Paolo Poli porta in scena "Jacques il fatalista" del filosofo e illuminista Denis Diderot, in programma al Teatro della Pergola di Firenze dal 25 novembre a domenica 7 dicembre.
Nell'adattamento del capolavoro narrativo di Diderot, ad opera dello stesso Poli e di Ida Ombroni, l'attore toscano è Jacques, il servo logorroico dallo spirito irriverente.
Come nel romanzo di Diderot, Jacques accompagna il suo padrone in un viaggio senza meta né fine, nel corso del quale incontra una serie di personaggi stravaganti: finti indiani, finte pastorelle, finte odalische, finte sirene, finti cavalli, ecc.
Ne scaturiscono contrattempi, disavventure ed equivoci, tutte ghiotte occasioni per mille riflessioni sulla vita e sull'amore che regalano al pubblico due ore di intelligente divertissement.
Merito anche dei fantasiosi e immaginifici scenari realizzati da Emanuele Luzzatti, dei giocosi costumi di Santuzza Calì, delle coreografie di Alfonso de Filippis, delle musiche di Jacqueline Perrotin (deliziose canzoncine di racconto e commento cantate dallo stesso Poli e dai sette attori che lo accompagnano) e dall'affiatato gruppo di sette attori-ballerini che, con straordinaria abilità trasformistica, si calano di volta in volta nei panni di una perfida dama o di un frate corrotto.
Tra tutti spicca un Paolo Poli in stato di grazia, perfetto nei panni del suo Jacques arguto, dissacrante e malizioso, un genio del trasformismo che, all’età di settantatre anni, aggiunge una nuova perla alla sua collezione di spettacoli.
[Susan Sabatini]
Secondo appuntamento nell’ambito della Stagione di Prosa con un gioiello del ‘700, presentato dalla Compagnia Glauco Mauri, IL BUGIARDO, interpretato da Glauco Mauri (Pantalone) e da Roberto Sturno (Lelio) e firmato dallo stesso Mauri, per la prima volta nel corso della sua straordinaria carriera alle prese con la leggerezza di Carlo Goldoni, di scena da lunedì 24 a mercoledì 26 novembre alle ore 21 al Teatro Verdi.
Un appuntamento a lungo meditato- spiega Mauri- e al quale, dopo aver portato sulla scena tanti dei più grandi classici del lontano e recente passato, ricordiamo qui a Pisa ultimo in ordine di tempo un suo magnifico Re Lear, non potevamo mancare.
Goldoni rappresenta una delle più gloriose realtà del teatro, non solo italiano, di tutti i tempi e Il Bugiardo è tutt’ora una delle sue opere più amate dalle platee di tutto il mondo.
La scelta de Il Bugiardo ha da parte nostra una meditata motivazione. Oltre all’indiscusso valore teatrale, questa commedia offre la possibilità di inventare uno spettacolo vivo e divertente, e di poter illuminare il testo di una sua particolare "poetica". Le "spiritose invenzioni" di Lelio, vissute con l’ironia a volte amara di Goldoni, aprono un colorito interrogativo sul fascino ambiguo, ma non privo di poesia, che può nascondersi nella "bugia".
In un mondo impigrito dalle consuetudini e da polverose regole, l’affascinante poesia del Bugiardo porta un bagliore di vita e di allegria che ci diverte, ma ci fa anche riflettere sulle nostre debolezze e i nostri difetti.
La commedia, messa in scena nella primavera del 1750 dalla troupe di Girolamo Medebach prima a Mantova, poi a Milano, approdò in autunno sul palcoscenico del Teatro di San Angelo a Venezia, ottenendo un buon successo, come racconta Carmelo Alberti. Pur ispirandosi al Menteur (1642) che Corneille ha ricavato, a sua volta, dalla Verdad sospechosa (1630) di Alarcòn, Goldoni afferma di aver svolto l’intreccio in modo originale, adattandolo al gusto di un pubblico eterogeneo.
Per dare "risalto" ad un carattere nefasto, lo oppone a quello di un "timido"; il congegno comico funziona per merito del fervore del bugiardo che, in balìa di un vizio assurdo, non sa fare a meno di enunciare una falsità dopo l’altra, con una fecondità tale "che una ne suol produr più di cento, e l’une han bisogno dell’altre per sostenersi". La messainscena di Mauri è innovativa e poetica, tanto studiata quanto efficace, mantenuta sul filo della fantasia e del grottesco, attenta a scoprire le relazioni con la dimensione del contemporaneo.
Coprodotto con Estate Teatrale Veronese, lo spettacolo si avvale delle scene e dei costumi di Alessandro Camera, ed è interpretato anche da Giulio Pizzirani (Dottor Balanzoni), Stefania Micheli (Rosaura), Valentina Valsania (Beatrice), Daniele Griggio (Brighella), Giorgio Lanza (Arlecchino), Chiara Andreis (Colombina), Mino Manni (Ottavio), Nicola Bortolotti (Florindo) e Natale Russo (Vetturino, Giovane e Portalettere).
Biglietti ancora in vendita da 24 a 7,50 Euro per ammirare un Goldoni che, come sempre, ci parlerà con la sua sorridente ironia dell’uomo con le sue luci e le sue ombre, i suoi errori e la sua gioia di vivere.
In occasione de Il Bugiardo, prende il via anche il fortunato ciclo degli Incontri di Yorick!: mercoledì 26, in teatro al Café-Foyer, alle ore 17.30, Glauco Mauri e Roberto Sturno parleranno della loro esperienza e de Il Bugiardo.
Come di consueto, coordina Franco Farina con i giovani redattori di Yorick.