Berlusconi ne ha detta ieri un’altra delle sue: con le ispezioni della Finanza nelle società di calcio, "vedo che ci avviamo allegramente verso uno Stato di polizia". Più tardi ha chiarito che la sua era "una battuta", tranquillizzando così l’ex presidente della Repubblica Cossiga, il quale si era detto "veramente preoccupato per le condizioni di salute dell’amico Silvio". Ma nell’intento di precisare meglio il concetto, il premier ha rincarato la dose nei confronti dei magistrati che hanno messo in moto le Fiamme gialle: "Quando ho avuto modo di verificare il contenuto dei provvedimenti di perquisizione e sequestro, allargati a tutte le società di A e di B, mi sono reso conto che questi atti non sono frutto di una concreta motivazione, ma si rivolgono nei confronti di ignoti per asseriti falsi in bilancio e abusi d’ufficio non supportati da alcuna spefica notizia di reato.".
Un’inchiesta molto strana, dunque, agli occhi di Berlusconi presidente del Milan. Il quale assicura di "non avere preoccupazioni" per i bilanci rossoneri, ma al tempo stesso promette che farà "il possibile per contrastare questa cosa". Di calcio ha parlato anche Umberto Bossi durante un comizio a Magenta: "Certi presidenti andrebbero arrestati e le banche che hanno prestato soldi a certe squadre - sempre grazie alla sinistra - rischiano di non vederli più".