Firenze, 23 Gennaio 2004- La riforma fiscale è in mezzo al guado dopo l'introduzione dell' Ires, la nuova imposta sui redditi delle società che è in vigore dall'1 gennaio 2004, con cui si danno grandi opportunità al mondo delle imprese, ma si trascurano gli enti non commerciali, e con essi l' intero settore no profit.
E' questo uno degli aspetti emersi dal convegno nazionale su ´La riforma dell'imposta sulle società”, organizzato al Palaffari di Firenze dalla Fondazione Cesifin-Alberto Predieri presieduta da Giuseppe Morbidelli, che ha come partecipanti con tutti i maggiori esperti di diritto tributario e fiscale delle università italiane, nonché centinaia di professionisti rappresentativi della realtà economica nazionale.
Il convegno, curato dal professor Pasquale Russo (Università' di Firenze), è il primo in Italia che si occupa dell' Ires, e del contesto economico in cui viene attivata.
Grazie all'Ires, che in parte rimpiazza l'Irpeg, il sistema contributivo italiano va ad adeguarsi agli standard dei paesi economicamente più avanzati diventando più competitivo ed incentivante per le imprese. Inoltre, rendendo il più possibile neutra la leva fiscale, la riforma agevola le scelte imprenditoriali ed aziendali nell'impiego e nell'allocazione delle risorse economiche.
Sono passaggi rilevanti che imporranno una nuova mentalità nella gestione delle imprese, un vero cambio di passo che fra gli imprenditori torneerà a premiare le scelte legate alla produzione e meno quelle suggerite da presunte esigenze di ''ingegneria finanziaria'', compreso il ricorso ai paradisi fiscali.
Tuttavia non tutto è compiuto in materia di riforma tributaria. Secondo i molti esperti riuniti nel convegno c’é altro da fare. Tra le misure da prendere, è urgente realizzare l'Ire, che doveva sostituire l'Irpef e definire in modo compiuto la fiscalità del no profit.
Queste alcune delle principali novità introdotte con l'Ires: per le società viene inserito il ''consolidato domestico e mondiale'', cioè la possibilità per i gruppi di imprese di calcolare cumulativamente l'imponibile delle società del gruppo e quindi di compensare gli utili con le perdite.
Inoltre è previsto un regime di neutralità fiscale nella cessione di partecipazioni tra società (cd. Partecipation exemption); il contrasto alla sottocapitalizzazione delle imprese (cd. Thin capitalization), realizzato attraverso l'indeducibilità degli interessi passivi pagati per finanziamenti che eccedono un certo limite rispetto al patrimonio delle società; la possibilità di optare per il sistema di tassazione "per trasparenza" nelle s.r.l. a ristretta base proprietaria e nelle società partecipate esclusivamente da società di capitali e che si sostanzia nell'imputare direttamente ai soci i redditi prodotti dalla società.
Per i soci delle imprese sono due le novità di valore strategico portate dall' Ires: l'eliminazione del credito di imposta sui dividendi distribuiti e la contestuale esenzione dei dividendi in misura pari al 60%, per le persone fisiche, e del 95% per le società introdotto per attenuare i fenomeni di doppia imposizione di carattere economico.