«Una mostra, da allestire alla Certosa, con le opere di Leonardo Savioli». E' il progetto al quale sta lavorando il consigliere dei DS Eliseo Longo insieme all'assessorato alla cultura. «Scomparso nel 1982 - ha ricordato Longo - Savioli è stata uno dei personaggi di spicco dell'architettura dell'ultimo cinquantennio. Allievo e collaboratore di Michelucci, ha iniziato la sua attività nell'immediato dopoguerra, collaborando con il suo maestro alla "ricostruzione" di Firenze. In seguito si è dedicato alla progettazione di unità abitative, allestimenti di mostre, alla pittura e alla grafica, mantenendo sempre uno stretto contatto con la ricerca formale attraverso l'insegnamento presso l'ateneo fiorentino».
«Dopo quasi un anno e mezzo di trattative - ha spiegato il consigliere dei DS - il Comune ha espresso parere positivo all'acquisizione gratuita dello studio di questo importante architetto e artista fiorentino. Per ottenere il via libera del Comune all'acquisizione del suo studio sono stati necessari diversi incontri con gli assessori alla cultura, all'urbanistica, con la soprintendenza e con l'archivio di stato. Alla fine di questo percorso la giunta ha dato parere positivo all'acquisizione non solo dell'immobile, che si trova nella collina proprio di fronte alla Certosa, ma anche di tutte le circa 300 tele, i grafici ed i disegni di Savioli.
E' stata la stessa vedova, la signora Flora Wiechmann, che ha scelto di donare questo grande patrimonio a Firenze, città che Savioli ha sempre amato e valorizzato con intuizioni che oggi trovano la loro realizzazione». «Nel suo libro "La città ideale", che è stato edito da "Il Ponte - ha concluso Longo - abbiamo un idea di come Savioli concepisse Firenze: una città ad ampio respiro in ogni suo aspetto, economico, culturale, infrastrutturale e sociale. I suoi allievi hanno avuto insegnamenti così innovativi che, ancora oggi, sono un punto di riferimento per lo sviluppo della città.
Tanto per fare un esempio Savioli concepiva l'Arno nel contesto della mobilità e del traffico metropolitano».