rinascimentale, sono registrati lesioni e danni strutturali al patrimonio architettonico.
Questi processi di dissesto, studiati in prima istanza da Leonardo da Vinci, sono stati altresì indagati da Giuseppe Poggi e in parte mitigati attraverso la realizzazione degli interventi urbanistici sulla collina alla fine del XIX secolo. "Da decenni i movimenti si misurano in pochi millimetri all'anno - spiega Casagli - con un rischio nullo per quanto riguarda la sicurezza delle persone e qualche problema in più per gli edifici". La seconda invece rientra in un progetto cofinanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca, svolto in collaborazione con il Politecnico di Milano: in concreto il territorio fiorentino è stato scelto tra le aree sperimentali per la verifica delle potenzialità di utilizzo dei dati radar da satellite nella identificazione e controllo delle aree soggette a subsidenza o a movimenti di versante.
La metodologia utilizzata, che sfrutta la tecnica dell'interferometria radar, permette di misurare con precisione millimetrica gli spostamenti del suolo, in punti caratterizzati da elevata riflettività alle microonde, su un arco di 10 anni. Grazie a questa tecnica è stato possibile constatare la sostanziale stabilità del territorio urbano, mediante il controllo di alcune migliaia di punti. Il prossimo passo è allargare il monitoraggio all'intero territorio fiorentino con una particolare attenzione alle zone interessate da interventi che interessano il sottosuolo come il progetto di attraversamento dell'Alta velocità ferroviaria.
Da segnalare infine anche la ricerca del livello della falda acquifera dalla quale è emersa una importante novità: "Rispetto al 1971, data dell'ultima indagine - spiega Rubellini -, la falda freatica fiorentina risulta innalzata in media di un metro e mezzo, fenomeno causato essenzialmente dalla riduzione dei prelievi diretti". Ecco il programma del convegno. Alle 9.30 i lavori inizieranno con i saluti del sindaco Leonardo Domenici e del rettore dell'Università Augusto Marinelli. Tra gli interventi quello dell'assessore Coggiola che illustrerà "L'attività dell'assessorato nel settore rischi geologici e ambientali" seguito da Rubellini che invece approfondirà i lavoro di ricerca e studio sulla geologia del territorio comunale.
Alle 10.30 inizieranno gli interventi dei docenti del Dipartimento Scienze della Terra: ovvero Sandro Moretti parlerà di "Nuove tecnologie per il monitoraggio dei movimenti del terreno da satellite", Giovanni Pranzini si concentrerà su "La protezione delle risorse idriche della pianura fiorentina", Massimo Coli invece illustrerà "La nuova carta geologica del Comune di Firenze". Seguiranno le relazioni di Nicola Casagli su "I dissesti della collina di San Miniato: evoluzione storica e nuovo programma di monitoraggio", Piergiorgio Malesani su "Geolitologia del costruito del centro storico fiorentino".
Le conclusioni scientifiche saranno affidate al professor Paolo Canuti.