A Pisa sabato, domenica e lunedi' sarà di scena Die Lustige Witwe di Franz Lehàr, libretto di Victor Léon e Leo Stein dalla commedia L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac, nell’allestimento del Teatro Politeama Pratese, produzione del Teatro di Pisa in collaborazione con l’Accademia Chigiana di Siena.
Il prossimo appuntamento della stagione d’opera, dunque, è con i tre atti dell'operetta sicuramente più famosa e più conosciuta al mondo, nella scintillante regia di Simona Marchini e sotto la finissima direzione del M° Ottavio Marino, uno spettacolo che ha riscosso un notevolissimo successo sia al suo debutto lo scorso anno a Prato che nelle due recite di pochi giorni fa a Siena.
La trama è ben nota: l'azione si svolge a Parigi presso l'Ambasciata di Pontevetro.
Il Barone Zeta deve a tutti i costi risollevare le finanze del suo Paese e vorrebbe che Niegus, cancelliere dell'ambasciata, corteggiasse la ricca ereditiera Anna Glawary al fine di sposarla, per evitare che il capitale da lei posseduto sia stornato in altri paesi. Niegus, però, non è affidabile. L'unico che potrebbe avere successo è il Conte Danilo che, con Anna, aveva avuto in passato una storia d'amore. Si organizza una festa e si fa in modo che i due si incontrino. Durante la festa si intrecciano amori segreti e, al sopraggiungere del Barone, per evitare lo scandalo, Niegus sostituisce Valencienne con Anna.
Danilo, all'oscuro di tutto, crede veramente che la vedova se la intenda con Camillo e decide di allontanarla…Confusione, imbarazzo e risate portano ad un lieto finale.
Non è insolito che un grande capolavoro nasca per circostanze casuali o che all' inizio non venga identificato come tale incontrando ostacoli ed incomprensioni. E' quello che è accaduto anche a questa famosa operetta. L'autore, l'ungherese Franz Lehàr, a causa di alcuni insuccessi, non godeva di eccessiva fama nell'ambiente musicale e per ottenere questo nuovo incarico dovette comporre un duetto a titolo di prova che, nella fretta, suonò per telefono ad uno dei librettisti.
La sfiducia con cui venne accolta la Vedova Allegra si trasformò lentamente in un grande successo fino a che questo capolavoro non verrà considerato appunto l' operetta per eccellenza.
"La Vedova allegra?- spiega la stessa regista- Una donna cinica che seduce con il denaro. In questo spettacolo cerco di esasperare l’aspetto più cinico dell’opera: l’idolatria del denaro… Del resto quest’operetta composta da Lehar nel 1905 smaschera una nobiltà estenuata e debilitata che abbandonandosi al godimento e alla superficialità dimentica le insicurezze, anche quelle di un mondo in decadenza che solo qualche anno più tardi conoscerà la Grande guerra ".
L’allestimento frizzante e dinamico con le scene di Pasquale Grossi e le coreografie di Franco Miseria rispetta l’ambientazione originale nella Parigi aristocratica ‘fin de siecle’, ma riserva delle sorprese…".
Il cast è ricco di interpreti d’eccezioni, alcuni dei quali già ben noti al nostro pubblico: nel ruolo di Hanna Glawari si alterneranno infatti Yolanda Auyanet (20-22), indimenticata stella della recentissima Traviata, e Lei Ma (21) uscita dai prestigiosi corsi dell’Accademia Chigiana di Siena, Gabriele Ribis è il conte Danilo Danilowitch, Marcello Lippi il barone Mirko Zeta, Valencienne è interpretata da Roberta Canzian (20-22) e Evguenia Braynova (21), Camille de Rossillon Giorgio Casciarri, il visconte Cascada Marco Cristarella Orestano, Raoul de St-Brioche Emanuele D’Aguanno, Bogdanowitch Gianluca Ricci, Sylviane Mirella Di Vita, Kromow Sandro Mabellini, Olga Eva Mabellini, Pritschitch Alessandro Bilotti, Praskowia Costanza Redini, ed infine uno strepitoso Gennaro Cannavacciuolo interpreta Njegus.Le raffinate scene sono firmate da Pasquale Grossi, i costumi elegantissimi da Fabio Bergamo e le coreografie da Franco Miseria.
Maestro del coro Lorenzo Fratini, orchestra Camerata Strumentale "Città di Prato", Coro "Guido Monaco" di Prato, Corpo di Ballo Associazione Santandrea Teatro.Teatro pressochè esaurito su tutte le recite, con pochissimi biglietti spersi rimasti disponibili.
Le opere in programma nel prossimo mese di gennaio al Teatro Goldoni (Stagione Lirica 2003-2004)
Il cartellone prevede un nuovo allestimento di Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni (26 e 27 gennaio, ore 21), che sarà abbinata per la prima volta con La vida breve, l’unico lavoro per il teatro musicale realizzato dal più grande compositore spagnolo del Novecento, Manuel De Falla.
Sul podio un direttore di chiara vocazione mascagnana quale il M° Massimo De Bernart; la regia sarà affidata a Marco Gandini, che vanta importanti collaborazioni con teatri quali La Scala di Milano, il Liceu di Barcellona e l’Arena di Verona. Seguirà Sogno di una notte di mezza estate di Benjamin Britten (30 e 31 gennaio, ore 21), per il Progetto CittàLirica Opera Studio che quest’anno si è avvalso della regia di Lindsay Kemp, artista molto noto a Livorno anche per aver firmato alcuni fortunati allestimenti lirici del CEL (Iris ’98, Il flauto magico ’99, Le maschere 2001); direzione del giovane Maestro inglese Jonathan Webb, già applaudito nella nostra città nel titolo inaugurale della stagione (La traviata, ottobre 2003) ed apprezzato al Carlo Felice di Genova in un’altra opera di Britten (The rape of Lucretia).
TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
La maggior parte delle voci maschili e femminili che riscuotono le belle lodi della critica e del pubblico dà appuntamento a fiorentini e turisti nella Chiesa di S.
Stefano al Ponte Vecchio sabato 20 dicembre alle ore 18 e domenica 21 alle 11 del mattino, per augurare con le solenni note del “Gloria” di VIVALDI e del “Magnificat” di MOZART il Buon Natale, una sezione più ristretta è già partita alla volta di Aosta, lì invitata per partecipare ad una serie di ben cinque concerti fra castelli, chiese e al Conservatorio di Torino.
A Firenze il Coro sarà diretto naturalmente dal suo Maestro, l’argentino JOSE’ LUIS BASSO, sul podio anche della giovane ORCHESTRA MIMESIS MAGGIOARTE, il “prodotto” dei corsi di alta formazione strumentale lirico-sinfonica realizzati appunto dal Teatro del Maggio con i fondi europei, che per quest’occasione si ricostituisce e si accomiata, dopo gli applauditi concerti in alcuni dei luoghi più belli di Firenze, dal Teatro Goldoni a Palazzo Strozzi, dal Salone dei Cinquecento a Palazzo Pitti, dalla Pergola ai Rinnovati di Siena.
Solisti dei due capolavori sacri barocchi sono Giulia Tamarri, Elizabeth Chard, Nadia Sturlese Jorge Ansorena e Diego Barretta; all’ organo Andrea Severi.
I biglietti, a posto unico, costano 15 euro ( ridotti 10), e si possono acquistare anche alla Chiesa di S.
Stefano un’ora prima dei due concerti.