"Rimettendo a posto vecchie carte abbiamo scoperto una cosa che ci ha fatto sentire colpevoli di imperizia, distrazione e comportamento approssimativo (colpe queste da distribuire però in modo equo e proporzionale ai pesi politici ed alle responsabilità amministrative in tutto il palazzo) -scrive a NOVE Francesco Mencaraglia, consigliere comunale del Partito della Rifondazione Comunista a Scandicci- Nel piano di dismissioni immobiliari del comune di Scandicci figura anche un appezzamento di terreno in località Ponte a Greve (non meglio definito).
Questo appezzamento, e qui sta la nostra colpa, non è un appezzamento qualsiasi, ma è un appezzamento che rientra nel piano di zona per l'edilizia economica e popolare; almeno così si legge in uno dei documenti relativi alla proposta di dismissione dei beni immobiliari.
Ora: 1) il costo dei terreni è parte significativa del costo finale degli immobili; con le difficoltà che ci sono rinunciare a priori a terreno destinato ad edilizia pubblica e privata ci sembra sciocco 2) pur non avendo al momento idea precisa sulla collocazione di questo terreno è senz'altro nei pressi di una zona che sarà investita in modo particolare dalle pproposte di piano strutturale (ricordo che nella zona di S.
Giusto sono previsti salo errori qualcosa cone 12000 mq di residenziale e 16000 di ricettivo).
Conclusione: si deve riesaminare (e di corsa!) la funzionalità del terreno ai fini della realizzazione di edilizia economica; abbiamo già segnalato il caso con una interrogazione, lo porremo di nuovo in commissione durante l'incontro con Casa SpA (come porremo in disucssione il tormentone del recupero dello scheletro di via Bassa). E, a proposito, visto che sono ormai numerose le indicazioni che abbiamo pubblicamente dato a proposito del tema casa ed edilizia economica, ci farebbe piacere se, tra un totosindaco e l'altro, la maggioranza potesse esprimere (indipendentemente da quanto accade nell'aula del consiglio) un parere.
O la politica a Scandicci si fa esclusivamente in consiglio comunale?"