"Giusto provare a rimettere in discussione le politiche sui rifiuti, dopo la proposta di Rifondazione Comunista, il termovalorizzatore si potrebbe fare a Cavriglia" dichiarano il portavoce provinciale dei Verdi Mauro Romanelli e quello cittadino Gianni varrasi.
"Sicuramente è necessaria una politica dei rifiuti che preveda un grande sforzo, maggiore di quello che viene fatto oggi, per la riduzione a monte e per lo sviluppo del compostaggio e del riuso dei materiali, anche se questo comporta - dobbiamo saperlo tutti, altrimenti si fa solo demagogia - maggiori costi per la collettività; così come è necessario tenere conto della grave situazione ambientale che pesa sui cittadini dell'area tra Sesto e Firenze, costretti a subire svincolo autostradale, discarica, ipermercato e aereoporto, e che si sono giustamente e legittimamente organizzati in comitati, ai quali i Verdi di Firenze partecipano, si sentono vicini e danno piena solidarietà e disponibilità al confronto"
"Naturalmente si devono tenere presenti tutti i fattori e fare controproposte serie e realizzabili - continuano Romanelli e Varrasi - di certo noi intendiamo difendere a spada tratta il principio ecologico che i rifiuti prodotti in un'area devono essere smaltiti in quell'area stessa: quindi se dire no al termovalorizzatore vuol dire o nuove discariche o spedire i rifiuti in Puglia, nei siti gestiti dalla Sacra corona unita, allora non siamo d'accordo.
Se invece si parla di uno sforzo straordinario per la riduzione, il riuso e il compostaggio, allora le cose cambiano, ma è una scommessa enorme che deve essere assunta con convinzione da tutte le forze politiche, sociali, produttive, della Provincia. Su questo terreno, i Verdi sono in prima fila"
"Poi c'è il problema della localizzazione del termovalorizzatore: a questo proposito vogliamo ricordare che la proposta più innovativa fu lanciata a suo tempo dall'assessore regionale verde Claudio del Lungo.
L'impianto si potrebbe realizzare a Cavriglia, scelta che risolverebbe i problemi di mezza toscana: sarebbe una zona assai meno critica dal punto di vista sociale, di certo fuori provincia, ma col grande vantaggio ambientale di poter essere raggiunta con la ferrovia, in modo da spostare dalla gomma al ferro una buona quantità di trasporto dei rifiuti."
"Le idee possibili sono molte, ed è necessario non accettare con fatalismo scelte che sono fatte apparire come impossibili da rimettere in discussione: l'importante è che si facciano riflessioni ampie, serie, scientifiche, condivise, e che soprattutto le si portino avanti anche dopo le elezioni; sarebbe sbagliatissimo invece perseguire soluzioni di puro rinvio giusto per fare un accordo elettorale con rifondazione comunista, per necessità, insomma, di marketing politico"
"Quindi, se si rinvia l'inceneritore, si costruisce anche un piano serio e si prevedono forti investimenti su politiche alternative, scommettendoci per davvero, e iniziando immediatamente: l'emergenza rifiuti sta per esplodere, le attuali discariche si stanno esaurendo, ...
Peccioli e Terranuova Bracciolini, dove vanno attualmente i rifiuti di Firenze, sono quasi esaurite. Quindi rinviare e basta per motivi politici rischia addirittura di peggiorare la situazione: tra qualche anno l'inceneritore si farebbe lo stesso, magari più in fretta, al risparmio e con ancora minori garanzie di oggi"
"Proponiamo perciò che da oggi parta un confronto di merito tra forze politiche di tutto il centrosinistra, comitati, mondo scientifico e accademico, associazioni ambientaliste, per capire se ci sono i tempi, la volontà, le competenze, le risorse, lo spazio, per perseguire reali e serie strade alternative"