FIRENZE- Il condono edilizio deciso dal Governo non si applicherà nella nostra regione. La Toscana ha già la sua legge edilizia e sarà questa a prevalere, con l’unica eccezione degli aspetti relativi alle norme penali che la Costituzione riserva allo Stato.
Alla fine della mattinata il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge della Giunta, che annulla gli effetti amministrativi del condono edilizio in Toscana e riafferma la validità della normativa regionale. Hanno votato a favore i consiglieri della maggioranza e di Rifondazione comunista, contro i consiglieri di centro-destra.
Una ,legge che fa leva su due aspetti.
Da un lato, la normativa sul governo del territorio è materia di competenza concorrente; quindi spettano allo Stato i principi e alle Regioni le norme di dettaglio, e non è possibile considerare il condono una normativa di principio, visto che entra in gioco come misura di carattere eccezionale. Secondo aspetto: alla lettera, il provvedimento nazionale interviene “nelle more della normativa regionale”, ma la Toscana la normativa ce l’ha e quindi manca la ragion d’essere dell’intervento nazionale.
“Il condono del Governo, che ormai è legge, premia chi non rispetta le regole, mette in discussione la tutela del territorio, fa danni a livello ambientale e idrogeologico, espropria le competenze della Regione, pesa sui bilanci dei Comuni”.
Questo il duro giudizio del presidente della commissione Territorio e ambiente, Sirio Bussolotti (Ds), intervenuto per primo in aula per illustrare il provvedimento. La Regione, ha sottolineato Bussolotti, ha già adeguato la propria normativa al testo unico sull’edilizia e ha già una disciplina per regolare piccoli abusi e illeciti con richieste di sanatoria. La proposta di legge riafferma la validità di queste norme. Del tutto opposta l’opinione di Maurizio Dinelli (Forza Italia), che come esponente del centro-destra ha già annunciato un voto contrario.
“Il condono non è un provvedimento che vuole fare cassa, anzi vuol mettere la parole fine sull’abusivismo che c’è stato in questi anni – ha detto – e la Toscana non creda di essere immune dal fenomeno dell’abusivismo: basta leggere l’ultimo rapporto di Legambiente per rendersi conto che siamo ai primi posti”. Per Dinelli, poi, i piccoli abusi di cui la Toscana è piena sono dovuti alla farraginosità della normativa e questa proposta di legge non fa che aumentare incertezza e confusione nei cittadini.
“Un provvedimento di grande importanza, che intende preservare il patrimonio ambientale, culturale e civile della Toscana e lo fa ribadendo il valore della legislazione regionale vigente”. Questo il commento di Marisa Nicchi (Ds), secondo la quale il condono viceversa legalizza grandi abusi ed espropria le competenze regionali. “L’unico metodo per combattere l’abusivismo – ha aggiunto – è dire chiaramente che non ci saranno mai condoni, perché fino a che rimarrà questa prospettiva anche gli abusi rimarranno”.
Anche per Erasmo D’Angelis (Margherita) il condono premia la criminalità, che regolarmente investe in questo settore confidando nelle sanatorie; in questo modo si allarga l’area dell’economia in nero, si producono danni ambientali e incertezza del diritto e, oltretutto, si prosciugano le casse dei Comuni costringendoli a realizzare le opere di urbanizzazione connesse alla regolarizzazione degli abusi. “Di fatto, siamo costretti ad un atto di autodifesa – ha dichiarato Fabio Roggiolani (Verdi) – Ne comprendiamo bene la pesantezza dal punto di vista politico e legislativo e i rischi di incertezza che innesca nei cittadini, ma se accettassimo quanto viene dal Governo, abdicheremmo a tutto quello che la Toscana ha fatto in questi anni per l’ambiente, il paesaggio, la legalità”.
“Basta essere mediamente intelligenti, a prescindere dalle appartenenze politiche – ha aggiunto – per capire che il condono aiuta i piccoli e grandi criminali e le mafie, mentre costringe i Comuni a spendere per le opere di urbanizzazione”.
