(5 novembre 2003) – Negli ultimi mesi, le sostituzioni di treni con bus sono aumentate del 900 % rispetto al giugno scorso. Quasi la metà dei treni individuati come i più critici dalla Regione fa ancora registrare ritardi superiori ai cinque minuti. Tutto questo avviene in un contesto di progressivo aumento dei viaggiatori: dal 2000 ad oggi in Toscana siamo passati da 160.000 a quasi 200.000 passeggeri al giorno. Sono solo alcuni dei dati forniti dall’assessore regionale ai trasporti, Riccardo Conti, nella sua comunicazione in Consiglio regionale sui disservizi delle ferrovie e le azioni messe in campo dalla Regione.
Ad aggravare la situazione, ha aggiunto Conti, sono le giustificazioni “accampate” da Trenitalia: motivi organizzativi legati al rinnovo del contratto dei ferrovieri e difficoltà sindacali. “Trenitalia ha l’obbligo di garantirci un servizio dignitoso – ha detto Conti – per contratto, non può sopprimere treni per motivi che non siano eccezionali ed imprevisti, questi sono motivi ordinari”. Quindi, anche se si tratta di una materia apparentemente estranea alle competenze regionali, la Giunta toscana – ha annunciato l’assessore - inserirà nel prossimo contratto di servizio la richiesta esplicita di un certo plafond di personale che l’azienda dovrà garantire.
Non solo, ma chiederà di trovare un meccanismo per rimborsare i pendolari e i titolari di abbonamenti che regolarmente incappano in disagi e ritardi. Su questo punto l’assessore ha chiarito che non è possibile utilizzare direttamente i soldi ricavati dalle sanzioni comminate a Trenitalia. “Siamo pienamente disponibili a concordare col Consiglio la destinazione di queste multe, che dev’essere il più possibile trasparente – ha detto Conti – per il momento li abbiamo vincolati a investimenti per il miglioramento del servizio e abbiamo dato la possibilità agli utenti dell’area metropolitana di usare il treno col biglietto dell’Ataf; ora stiamo pensando di usarli anche per favorire il riuso dei locali nelle stazioni dimesse”.
Conti ha parlato anche dei problemi che ci sono nel percorso che dovrà portare alla gara per il servizio, chiamando in causa il Governo. “Ancora non sappiamo quale sarà la disponibilità di budget per il 2004 – ha detto – Il ministero del tesoro, poi, essendo l’unico azionista di FS, dovrebbe mettere a disposizione i treni per dare effettivamente anche ad altre aziende la possibilità di concorrere”. L’assessore infine ha sottolineato gli impegni della Regione sul fronte degli investimenti, del rinnovo del materiale rotabile, dell’integrazione tariffaria e del dialogo con i pendolari, chiedendo al Consiglio un’ulteriore spinta in questo senso.
Il Consiglio Provinciale ha dato il via libera con 17 voti a favore e 10 astensioni al protocollo d’intesa tra il comune di Pontassieve e la RFI, Rete Ferroviaria Italiana Spa per procedere alla riqualificazione delle aree urbane denominate “Borgo Verde” e “Borgo Nuovo”.
E’ infatti interesse di RFI il potenziamento del polo produttivo ferroviario di Pontassieve attraverso la concentrazione delle attività già insediate nell’area sud del complesso ferroviario del comune, la riqualificazione della stazione ferroviaria e della piazza ad essa prospicente con funzioni di interscambio attraverso anche un terminal bus, la realizzazione di un parcheggio scambiatore di circa 400 posti auto che favorisca l’interscambio con i servizi ferroviari in direzione di Firenze, Valdisieve, Valdarno, la ricollocazione sul mercato di aree non più utilizzate ai fini produttivi.
Il piano guida individua la localizzazione delle attività produttive manufatturiere nell’area Centauro, mentre prevede di localizzare nell’area “Borgo Nuovo” attività artigianali di produzione di beni artistici o connessi con i servizi alle persone ed alle residenze. Nell’ambito dei progetti sarà tenuto conto dell’eventuale recupero del manufatto industriale laddove compatibile con la destinazione prevista. Nell’area di “Borgo Verde” saranno rilocalizzate funzioni pubbliche (tribunale, sede A.S.L., servizi comunali ecc.) ubicate nel tessuto urbano in modo improprio e non più adeguate alle esigenze di funzionalità delle stesse.