Prosegue lo smantellamento delle costruzioni abusive al campo nomadi Masini. Dopo quelle del 25 settembre e del 13 novembre, stamani si è svolta una nuova operazione, che ha portato allo smantellamento di 12 baracche, più altre 7 abbattute dagli stessi occupanti, e all'allontanamento di una roulotte con abusivi. All'operazione di stamani hanno partecipato Polizia Municipale, forze dell'ordine, tecnici del Comune, Protezione Civile e Quadrifoglio. Nessuna "autorità" del Comune o del Quartiere, con spirito natalizio, ha potuto presentarsi e non c'è stato alcun preavviso.
Nemmeno i giornalisti ne erano informati: solo Controradio ha intervistato la consigliera comunale Grazzini, che ha contestato le modalità dell'azione.
Obiettivo dell'intervento, il ripristino delle condizioni di sicurezza stabilite dall'Amministrazione Comunale nell'agosto scorso, con la disposizione delle roulotte in modo da permettere sia eventuali vie di fuga, sia l'accesso dei mezzi di soccorso in caso di necessità. Ma col freddo che avanza, famiglie di minimo 5 persone sono costrette adesso a
vivere pigiate nelle roulotte, senza spazio per cucinare, mangiare, lavarsi.
Come noto sono già iniziati i lavori per la costruzione delle nuove abitazioni al "Poderaccio basso", dove troveranno alloggio circa 80 famiglie Rom (500 persone).
Una volta terminato questo intervento, partirà la risistemazione di tutta l'area del "Poderaccio alto", dove verranno collocate altre 33 case che ospiteranno i nuclei Rom ora al Masini.
Immediata è partita una lettera aperta al Sindaco di Firenze da parte di un gruppo di insegnanti sulle demolizioni al campo rom del Masini.
"Caro Sindaco Domenici,
Siamo un gruppo di insegnanti di italiano lingua seconda che opera nel Quartiere 4 anche con i bambini rom del campo Masini. Siamo stati al campo Masini oggi tre dicembre, perché eravamo stati avvertiti da una radio locale che un gruppo di tecnici del Comune stavano buttando giù le baracche in legno del campo.
I tecnici erano accompagnati dai vigili urbani, supportati da Polizia e carabinieri.
La situazione che si è parata davanti ai nostri occhi è stata più grave di quanto ci aspettavamo, perché non erano baracche quelle che cadevano, ma tutte le verande aperte e i gabbiotti usati dai rom per non cucinare a cielo aperto e lavarsi con docce di fortuna: infatti le roulottes che lei e la sua giunta avete comprato per le famiglie rom del masini sono troppo piccole per il numero dei componenti dei nuclei che le hanno ricevute, che quindi non hanno un posto coperto per mangiare e per lavare i propri bambini.
Questo significa che quando arriveranno a scuola i compagni e le maestre si lamenteranno del cattivo odore che emanano e per la vergogna alcuni rimarranno a casa (alcuni casi di questo tipo sono già accaduti dopo le precedenti demolizioni).
Alcune osservazioni e una richiesta:
1.
nessuno del campo risultava avvertito che oggi ci sarebbe stata la demolizione
2. un vigile presente ha detto che l’ordinanza di demolizione era stata scritta ad hoc e non si trattava della stessa rivolta ai rom non autorizzati a permanere
3. le famiglie colpite dalle demolizioni rientrano nei nuclei compresi nell’elenco di chi era stato autorizzato a rimanere
4. nessun altro, né politico, né degli uffici rom del Comune era presente per spiegare la situazione alle famiglie
5.
di conseguenza l’amministrazione non ha fornito alle famiglie autorizzate un’alternativa praticabile, per soddisfare le necessità primarie di vita che hanno portato a questi piccoli accorgimenti.
chiediamo quindi che fine hanno fatto:
- la politica della mediazione che aveva consentito nel momento dello sgombero di giugno di far andare senza troppi conflitti tutte le famiglie al banti,
- i diritti di queste persone di lavarsi, dormire e cibarsi in uno spazio che consenta di farlo
- le promesse (fatte da voi a giugno) di consegna in tempi brevi del primo lotto del villaggio di casette prefabbricate.
questo significherebbe la possibilità di sostare come previsto le famiglie del Poderacciomnel villaggio e le famiglie autorizzate del Masini al Poderaccio
In quanto operatori docenti di italiano ai bambini del campo e soprattutto cittadini di Firenze Le chiediamo anche come possiamo noi facilitare la promozione scolastica e quindi sociale attraverso l’insegnamento dell’italiano e la condivisione di regole certe del nostro sistema di vita, se sembra che queste regole per i rom siano ridefinite continuamente e non ci sia per loro un orizzonte di aspettativa certo, garantito.
In attesa di una sua risposta, distinti saluti.
Maurizio Sarcoli e un gruppo di insegnanti che opera nel Quartiere 4"