Ripopolare Firenze attraverso il recupero delle aree dismesse. E' questo il principio cardine del Piano Strutturale, che sarà portato all'attenzione del consiglio comunale alla fine di gennaio su proposta dell'assessore all'urbanistica Gianni Biagi. L'iter consiliare è iniziato qualche giorno fa con l'avvio dell'esame, da parte della conferenza permanente della commissione consiliare terza, della bozza del Piano Strutturale. Inoltre una copia della bozza è stata inviata, oltre anche ai membri della giunta, ai consiglieri comunali, ai consigli di Quartiere, alle associazioni di categoria con l'obiettivo di avviare un'ampia consultazione e collaborazione che, nel corso del mese di gennaio, conduca a una definizione partecipata delle linee guida del Piano Strutturale.
"L'elaborazione e l'adozione del Piano Strutturale quale nuovo strumento di governo del territorio non solo comunale ma anche metropolitano era uno dei temi contenuti nel programma del sindaco Domenici - spiega l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi -. In questi anni abbiamo lavorato per dotare la città di questo strumento di programmazione urbanistica introdotto dalla legge regionale 5 del 1995, anche in collaborazione con la Regione, la Provincia di Firenze e i comuni dell'area metropolitana fiorentina.
Adesso il lavoro è arrivato nella fase conclusiva". Il Piano Strutturale si basa su alcuni principi chiave come lo stop alle nuove espansioni urbane, la riqualificazione l'esistente con un'attenzione particolare alle aree industriali dismesse, la necessità di ripopolare Firenze e l'applicazione delle nuove normative in materia di tutela e salvaguardia ambientale. Una delle novità contenute nel piano consiste nell'introduzione del divieto di realizzare nuovi edifici privati più alti di 20 metri, che corrisponde a sei-sette piani, in tutto il territorio comunale.
"Si tratta di riaffermare un concetto chiave della percezione della città - spiega l'assessore Biagi - ovvero che il punto di vista privilegiato della città debba essere pubblico. La collina deve essere il punto di vista pubblico più alto e condiviso da dove si percepisce il sistema urbano. E questo privilegio deve restare a vantaggio del punto di vista pubblico in ogni parte della città anche al suo interno. Non verranno realizzati quindi grattacieli privati - conclude l'assessore Biagi - visto che il limite dei venti metri potrà essere derogato soltanto per rilevanti emergenze pubbliche".