Lepoldine: siglata la convenzione tra il Comune e l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze per gli interventi di ristrutturazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 marzo 2004 15:55
Lepoldine: siglata la convenzione tra il Comune e l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze per gli interventi di ristrutturazione

"L'intervento alle Leopoldine, un complesso forse storicamente trascurato della città ma sicuramente importante, si colloca in un quadro più generale di recupero di piazza Santa Maria Novella - ha sottolineato il sindaco Leonardo Domenici - che trarrà maggiore valorizzazione e funzionalità. Abbiamo voluto offrire alla città due nuovi musei e anche questo rappresenta un significativo primato". Dopo gli interventi ad opera del Comune che hanno riguardato Palazzo Vecchio, il Forte Belvedere, la Goldonetta, le Oblate, Palazzo Strozzi e la Strozzina, le Leopoldine in piazza Tasso, il Teatro Puccini, le Murate, il Teatro 13 (di prossima inaugurazione) ed una serie di altri lavori per garantire il recupero di importanti opere e monumenti per la città e i suoi cittadini, ora Firenze si appresta a riabbracciare anche il grande complesso delle Leopoldine, sottoposto ad una profonda ristrutturazione, su un'ampia superficie superiore ai 3.550 mq.

Nel complesso delle Leopoldine, erette sull'antico Ospedale di San Paolo in piazza Santa Maria Novella, nel 2005 saranno collocati il Museo di Storia della Fotografia dei fratelli Alinari ed il Museo della Città. Tutto questo grazie anche all'intervento dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze che finanzierà il primo lotto dei lavori con 775.000 euro e alla Regione Toscana. Stamani, presso la sede in via Bufalini, è stata siglata la convenzione col Comune che riguarda il primo lotto dei lavori di ristrutturazione delle Leopoldine il cui costo previsto è di 3.161.607,76 euro.

"È importante riqualificare piazza Santa Maria Novella - ha affermato Alberto Carmi presidente della Fondazione Ente Cassa di Risparmio - e quello che ci sta attorno. I soldi che verranno spesi saranno molti ma in definitiva non dobbiamo costruire cattedrali nel deserto ma recuperare l'esistente e conferirgli una missione nell'interesse di tutti. La piazza è la parte più avanzata del centro storico verso il mondo contemporaneo, è il primo assaggio di straordinaria bellezza e incanto che il viaggiatore ha l'opportunità di sperimentare scendendo dal treno e che solo Firenze sa offrire in quei termini con quella cadenzata armonia".

I lavori alle Leopoldine sono già iniziati a dicembre. Il secondo lotto di lavori, per circa 6 milioni di euro, riguarderà la collezione Alberto dalla Ragione. "In questi anni - ha proseguito il sindaco - abbiamo lavorato per restituire alla città pezzi importanti rimasti un po' ai margini o comunque non godibili e questo rappresenta una delle cose che danno più piacere a questa Amministrazione. Si tratta di un ulteriore passo in avanti per la riappropriazione da parte della città e dei fiorentini, di palazzi e monumenti".

Il progetto di recupero alle Leopoldine prevede un insieme di opere di restauro e di riorganizzazione funzionale, finalizzato ad adibire gli spazi restanti dal primo lotto dei lavori, ad attività Espositive e Museali relative alle opere del '900. Ma l'intervento sulle Leopoldine, si inserisce in un progetto ben più ampio che riguarda i restauri della Basilica antistante e tutta la riqualificazione urbanistica della piazza.

Per la Basilica di Santa Maria Novella il Comune ha previsto una serie di interventi: 1 milione di euro per opere di ordinaria manutenzione per la riqualificazione della Cappella della Pura 29.392,37 euro (finanziato Opera di SM.

Novella), restauro della Sagrestia della Cappella del Capitolo del Cappellone degli Spagnoli 25.319,78 euro (sponsor), restauro della facciata absidale 984.506,29 euro.