Secondo Maurizio Bianconi (An) con questa proposta di legge “si è dato il via a un’operazione di macelleria giuridica”. Davanti alla tesi non peregrina, che la Regione Toscana avendo già dato attuazione alla delega si opponga all’intervento nazionale, si è reagito non solo presentando un legittimo ricorso alla Corte Costituzionale, ma facendo una nuova legge che afferma che la legge nazionale non è valida, sostituendosi così al giudizio della Consulta.
“In pratica – ha proseguito Bianconi – ci si fa giustizia da soli: questo è un precedente gravissimo nei rapporti istituzionali, che crea inoltre gravi problemi ai Comuni, i quali non sapranno più quale provvedimento applicare”. Giovanni Barbagli (Rifondazione Comunista) ha replicato che l’appassionata difesa di Bianconi non sposta di una virgola il problema: “Questa legge – ha detto – fa parte di un pacchetto di leggi socialmente pericolose che il governo di centrodestra ha adottato in questo periodo.
Si sancisce di fatto la depenalizzazione dei disastri urbanistici: è chiaro che la sinistra, su questo ricompattata, non può che fare opposizione politica”. La proposta, invece, sancisce che in Toscana per i furbi non ci sarà vita facile. “Il conflitto istituzionale che si crea fra Stato e Regione è stato sottolineato anche dal Consiglio delle autonomie locali – ha commentato Lucia Franchini (Margherita) – e sicuramente questo creerà problemi ai Comuni. Ma non ci si può fermare a questo senza entrare nel merito delle questioni.
Il fatto è che ogni cittadino ha diritto di difendere il patrimonio architettonico e paesaggistico della Toscana, che con il condono rischia di essere distrutto”. “Il danno non lo fa chi si oppone al condono, ma chi l’ha varato”: questo il giudizio di Alfonso Lippi (Ds), secondo il quale la tesi che il condono serve per acquisire nuove risorse è sostenuta in modo fantasioso: da un lato si danno meno risorse ai Comuni, dall’altro non si tiene conto che non esiste condono vantaggioso per le amministrazioni comunali, dato che esse spendono per realizzare le infrastrutture necessarie il triplo di quanto incassano.
Il presidente della Giunta regionale Claudio Martini ha fatto presente che nel presentare questa proposta di legge il Consiglio regionale è in sintonia con l’opinione pubblica: “Una consapevolezza, questa, che ci deriva da una serie sistematica di incontri, da cui abbiamo ricavato che la stragrande maggioranza della società organizzata è contro il condono”. Secondo Martini, non è a causa dell’iniziativa toscana che si crea confusione ai cittadini, ma a causa dell’iniziativa del governo, che è intervenuto quando in Toscana una legge contro gli abusi edilizi c’è già.
E comunque, la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi entro sessanta giorni: quindi basta che i cittadini aspettino. Ancora, non è sostenibile la tesi per cui la Regione farebbe opposizione al condono per contrastare Berlusconi. “In questi giorni – ha spiegato il presidente – stiamo cercando di riannodare i rapporti con il governo nazionale per una serie di questioni importanti per la Toscana. Nei prossimi mesi, da parte nostra ci saranno richieste di collaborazione al governo, ma anche altri ricorsi: questo perché non assumiamo posizioni aprioristiche, ma valutiamo nel merito di volta in volta”.
Infine, Martini ha raccolto l’impegno, augurandosi che sia “bipartisan”, di fare un baluardo contro l’abusivismo intensificando i controlli. Anche l’assessore all’urbanistica Riccardo Conti ha sottolineato che il condono “è un segnale che riproduce l’abusivismo attraverso la sanatoria dell’abusivismo. Anche in passato è sempre stato così”. Così come, ha proseguito Conti, il governo dimostra cecità nel non aver valutato che, per gli scorsi condoni, i risultati ottenuti non erano quelli attesi: si applica una sorta di federalismo alla rovescia, aggravando il carico di lavoro dei Comuni senza attribuire loro risorse adeguate.
“La pianificazione territoriale per la Toscana è un valore” ha concluso Conti, e la Toscana si è mobilitata per difenderla.
