FIRENZE- Il Tar del Lazio ha accolto la linea difensiva della Regione Toscana e delle Asl toscane, respingendo i ricorsi presentati dalla case farmaceutiche Roche Diagnostics, Abbott, Bayer, Menarini e Ortho Clinical Diagnostics, nonché da Assobiomedica, con i quali le aziende chiedevano l’annullamento del provvedimento dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato del 30 aprile 2003. La sentenza del Tar del Lazio risale a prima delle festività natalizie. Il provvedimento dell’Autorità, pesantemente sanzionatorio per le case farmaceutiche, traeva origine dal fatto che nel periodo 1998-2001 l’Autorità Garante aveva ricevuto numerose denunce, sia da parte di privati che da aziende sanitarie italiane – tra le quali la Asl 11 di Empoli e la Asl 12 di Viareggio – che segnalavano un forte aumento dei prezzi di acquisto delle strisce reattive per la rilevazione del livello glicemico nei pazienti diabetici.
Nelle denunce si evidenziava anche che, in occasione di una gara indetta nel 1997 per la fornitura triennale dei test diagnostici, tutte le industrie partecipanti avevano presentato offerte con prezzi analoghi tra loro, assai più elevati rispetto al passato.
A seguito di queste denunce, l’Autorità aveva avviato un’istruttoria approfondita, per accertare se le società farmaceutiche avessero coordinato la propria azione con l’intento di imporre un prezzo di vendita uniforme dei test diagnostici: comportamento, questo, in violazione degli articoli 2 e 3 della legge 287/90 (cosiddetta legge antitrust).
A conclusione di un ampio contraddittorio, con provvedimento del 30 aprile 2003, l’Autorità aveva accertato l’esistenza tra le imprese farmaceutiche sottoposte a indagine di un ‘cartello’, i cui effetti consistevano sia nel mantenere i prezzi dei test più elevati rispetto a un regime di libera concorrenza, che nell’ostacolarne la distribuzione tramite i presidi delle Asl. Nello stesso tempo, aveva ingiunto alle società la cessazione immediata del comportamento anticoncorrenziale, condannandole al pagamento di ingenti sanzioni pecuniarie.
Contro il provvedimento dell’Autorità, le società condannate avevano presentato ricorso al Tar del Lazio, chiedendone l’annullamento.
La Regione Toscana e le Asl del territorio hanno intanto intrapreso i passi necessari per promuovere l’azione di risarcimento danni davanti al giudice civile competente, per ottenere la restituzione dei soldi sborsati ingiustamente a causa della condotta delle case farmaceutiche.
“Il provvedimento dell’Autorità prima, e la sentenza del Tar adesso – commenta l’assessore Enrico Rossi – confermano che il nostro sistema sanitario si è comportato bene.
Un obiettivo fondamentale per la Regione Toscana, per le Asl, e quindi per tutti i cittadini, è l’eliminazione degli ostacoli alla piena affermazione della tutela della salute: tra questi, le manovre che possono impedire la corretta gestione delle risorse pubbliche”. (lz)