I lavori in piazza Santa Maria Novella sono invece iniziati lo scorso mese di novembre con il primo lotto. Gli interventi preliminari riguardano la pavimentazione ed i marciapiedi che verranno completamente ricostruiti in pietra. Per consentire gli interventi, fino alla metà di aprile sarà chiusa al traffico via degli Avelli, da piazza della Stazione fino a via dè Banchi.

I lavori complessivamente (primo e secondo lotto) prevedono la creazione di un grande spazio in pietra con aiuole verdi incastonate allo stesso livello, nuovi arredi urbani. Il progetto nasce dalla sinergia fra Comune e Sovrintendenza con l'apporto delle categorie e dei cittadini che in più di un'occasione sono state chiamate a dare il proprio contributo al recupero della piazza. "Le Leopoldine erano sottoposte ad un continuo degrado - ha spiegato l'assessore Simone Siliani -; in passato sono state effettuate anche delle tamponature molto brutte e l'intervento prevede anche il recupero di un affresco del '700 collocato nel loggiato.

Tutta la zona di piazza Santa Maria Novella sarà rivitalizzata e resa più sicura e vivibile durante tutta la giornata. Le Leopoldine diventeranno un grande polo museale che permetterà di ospitare la raccolta di Alberto della Ragione ma anche attività didattiche ed ospiterà opere del Novecento. Tutto questo perché la funzione culturale è un'espressione del welfare, del vivere-bene". "Oggi è un giorno di festa, un giorno importante per la città di Firenze - ha esordito Edoardo Speranza vicepresidente dell'Ente Cassa di Risparmio -; siamo felici ed onorati per la firma della convenzione.

La Fondazione è nata nel 1929 per far sì che i lavoratori, piccoli commercianti, coltivatori diretti, potessero collocare il loro stipendio nella Fondazione come strumento di previdenza sociale".

Le Leopoldine sorgono sull'antico complesso dell'Ospedale di San Paolo che occupa un intero isolato fra Piazza Santa Maria Novella, via dei Fossi e via Palazzuolo, per una superficie complessiva di oltre 3.550 mq. Il primo lotto dei lavori realizzerà il Museo Storico della Fotografia e le centrali tecnologiche interrate nel chiostro interno secondo le prescrizioni dei Vigili del Fuoco.

Il Museo Storico della Fotografia, sarà collocato nei locali dell'ex refettorio al piano terreno, prospicienti il fianco sinistro del chiostro per una superficie complessiva di circa ottocento metri quadri. La restante parte dell'edificio, al piano terra, ammezzato, primo e secondo, per circa 2.800 metri quadri, è destinata ad accogliere le raccolte dell'arte del '900 di proprietà del Comune, in particolare la Raccolta Alberto della Ragione. Contemporaneamente saranno liberate le arcate del loggiato al piano terreno dalle antiestetiche tamponature in muratura di epoca imprecisata, in condizioni fatiscenti, sostituendole con pareti vetrate in modo da poter recuperare adeguatamente i locali dell'ex cappella ad uso portineria, book-shop salvaguardando al contempo le tracce di decorazioni murali ancora presenti.

Al piano terreno è prevista la riapertura dell'antico accesso allo Spedale di San Paolo da via Palazzuolo. Il percorso dei visitatori del Museo inizierà dall'ingresso principale lato Loggiato di Piazza Santa Maria Novella, con punto informazioni e controllo, biglietteria, bookshop, deposito oggetti personali e caffetteria che saranno realizzati nella porzione chiusa del chiostro situata sulla destra per chi entra dalla piazza, nella quale si trovano due affreschi del XVII secolo raffiguranti un santo vescovo e una santa religiosa che, insieme ad una piccola porzione residuale esistente sulla parete di fondo del locale, verranno restaurati.

Nel chiostro si procederà al completamento del restauro del loggiato, già consolidato da precedenti interventi. La pavimentazione, fortemente deteriorata, sarà completamente sostituita con elementi in cotto posto in opera secondo il disegno originario, a spina reale e ghirlanda.

