Marco ha 50 anni, lavora dall’età di quindici anni, ha 35 anni di contributi versati, e in tempi migliori (prima della riforma Dini delle pensioni) ed in situazione economica migliore, avrebbe potuto già pensare a fine 2004 di andare in pensione e godersi il meritato riposo. Dopo aver lavorato in una piccola azienda come operaio elettricista, nel 1976 è stato assunto al Comune di Firenze come operaio all’Acquedotto, dove ha prestato servizio fino a due anni fa, quanto l’acquedotto comunale è stato ceduto a Publiacqua e Marco che non vedeva di buon occhio questa esternalizzazione ha optato per restare dipendente comunale ed è stato riconvertito in addetto amministrativo ed è attualmente Cat.
B 6.
Lucia ha 49 anni diplomata ragioniera ha iniziato a lavorare a 21 anni in una azienda multinazionale dove si era ben inserita ed aveva avuto anche grosse soddisfazioni da un punto di vista lavorativo ed economico. Poi a metà degli anni novanta la multinazionale opera una grossa ristrutturazione e taglia alcune centinaia di posti di lavoro in Italia, chiudendo la sede di Firenze, Lucia è messa in mobilità, ma al contrario di altri suoi colleghi,è troppo giovane per andare in pensione e si ritrova cosi con l’assegno di mobilità di lire 800.000.
Inizia allora la ricerca disperata di un nuovo lavoro che gli permetta di avere un reddito decente per partecipare alla conduzione della famiglia. Dapprima viene chiamata come LSU (lavoratore socialmente utile) in un ente pubblico, poi riesce finalmente a trovare una occupazione part time nel settore amministrazione in una piccola azienda (20 ore settimanali 9/13 dal lunedì al venerdi), ma i soldi sono pochi e la possibilità che l’occupazione diventi full time si allontana sempre più (problemi di bilanci aziendali).
Allora Lucia considerato che le nuove forme di flessibilità del lavoro lo permettono si trova una seconda occupazione part time, come addetta agli scaffali, e tutte le sere dal lunedì al sabato con orario dalle 21 alle 24 si reca a lavorare in un grande ipermercato del hinterland fiorentino, riuscendo così a totalizzare 38 ore di lavoro settimanale che qualche volta con l’apertura domenicale diventano 42 – 44 ore.
Matteo e Niccolò i figli hanno rispettivamente 17 e 15 anni e frequentano le scuole medie superiori, Matteo è iscritto al terzo anno del Liceo Scientifico, Niccolò fa il primo anno all’Istituto tecnico Commerciale.
Matteo durante la scorsa estate ha fatto dei lavoretti che gli hanno permesso di raggranellare un migliaio di Euro per acquistare usato, il tanto agognato motorino.
La famiglia Santini vive nella zona dell’Isolotto, in un appartamento avuto in eredità nel 2002, insieme naturalmente al mutuo da finire di pagare, alla morte della madre di Marco, con la quale convivevano da quando Lucia aveva perso il lavoro nella multinazionale. E poi la convivenza non era così male, la madre di Marco accudiva ai nipoti allora piccoli e contribuiva al bilancio familiare con una pensione di 825 Euro.
La famiglia Santini possiede un auto vecchia ma fortunatamente catalizzata, che usa quasi sempre Lucia per recarsi ai luoghi di lavoro che non sono serviti dai mezzi pubblici, oltre al motorino acquistato da Matteo, mentre Marco ed il figlio più piccolo usano il mezzo pubblico per andare al lavoro e a scuola e infine non possiedono cellulari anche se i figli li vorrebbero.
Marco nell’anno 2003 ha percepito una retribuzione netta comprensiva di tredicesima mensilità, incentivo di produttività e qualche straordinario elettorale pari a Euro 14.692.
Lucia invece “grazie” ai due part time ed alle numerose domeniche straordinarie lavorate ha percepito una retribuzione netta complessiva pari a 12.950 Euro, quindi un reddito familiare totale pari a Euro 27.642.