Respinto, con i medesimi schieramenti, un ordine del giorno presentato da Franco Banchi (Udc, vicepresidente della commissione Territorio e ambiente), che chiedeva il ritiro della proposta di legge. Secondo l’ordine del giorno, ha spiegato Banchi, il provvedimento regionale determinerebbe il “caos amministrativo presso tutti gli uffici di tutti i Comuni”. Della stessa idea sia il capogruppo di Alleanza nazionale, Maurizio Bianconi, che il capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Zirri.
Per Bianconi, la legge regionale è pericolosa anche perché, non aspettando il regolamento sulle materie di legislazione concorrente che dovrà arrivare dalla Corte Costituzionale, rischia di scardinare un meccanismo; la Toscana così pecca di “eccesso doloso di legittima difesa, in altre parole si fa giustizia da sé”. Zirri ha sottolineato che “in questo modo la Regione imporrà ai Comuni toscani una perdita netta del 50% dell’intero volume delle sanzioni derivanti dal condono e negherà ai propri cittadini un diritto che tutti gli altri hanno”.
Per la maggioranza, hanno dichiarato il voto favorevole anche Pieraldo Ciucchi, capogruppo dei Socialisti democratici italiani, Erasmo D’Angelis (Margherita), Sirio Bussolotti (Ds), Alessandro Starnini (Ds) e Nino Frosini (Comunisti italiani). Per Ciucchi “il condono dimostra i limiti delle strategia economica del Governo”. “Bisogna far valere le ragioni della legalità, non far cassa ai danni dell’ambiente e dei cittadini onesti”, ha detto D’Angelis, mentre Bussolotti ha sottolineato che “la cultura del condono è nel modo di legiferare del centro-destra”.
Starnini infine ha invitato la Giunta a dare il massimo di pubblicità sul senso di questo provvedimento alle famiglie, agli enti locali e agli operatori privati.
“Questa legge esprime la perfetta sintonia tra l’assemblea regionale e la stragrande maggioranza della società toscana che si è dichiarata apertamente contraria al condono edilizio”. Così il presidente della Regione Claudio Martini commenta l’approvazione in Consiglio regionale della legge che conferma la validità della normativa regionale in materia edilizia e, in questo modo, ‘sterilizza’ gli effetti del condono in Toscana.
“In questi mesi – spiega il presidente – la quasi totalità dei soggetti politici, culturali, economici, sociali, accademici che operano in Toscana ha espresso il suo netto rifiuto rispetto a questa scelta del governo, che tollera e, in prospettiva incoraggia l’abusivismo. Il condono è basata sul fatto che le Regioni non abbiano una loro normativa. Ma in Toscana una normativa che regola la materia c’era già: oggi il Consiglio regionale ha confermato quella impostazione”. “Questa legge – sottolinea l’assessore al territorio Riccardo Conti - riafferma il principio del governo del territorio: per rispondere alle legittime esigenze di sviluppo della nostra regione occorre una pianificazione attenta, efficiente, snella, aperta alla società e ai cittadini e non una misura ingiusta, inutile e dannosa come il condono.
Il condono è ingiusto perché premia i furbi a scapito degli onesti, inutile, perché se consente allo Stato di far cassa, porta Regioni e Comuni a sostenere spese superiori, dannoso perché tollera l’illegalità di chi con l’abusivismo ferisce l’ambiente e il paesaggio”. Conti evidenzia che la legge approvata oggi se contrasta con forza l’illegalità e i grandi abusi, conferma il regime sanzionatorio per i piccoli abusi: “Se vi sono piccole opere interne da risanare, difformità spesso involontarie, la legge permette di sanarle”.
Oltre alla norma approvata oggi l’altro strumento con cui la Regione si oppone al condono edilizio è il ricorso, presentato alla Corte Costituzionale. “Siamo certi delle nostre ragioni: con il condono lo Stato ha invaso le competenze a noi riconosciute dal nuovo Titolo V della Costituzione. Entro 60 giorni, comunque, la Suprema corte dovrà pronunciarsi. In questa fase vorrei consigliare ai cittadini toscani interessati un atteggiamento di attesa. Se dovete istruire una pratica, è bene aspettare che vi sia piena chiarezza.
E la chiarezza arriverà con la sentenza”.