E' quanto è emerso dall’incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso la Prefettura di Siena, dove le organizzazioni agricole (Coldiretti, CIA, Unione Agricoltori) e Associazione Senese Allevatori accompagnate dall’assessore provinciale all’agricoltura Galletti, hanno esposto al Prefetto Giuseppina Di Rosa, il grave stato di disagio nel quale si trova la zootecnia senese. Al pesante malessere causato da un disastroso 2003 si somma una campagna vaccinale contro la “lingua blu” che il Ministero della Salute vuole a tutti i costi avviare.
«Non siamo contro alla vaccinazione e basta – ha precisato Paolo Montemerani, direttore dell’Associazione Senese Allevatori –, ma contro ad una imposizione assurda che, senza dare le dovute garanzie rischia di distruggere allevamenti frutto di anni di investimenti da parte degli imprenditori». Dall’illustrazione dei fatti è infatti emersa la difficoltà di effettuare una campagna di vaccinazione senza effetti “indesiderabili” (quali calo della fecondità degli animali, aborti e calo del latte) dopo un’annata come il 2003 che per scarsità di foraggi ha indebolito fisicamente gli animali quando per una vaccinazione efficace dovrebbero avere un quadro clinico eccellente.
«La situazione ora è preoccupante – ha affermato l’Assessore Claudio Galletti –, e considerato il fatto che è da tre anni che si richiedono chiarimenti sul vaccino (che non arrivano) vi è effettivamente il rischio di degenerazioni». E al Prefetto sono state consegnate anche poche righe nelle quali oltre 200 allevatori della provincia chiedono per il tramite delle loro organizzazioni: «sono necessarie garanzie, affinché non si manifestino danni irreparabili al proprio patrimonio zootecnico, prima di avviare nuove campagne vaccinali».
E sulle garanzie, stavolta per i consumatori, che si alza la voce dei rappresentanti del settore: «specialmente in un momento nel quale la campagna di informazione contro l’influenza aviare per polli dell’est asiatico fa crollare i consumi di carne bianca in Italia è bene precisare che la “lingua blu” non solo non è trasmissibile all’uomo, ma nel nostro territorio non ha registrato casi di infezione». È quindi necessaria una campagna di informazione corretta ed una continua richiesta da parte dei consumatori di una etichetta trasparente che contenga al suo interno gli elementi chiari sulla provenienza dell’alimento.
Il Prefetto prendendo atto della grave situazione, ha garantito un suo intervento presso i Ministeri preposti.