FIRENZE – Il dispositivo del giudice dice testualmente: "... va disposta l'immediata sospensione della esecuzione, da parte della ricorrente, del pagamento dei ratei mensili dovuti alla resistente, in esecuzione del contratto impugnato, sino alla pronuncia definitiva di merito. Va altresi' ordinato, alla resistente, di segnalare alla Centrale Rischi della Banca d'Italia il presente provvedimento ai fini della revoca della segnalazione fatta a suo tempo, secondo obbligo istituzionale."
Sono da rilevare le considerazioni che il giudice fa in relazione al cosiddetto "fumus boni iuris".
Il giudice, infatti, oltre a rilevare i molti elementi di nullita' e/o annullabilita' del contratto, ritiene anche non prive di fondamento i rilievi di carattere penale. Si legge nell'ordinanza: "Tanto specie al cospetto della nutrita serie di eccezioni di nullita' e/o annullabilita' del contratto di finanziamento sollevate e richiamata, nonche' all'istanza di trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica, per le eventuali valutazioni sui punti di penale interesse in ricorso prospettati con riferimento alle ipotesi criminose di cui agli artt.
640 e 61 n* 7 e 11 nonche' art. 644 C.P." Cio' detto il giudice ha ordinato alla cancelleria di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica di Lecce.
Il giudice, quindi, pur non entrando nel merito delle violazioni civili e/o penali evidenziate dal risparmiatore che ha fatto ricorso (giudizio che verra' espresso nel corso del processo di merito) ha ritenuto che e' la struttura stessa del prodotto ad essere censurabile. Al di la' di tutte le considerazioni giuridiche che si possono fare, il problema e' che non si ravvisa nessun interesse nel sottoscrivere un contratto come il "MyWay-4You" .
Questo e' il nodo del problema, per usare le parole del giudice: "Fanno insorgere pesanti dubbi sulla congruita' della scelta suggerita o imposta rispetto alle esigenze del cliente che, al di la' delle mere apparenze formali gia' evidenziate, in realta' nella circostanza altro intento ed interesse non aveva se non quello di conseguire una forma di investimento "protettiva" del proprio risparmio e non di mero rischio".
"Non possiamo che accogliere con soddisfazione questo ulteriore successo delle iniziative giudiziarie contro il MyWay-4You -commenta Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio- Questo provvedimento non e' il primo e non sara' certamente l'ultimo.
Fra qualche settimana verra' sciolta la riserva per un altro provvedimento d'urgenza del tribunale di Lecce e le procure della repubblica di Trani e Lecce stanno gia' indagando su questi prodotti (oltre che su altri prodotti contestati di
Banca 121). Quando comprendera' la Banca che sarebbe molto piu' opportuno seguire l'esempio di altre banche che in questi giorni stanno annunciando rimborsi e predisporre un piano di risarcimento per tutti i sottoscrittori del MyWay - 4You? Speriamo preso, nel frattempo andiamo avanti con le azioni legali".
Ha preso il via ieri la seduta straordinaria del Consiglio regionale della Toscana sul caso dell’ex Banca 121, acquisita dal Monte dei Paschi di Siena, richiesta dai gruppi del Centrodestra per conoscere quali siano le iniziative e gli interventi che la Giunta regionale intende assumere per tutelare i risparmiatori coinvolti in questa vicenda.
A spiegare come e perché è stata voluta la seduta è stato in Aula consiliare il capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Zirri, che ha chiesto che “il Consiglio regionale si occupi di questa vicenda” perché “il Monte è una grande risorsa della comunità toscana” e perché “a seguito delle indagini delle Procure di Trani, Brindisi e Lucca in relazione ai prodotti finanziari piazzati sul mercato dalla ex Banca del Salento ed ex Banca 121, acquistata nel 2000 dal Monte dei Paschi di Siena, prodotti che avrebbero ingannato numerosi risparmiatori in tutta Italia ed anche in Toscana, era opportuno richiedere un Consiglio straordinario”.
Secondo Zirri la Regione Toscana “ha un ruolo istituzionalmente definito all’interno della deputazione del Monte dei Paschi di Siena di pari dignità col Comune, la Provincia, l’Università e la Curia Vescovile di Siena” e quindi “se vogliamo essere una Istituzione che si impegna a risolvere i problemi che riguardano la nostra Regione non possiamo sottrarci dall’affrontare una questione così importante che coinvolge il Monte dei Paschi di Siena, un colosso del credito dell’Italia centrale”.
Quel che spetta alle Istituzioni regionali, secondo Zirri, non è sostituirsi alla Magistratura “bensì un giudizio politico” ed ha aggiunto che “il nostro intendimento non è quello di creare difficoltà bensì quello di contribuire a porre rimedio a questa situazione consapevoli del ruolo fondamentale che svolge il Monte per l’economia toscana” ed il tutto nell’ottica della imprescindibile necessità di “difendere i cittadini ed in questo caso i cittadini risparmiatori, fra cui molti toscani, che loro malgrado di sono trovati danneggiati da questa vicenda”.
