Il mondo è nelle scuole di Firenze: 118 diversi paesi sono rappresentati dagli alunni stranieri nelle scuole elementari e medie del comune, il 10,13%, ovvero 2.138 bambini su un totale di 21.104, della popolazione scolastica fiorentina della scuola dell'obbligo è straniera, una percentuale di molto superiore a quella italiana e con una netta prevalenza di due civiltà, una antichissima e una molto più moderna: la Cina e l'Albania. In Italia la presenza dei bambini stranieri, in tutto 250 mila, nella scuola dell'obbligo oscilla tra due dati ben distinti: intorno al 3% nelle regioni del Sud e in alcune province come quelle costiere e oltre il 6% nelle grandi città dell'interno.
La Toscana riassume entrambe queste tendenze e Firenze per il suo record di piccoli alunni stranieri e per un'esperienza quasi unica come quella dei centri di alfabetizzazione si configura come un osservatorio privilegiato per confrontarsi sul tema dell'intercultura. E' dedicato a questo il convegno nazionale che si apre mercoledì prossimo, 25 febbraio, alle ore 10, con l'introduzione del sindaco e presidente dell'Anci Leonardo Domenici e dell'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, e che per tre giorni, fino al 27 febbraio, proporrà al Convitto della Calza (piazza della Calza 6), dibattiti, incontri, esperienze, modelli e prospettive all'insegna di un titolo che la dice lunga: "Se la scuola incontra il mondo".
Ci saranno pedagogisti, sociologi, giuristi, studiosi di storia delle religioni, docenti universitari, educatori, linguisti, operatori e rappresentanti di centri interculturali di tutta Italia, ma anche del British Council e del Centro europeo delle religioni. E poi le testimonianze dirette di studenti stranieri, in primis cinesi, e alcuni interventi legati alle differenze religiose, a partire dalla scuola della comunità islamica a Firenze alle scuole interreligiose di Sarajevo. Il convegno è organizzato dall'assessorato alla pubblica istruzione insieme all'Anci Toscana e con il patrocinio del Ministero dell'Istruzione (il programma completo si trova sulla homepage della Rete civica del comune, www.comune.fi.it, cliccando sul logo del convegno).
"Saranno tre giorni intensi di lavori che vedono Firenze come un punto di riferimento per i progetti e per le iniziative sull'intercultura: non a caso proprio nella nostra città - ha spiegato l'assessore Lastri - è stata avviata da quattro anni l'esperienza dei centri di alfabetizzazione dove gli alunni stranieri, in aumento di anno in anno, possono imparare l'italiano come seconda lingua e al tempo stesso coltivare la loro lingua di provenienza, grazie a uno staff di operatori molto qualificati.
In questo modo si combatte l'abbandono scolastico e si arricchiscono le nostre scuole di culture e saperi provenienti da tutto il mondo". Luca Fanciullacci dell'Anci Toscana ha sottolineato l'importanza del ruolo dei Comuni che "sono intervenuti per evitare che la presenza degli alunni stranieri nelle scuole diventasse un'emergenza invece di una ricchezza". "Nelle scuole fiorentine ci sono una tale quantità di differenze e di provenienze - ha osservato Vinicio Ongini, esperto di intercultura del Ministero dell'Istruzione - che Firenze si può considerare un osservatorio privilegiato per l'Italia, per parlare e per confrontarsi su un tema ineludibile come quello dell'intercultura".
I tre centri di alfabetizzazione della città, Giufà presso la scuola Barsanti, Ulysse alla scuola Agnesi e Gandhi alla Paolo Uccello, hanno iniziato la loro attività nell'anno scolastico 2000-2001, in seguito a un'intesa siglata dal Comune di Firenze con l'allora Provveditorato agli Studi, coinvolgendo poi nella loro gestione i dirigenti scolastici e i Quartieri con la collaborazione di associazioni di intercultura. In quattro anni di attività i centri hanno rappresentato uno strumento di inserimento scolastico importante per centinaia di bambini: in questo anno scolastico sono al momento 604 e di 44 nazionalità diverse (39% cinesi, 16% rom, 9% albanesi, 6% romeni, 5% marocchini, 4% filippini e peruviani) gli alunni stranieri che li hanno frequentati.
Attualmente i laboratori organizzati dal team dei centri registrano 1.173 frequenze settimanali alle attività. Al Giufà ci sono 171 alunni seguiti, dei quali il 42% sono rom e gli altri rappresentano 22 nazionalità differenti, all'Ulysse 160 alunni seguiti, che risultano divisi in 29 nazionalità fra cui le più rappresentate sono la cinese, l'albanese e la marocchina. Al Gandhi 273 alunni seguiti, dei quali il 73% sono di origine cinese e gli altri rappresentano 17 nazionalità differenti. Sono stati attivati anche laboratori di approfondimento della lingua di base, in particolare cinese, con docenti bilingue.
Gli interventi di mediazione linguistica condotti dai centri sono stati oltre 230 ed hanno riguardato, in particolare, le lingue cinese, araba, albanese e rumena. I centri hanno iniziato le loro attività il 1° settembre, in anticipo sull'apertura della scuola, ed hanno seguito nei primi dieci giorni del mese 87 alunni appena arrivati in Italia che hanno potuto avere così gli strumenti linguistici per inserirsi meglio nella scuola italiana. Gli interventi per facilitare l'acquisizione della seconda lingua sono stati affiancati da iniziative complementari, come i percorsi per la conoscenza e la valorizzazione delle lingue d'origine delle comunità straniere più diffuse nelle scuole e i corsi di formazione per insegnanti e operatori docenti.
Sono stati poi istituiti servizi di mediazione linguistica e culturale, per facilitare i rapporti fra le famiglie straniere e la scuola. Quest'anno i centri hanno aperto uno "sportello", individuando ciascuno un apposito giorno ed orario settimanale per le attività di programmazione e verifica con gli insegnanti curriculari e per ricevere gli insegnanti interessati a materiali, bibliografie e strumenti didattici.