FIRENZE- La Regione Toscana si è dotata di nuovi strumenti tecnico-organizzativi per affrontare con maggiore efficacia due dei problemi più rilevanti in ambito sanitario: la sicurezza del paziente e l’errore in medicina e la sicurezza, l’appropriatezza e l’economicità nell’impiego dei medicinali.
Oggi l’assessore al diritto alla salute Enrico Rossi ha illustrato obiettivi e caratteristiche del Centro regionale per la gestione del rischio clinico e la sicurezza del paziente e della Commissione Terapeutica Regionale appena insediati.
La sicurezza del paziente e l’errore in medicina
Insito nel “fattore umano”, nelle strutture tecnologiche (anche le più avanzate) e presenza fisiologica in qualsiasi tipo di organizzazione o di servizio, l’errore in medicina suscita in genere grande scalpore presso l’opinione pubblica.
E certamente, anche nelle sue forme meno eclatanti, costituisce uno dei problemi più seri dell’organizzazione sanitaria, considerate le conseguenze, a volte gravi o mortali, che può comportare. Si stima che attualmente in Italia siano 47.000 le cause penali o civili intentate ai medici, dalle 15 alle 18.000 l’anno le citazioni rivolte a medici (più bersagliati gli ortopedici, gli ostetrici, i chirurghi generali, gli anestesisti, gli oculisti e gli incologi) per un contenzioso complessivo di 300 milioni di euro.
Negli ultimi anni si sta affermando però una maggiore sensibilità nei confronti di questo problema e un nuovo, costruttivo orientamento operativo: riconoscere l’errore, analizzarlo, ricercarne la cause e imparare così ad evitarlo nel futuro o a evitarne altri diversi. “Con la costituzione del primo Centro in Italia per la gestione del rischio clinico e la sicurezza del paziente – dice l’assessore Enrico Rossi – la Toscana si pone all’avanguardia in questo campo, assai poco esplorato nel nostro paese.” Il rischio di sbagliare è sempre in agguato e cresce con il progredire delle medicina e della tecnologia e con la moltiplicazione degli atti medici.
Un recente audit realizzato dalla Asl di Firenze presso le sue strutture ha messo in luce che il 50% degli errori rilevati dipende da carenza di comunicazione o da procedure studiate a tavolino ma che non tengono conto delle reali possibilità operative del personale, mente l’altro 50% è causato da carenza di formazione, inesperienza, distrazione. In particolare i dati della Asl fiorentina aggiornati al primo semestre del 2003 (provenienti dall’Ufficio affari generali e legali) parlano di 173 errati interventi chirurgici, 155 cadute di pazienti in ospedale, 100 errate diagnosi, 112 errati trattamenti terapeutici, 83 casi di inefficienza organizzativa, 52 di smarrimento di protesi.
L'importante è non cedere alla tentazione di nascondere gli errori, per evitare pubblicità negativa o conseguenze legali, ma al contrario considerarlo uno strumento di conoscenza e lavorare per rendere difficili se non impossibili le procedure sbagliate e facili i percorsi corretti.
Il comitato tecnico-scientifico del Centro, presieduto dal dottor Riccardo Tartaglia, della Asl 10, avrà il compito di studiare le strategie per ridurre il rischio clinico, migliorare le pratiche del lavoro, il clima organizzativo delle varie strutture sanitarie, e favorire la pratica dell’audit clinico. Tutto questo, naturalmente, senza entrare nell’individuazione delle specifiche e singole responsabilità, che non spetta a un organo tecnico di questo genere, ma in un’ottica di prevenzione e di miglioramento continuo.
Comincia dunque un lavoro importante che avrà un primo momento di verifica nella conferenza internazionale “Hospital (healthcare systems) erbonomics and patient safety”, che si terrà a Firenze dal 30 marzo al primo aprile del 2005.
Commissione terapeutica regionale
Dopo l’esplosione, a livello nazionale, della spesa pubblica relativa all’assistenza farmaceutica convenzionata nel 2001 (+32.6% rispetto al 2000) e la sostanziale stabilizzazione nel 2002 (+1%) nel corso del 2003 abbiamo assistito in Toscana ad un decremento della spesa, in valori assoluti, di oltre 43.3 milioni di euro, pari a circa il 6.3% della spesa farmaceutica stessa.
La fornitura diretta di medicinali di particolare impegno terapeutico da parte delle strutture pubbliche, l’immissione in commercio di nuovi generici e la collaborazione attivata con i medici sono alcuni dei fattori che hanno contribuito a questo “raffreddamento”, ottenuto per altro senza imporre il ticket e con l’ammissione alla rimborsabilità da parte della Regione Toscana di categorie di farmaci di rilevante importanza quali gli antistaminici, i medicinali per la terapia del dolore e i medicinali non registrati in Italia.
Tutto ciò, comunque non basta a garantire la sostenibilità del sistema e si avverte l’esigenza di intensificare lo sforzo per raggiungere livelli più elevati di sicurezza, appropriatezza ed economicità nell’impiego dei medicinali. Ha questo compito la Commissione terapeutica regionale, presieduta dall’assessore Rossi (vice presidente il dottor Antonio Panti, Presidente dell’Ordine dei Medici) appena varata. Alla Commissione sono affidati alcuni compiti prioritari: fornire ai medici, su supporti cartacei o telematici, occasioni di formazione e informazioni corrette sui farmaci; sviluppare attività di educazione ai cittadini; realizzare una rete di farmacovigilanza (verifica e segnalazione delle reazioni avverse ai farmaci); contribuire al monitoraggio per un controllo costante della spesa farmaceutica.
La Commisione studierà ed analizzerà anche l’uso dei farmaci a base di erbe, dei farmaci per uso compassionevole, degli omeopatici e degli alimenti dietetici.