Anche l’assessore regionale alla Programmazione economica, Marco Montemagni, ha detto che “la Giunta regionale vuole tutelare i risparmiatori ed in particolare i piccoli risparmiatori”, a tal proposito ha anzi aggiunto che “farà tutto quel che le è possibile per favorire ciò”, ma ha anche evidenziato che “la tutela del risparmio è materia esclusiva dello Stato”. Poi Montemagni ha sottolineato che “sulla base della legge nazionale la nomina di un componente della deputazione generale della fondazione Monte dei Paschi non comporta poteri di intervento della Regione nell’attività della fondazione stessa”.
Montemagni ha quindi ricordato come “la Giunta regionale ha sempre dimostrato grande attenzione ai temi del credito e del rapporto col sistema bancario in Toscana” e ha sottolineato come di recente, proprio sul Monte dei Paschi di Siena, rispondendo ad un’interrogazione in Aula consiliare, ha ricordato che “le controversie insorte fra privati investitori ed il Monte dei Paschi si Siena su alcuni prodotti finanziari della Banca 121, venduti dalle banche del gruppo, sono state oggetto di due protocolli d’intesa, distinti ma analoghi nei contenuti, uno con Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, l’altro con Adiconsum, Unione consumatori e Lega consumatori Acli, che prevedono che i reclami siano esaminati con un procedimento di tipo conciliativo da un’apposita commissione”, assicurando il rimborso di una somma compresa fra il 90 ed il 100 per cento del capitale investito.
Per il consigliere regionale Maurizio Bianconi (An), il compito della Giunta regionale non è quello di difendere il Monte dei Paschi o cercare di tutelare i consumatori, bensì ricostruire i rapporti fra gli imprenditori toscani e il sistema creditizio.
“La Regione deve quindi chiedere ai vertici della Mps se sono ancora in grado di assicurare lo sviluppo economico della Toscana”, ha aggiunto Bianconi. Secondo il consigliere regionale Alessandro Starnini (Ds), non si comprende bene l’utilità della seduta straordinaria convocata dalla cdl. “Il centro-destra vuole fare con questa iniziativa un po’ di chiasso mediatico e non affrontare sul serio la situazione – ha detto Starnini – Quello che serve è una regolamentazione pubblica del settore e il Monte dei Paschi si sta già impegnando su questo fronte”.
Il consigliere regionale Alberto Monaci (La margherita) ha puntato il suo intervento sul valore dell’etica, che negli ultimi anni è andata sempre più scomparendo dal mondo finanziario. “La domanda da porsi su questa vicenda è come sia possibile che il direttore generale di Banca 121, dopo l’acquisizione da parte di Monte dei Paschi, sia potuto diventare direttore generale di quest’ultima”, ha detto Monaci. Mentre il consigliere regionale Marco Carraresi (Udc), si è concentrato su tre aspetti: la tutela dei risparmiatori, quella dei dipendenti e dell’Istituto Monte dei Paschi.
“E’ difficile che nessuno sapesse niente all’interno del gruppo bancario – ha affermato Carraresi – Al contempo è necessario distinguere fra la posizione del vertice di Banca 121 e quella dei dipendenti”.
“E’ in gioco la credibilità del sistema italia e dell’intero sistema creditizio – ha ricordato Angelo Pollina (Forza Italia) – sulle ultime vicende che riguardano la crisi Parmalat o il caso Banca 121. Purtroppo in Toscana la maggioranza appare tutta schierata a difesa del potere consolidato del MPS, mentre sarebbe necessario un maggior coraggio ed un radicale cambiamento della struttura di Fidi Toscana.” “Dobbiamo avere tutti la coscienza – ha aggiunto Franco Banchi (UDC) – che la politica deve assumere una responsabilità maggiore, con una più incisiva funzione di controllo: il Consiglio regionale deve assumere propri iniziative sul sistema creditizio, senza fare inutili processi sommari.” “Ha fatto bene il Consiglio regionale ad affrontare il problema di Banca 121 – ha detto Luciano Ghelli (Comunisti italiani) - perché è un problema sentito da numerosi risparmiatori che vedono a rischio il loro investimento.
E’ necessario ascoltare direttamente nelle Commissioni competenti il Presidente della Fondazione Monte dei Paschi e il rappresentante regionale per conoscere la realtà delle cose. Con l’ingresso dei privati si mette a forte rischio anche il radicamento toscano della banca senese.” “Il MPS è per tradizione un istituto di credito che ha forti rapporti con il territorio – ha affermato Fabio Roggiolani (Verdi) – ma quello su cui dobbiamo riflettere è l’intero sistema creditizio toscano che mette in ginocchio le piccole aziende per favorire processi speculativi internazionali.