CENNI STORICI
L'ospedale di S. Paolo, oggi conosciuto come Scuole Leopoldine, è uno dei più suggestivi e forse meno conosciuti fra gli edifici storici di Firenze. L'utilizzo dell'area vicina all'antichissima chiesa di S.

Paolo in piazza Santa Maria Novella, (oggi occupata dall'intero complesso delle Leopoldine) come ospedale per malati, poveri o mendicanti è attestato fin dai primi decenni del XIII secolo. La tradizione popolare racconta che in questi locali si sarebbero incontrati S. Francesco e S Domenico (evento celebrato da uno splendido lunettone a rilievo di Andrea della Robbia posto sull'entrata della chiesa sul lato corto del loggiato prospiciente Via della Scala) e che, nel 1221, lo stesso S. Francesco avrebbe accolto i primi terziari e le prime terziarie detti Pinzocheri e Pinzochere.

Una particolare congregazione reggeva le sorti di questo complesso: i Pinzocheri, laici che si rifacevano agli insegnamenti di S. Francesco e per questo si consideravano affiliati all'Ordine dei Frati Minori. I Pinzocheri occuparono una parte importante nelle alterne vicende dell'Ospedale. Inizialmente l'ingresso era dall'attuale Via Palazzuolo e soltanto con i grandi interventi voluti da Benino Benini dal 1451, si ebbe lo spostamento dell'accesso verso la basilica domenicana con la creazione del magnifico loggiato.

A quel tempo i Pinzocheri erano caduti in disgrazia per il loro modo troppo sciatto di amministrare i beni dell'Ospedale. A porre un freno a questa assai spiacevole situazione, intervenne nel 1451 Martino V, che dette pieni poteri all'arcivescovo Antonino Pierozzi per la nomina di un nuovo amministratore. Il Santo vescovo nominò, appunto il sopracitato Benini pievano di S. Piero a Sillano, che risollevò le sorti dell'Ospedale. I primi lavori di ampliamento della costruzione due-trecentesca vengono fatti risalire al 1451, data di inizio del programma di riforme di Benino dè Benini.

Due busti in terracotta, collocati alle due estremità della loggia recano le date 1451 e 1495 che sembrano ricordare l'inizio e la conclusione del programma architettonico. È in questa fase che fu realizzato il grandioso loggiato, sul modello di quello dell'Ospedale degli Innocenti, con la successione di dieci arcate sorrette da nove colonne e due pilastri, successivamente arricchito con nove tondi di Andrea della Robbia raffiguranti figure di Santi (1489-1496) e due mezzi tondi raffiguranti lo spedalingo Benini.

Contemporaneo è lo spostamento dell'ingresso da via S. Paolo (oggi Via Palazzuolo) a Piazza S. Maria Novella. Nel 1588, sotto il granduca Ferdinando I, si ha una importante novità, che dette a Firenze un nuovo primato nel campo assistenziale. Il vecchio ospedale di S. Paolo venne trasformato in uno "spedale per convalescenti". La novità consisteva nel fatto che, fino ad allora i malati venivano dimessi bruscamente e tornavano alle loro case deboli e malandati. Nel nuovo Ospedale di S. Paolo venivano, invece, trattenuti e mantenuti "almeno per quattro giorni".

L'Ospedale di S. Paolo dei Convalescenti fu soppresso da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1780 e riunito a quello di Santa Maria Nuova. I locali vennero adibiti, parte a una delle cosiddette "Scuole Leopoldine", dove le fanciulle povere venivano istruite e iniziate a lavori donneschi e parte a conservatorio diretto dalle suore Oblate. L'edificio andò progressivamente in declino dopo la prima guerra mondiale fino a quando, nel secondo dopoguerra, con l'estinzione dell'Opera Pia "Scuole Leopoldine" decretata dalla Regione Toscana, venne acquisito dall'Amministrazione Comunale ad uso scolastico.

Nei primi anni del 1980 l'Amministrazione Comunale fece redigere un progetto per adeguare i locali alle mutate esigenze dell'edilizia scolastica che è stato sostituito nel 1998 dall'attuale progetto a cura del Servizio Belle Arti del Comune.

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