La famiglia Santini nel corso del 2003 ha sostenuto le seguenti spese:
Spese per il funzionamento della casa Euro 5.700 ( Mutuo 2014, condominio 1604, Tarsu 191, ICI 467, Enel 440, acqua 150, Gas 220, telefono 518, canone tv 96)
Spese per generi alimentari e prodotti per la casa Euro 9.750 (tutti gli acquisti sono stati effettuati naturalmente rincorrendo le promozioni presso l’ ipermercato dove Lucia lavora, mai al negozio sotto casa, se manca qualcosa si aspetta il giorno dopo)
Spese mediche 1461 Euro ( una buona annata di salute, oltre ticket e medicinali da banco solo l’otturazione di un dente di Matteo)
Spese per il vestiario Euro 1.800 ( L’indispensabile, acquistato ai saldi e ai mercatini, 2 paia di scarpe ciascuno per i figli “ma quante ne consumano!”, le scarpe da calcio perché entrambi giocano in una squadretta di quartiere e non puoi mica mandarli scalzi al calcio, due piumini non di marca, quattro felpe “taroccate”così si sentono poverini un po’ alla moda, 2 paia di jeans e qualche altra cosa, quasi niente per gli adulti)
Spese per la scuola Euro 860 ( libri 505 quelli possibili usati, gli altri acquistati con lo sconto del cral, materiale scolastico 175, tasse scolastiche 180)
Spese per trasporto e mobilità Euro 3842 ( Autobus 620, assicurazione auto 795 fatta via internet, ma quest’anno è aumentata perché hanno avuto un incidente,bollo auto e motorino 219, assicurazione motorino 208 perché i ragazzi pagano di più!)
Paghetta settimanale ai figli Euro 2860 ( 30 Euro la settimana a Matteo, 25 a Niccolò perché non possiamo mandarli in giro sempre senza soldi)
Spese per la tenuta del conto corrente bancario Euro 88 ( un conto sempre vuoto che siamo obbligati a tenere per far accreditare gli stipendi)
Totale delle spese incomprimibili 26.361 Euro, quindi riescono a far avanzare la somma di ben 1.281 Euro che corrisponde a 3,50 Euro al giorno per eventuali vizi.
C’è di che scialare……e non sarà certo l’aumento contrattuale di 2,32 Euro al giorno a fargli da ciambella di salvataggio.
Nell’estate 2003 per portare i figli in vacanza 2 settimane in campeggio sulla costa grossetana Marco ha acceso un piccolo prestito di 1.500 Euro che dovrà ora rimborsare dal mese di Gennaio in “comode rate” da 125 Euro al mese.
Nessun vizio, Marco e Lucia hanno smesso di fumare (la salute ne troverà giovamento), non comprano più il giornale, e pensare che fino a un decennio fa Lucia lo diffondeva casa per casa.
Non acquistano nonostante amino la lettura, libri o riviste e non vanno più neppure al cinema così come non possono noleggiare videocassette o DVD perché il lettore si è guastato e non possono sostituirlo. Per Natale nessun regalo voluttuario, un paio di scarpe per Niccolò, un casco integrale da motorino per Matteo, perché con “quel padellino” non omologato in testa non lo vedevano sicuro. I figli vorrebbero un Personal Computer nuovo e l’accesso ad internet via ADSL ma questo acquisto non può essere fatto.
Marco è ormai rinunciatario, dice che la “sfiga” si è abbattuta su di loro, e che se servirà, per far studiare i figli, metterà un ipoteca sulla casa.
Lucia, che ha conosciuto anche momenti peggiori per la perdita del primo lavoro, è più combattiva e sostiene che è la situazione politica italiana fatta di tagli allo stato sociale ad averli ridotti così, e che nessun partito e sindacato si interessa ai problemi veri di chi lavora.
Che i politicanti tutti, si interessano alla Borsa di Piazza Affari e nessuno invece si interessa alla borsa della spesa! Lucia è comunque convinta che sia necessario riconquistare fiducia nella propria forza di lavoratori e lottare.
Matteo e Niccolò capiscono la situazione dei loro genitori, anche se un po’ soffrono il fatto di non poter accedere ad alcuni beni di consumo che dai ragazzi sono considerati (si fa per dire) incomprimibili.