Sarebbe stato opportuno magari riflettere sui casi e sugli scandali nazionali come Parmalat che investono il sistema finanziario.” “Sono deluso dalla discussione e dalle proposte avanzate dalla Giunta regionale – ha detto Maurizio Dinelli (Forza Italia) – che prende soltanto atto della situazione esistente senza fare proposte realmente innovative. Occorrono invece controlli più stringenti sui mercati finanziari e tutelare maggiormente i nostri risparmiatori.” Per Sirio Bussolotti (Democratici di Sinistra) la mozione presentata per richiedere il Consiglio straordinario è “forzata, strumentale e fuori luogo”.
Secondo il consigliere era più opportuno discutere del sistema finanziario, bancario, industriale, quindi interrogarsi sulla difesa dei risparmiatori, senza scadere nella polemica politica. “Il Monte dei Paschi è solido – ha concluso Bussolotti – e potremo valorizzare al meglio le garanzie che offre per la Toscana”. “La questione ex Banca 121 andava trattata con maggiore equilibrio e serenità – ha detto Pieraldo Ciucchi (Socialisti democratici italiani) – non possiamo dimenticare la grande funzione ed il ruolo del Monte dei Paschi all’interno dell’economia toscana”.
Da qui il vero problema: ovvero la crisi di sistema, dove però le banche italiane hanno una loro solidità. “Ma saremo in grado di dare una risposta alla crisi istituzionale? – ha concluso – non so se ci riusciremo”. Nella replica, l’assessore Montemagni, sottolineando che il proprio intervento era mirato alla specifica richiesta, ha evidenziato quattro punti fondamentali: la tutela del risparmiatore; l’iniziativa del Monte dei Paschi come parte lesa; la necessità di una riforma dei controlli, quindi un riordino complessivo delle regole; la grande risorsa del Monte dei Paschi per la Toscana.
“Dovremo lavorare perché si rafforzi sempre più il ruolo di questa banca – ha detto – e quindi impegnarsi perché i centri decisionali del Monte restino in Toscana ed a Siena”.
Al termine del dibattito, il Consiglio ha approvato a maggioranza un ordine del giorno presentato dai gruppi di centro-sinistra e da Rifondazione comunista, nel quale si impegna a “svolgere una propria azione su questi temi, consapevole della loro dimensione globale, al fine di promuovere il riordino delle funzioni e degli strumenti di controllo delle autorità nazionali, la cui autonomia e indipendenza non può comunque essere messa in discussione”.
Il documento giudica positivamente il ruolo del Monte dei Paschi per la comunità toscana e la difesa ed il radicamento nelle comunità locali promossa dalle fondazioni bancarie, mentre rileva come “alcune scelte politiche del Governo vadano nella direzione opposta”. Nel corso delle dichiarazioni di voto, il primo firmatario dell’ordine del giorno, Paolo Cocchi (Ds), ha sottolineato che le situazioni di crisi dovrebbero essere occasioni per cercare di costruire le condizioni per il regolare funzionamento del sistema bancario, mentre spesso diventano un pretesto per i regolamenti di conti.
Luciano Ghelli (Comunisti italiani) ha precisato che, sebbene abbia votato il documento della maggioranza e di Rifondazione, non l’ha firmato, perché nel testo non è stata accolta la sua richiesta di chiamare il Monte a riferire sulla situazione in commissione. L’aula infine ha respinto una mozione del centro-destra (primo firmatario Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia), che chiedeva alla Giunta di “intraprendere tutte le iniziative utili per tutelare i risparmiatori toscani, verificare eventuali casi di omesso controllo, tutelare la credibilità del Monte dei Paschi e del sistema creditizio toscano, rafforzare i meccanismi di controllo della Regione”; la mozione infine impegnava la Giunta a informare periodicamente il Consiglio e a “contribuire alla costituzione di strumenti consiliari idonei che, previo esame dello stato dell’arte, consentano la proposizione di adeguate strategie”.
Mps, è un pilastro del territorio toscano e la Regione Toscana è nella proprietà della banca.
La conclusione della vicenda sembra essere l'accordo del Mps con alcune associazioni di consumatori per il tavolo di conciliazione sui prodotti "MyWay-4You" e per quello preannunciato sui falsi Btp. Una soluzione soddisfacende solo nello 0,44% dei casi analizzati. Se questo era l'obiettivo del presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, quando ha auspicato una maggiore tutela dei risparmiatori con iniziative della Regione stessa...
Il Consiglio regionale invece potrebbe chiedere a Mps il rimborso totale di tutti i prodotti finanziari oggi nell'occhio della magistratura civile e penale.
Ma non lo ha fatto nenanche l'opposizione che aveva chiesto il confronto, preferendo portare il tutto solo su un livello di scontro politico tra le parti.