Il problema ha raggiunto una massa critica di persone interessate e consapevoli. Sono due i temi principali: 1. la ricaduta in termini di immagine per la banca; 2. le prime sentenze sfavorevoli che, con il nuovo rito processuale per
questo genere di controversie dal 1 Gennaio 2004, non tarderanno ad arrivare.
Il nuovo responsabile della comunicazione (assunto appositamente per gestire la situazione) in diretta durante la trasmissione di ieri sera ha confermato che la componente obbligazionaria inclusa nei prodotti è stata venduta con un sovrapprezzo, quindi in violazione del Testo Unico della Finanza e del Regolamento CONSOB 11.522.
La commissione di conciliazione non ha funzionato, ma la banca continuare a sostenere la legalità dei prodotti e ciò non può che portare alla caduta della fiducia dei clienti e ad una ascesa dei costi legali. Cosa succedebbe se solo la metà dei 170 mila sottoscrittori dei prodotti, una volta avute le prime sentenze favorevoli, dovesse chiedere per via legali l'annullamento di contratti che sono evidentemente annullabili?
"Se e' evidente che il Monte dei Paschi di Siena ha deciso di ignorare la cancrena che ormai si e' costruita in casa -commenta Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio- ci sara' qualche medico che richiedera' un trattamento sanitario obbligatorio per costringere la Banca a prendere gli indispensabili provvedimenti drastici? Naturalmente noi continueremo le nostre azioni giudiziali, sia nelle sedi civili che nelle sedi penali, e faremo tutto il possibile affinche' il gruppo MPS si renda conto che i costi da sostenere continuando con questo atteggiamento sono molto maggiori di quelli che dovrebbe sostenere cercando una soluzione per tutti i clienti che lo richiedano".