FIRENZE- Dare più opportunità di lavoro ai giovani diplomati e, nello stesso tempo, offrire un canale di formazione tecnica superiore anche agli adulti nel quadro di una istruzione lungo l'intero arco della vita. E' questa la scommessa che sta dietro all'istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) uno strumento nuovo, introdotto nella legislazione del nostro paese nel 1998 e fatto proprio dalla Regione Toscana che è stata fra le prime a bandire corsi di questo tipo. Dal 1998 ad oggi la formazione tecnico-professionale superiore integrata ha superato la fase sperimentale per affermarsi sempre di più.
Per questo la Regione ha chiesto all'Irpet di fare il punto sui primi risultati per quel che riguarda gli interventi realizzati in Toscana. Ad oggi si sono susseguiti cinque bandi per un totale di 136 corsi. Ma che cos'è l'istruzione formazione tecnica superiore integrata? Si tratta di corsi, della durata di due, tre o quattro semestri, rivolti a giovani o adulti che, dopo le scuole superiori, intendono conseguire una qualifica fortemente legata alla realtà del lavoro. Si tratta di un canale formativo alternativo rispetto ai corsi di formazione professionale regionali e ai percorsi universitari tradizionali.
Hanno come obiettivo quello di facilitare l'inserimento professionale dei giovani offrendo loro competenze certificabili spendibili sul mercato del lavoro per favorire la mobilità e la riconversione per gli adulti occupati o disoccupati. A fine corso sarà rilasciata una certificazione valida a livello europeo e il riconoscimento di crediti spendibili anche nel sistema universitario. I corsi sono finanziati dal ministero della pubblica istruzione e da risorse regionali (Fse). “La Regione Toscana - ha spiegato l’assessore Benesperi - ha subito creduto in questo nuovo canale formativo che ci è apparso in piena sintonia con la politica di integrazione fra istruzione, formazione e lavoro che andavamo perseguendo.
Per questo abbiamo deciso di cofinanziare questo tipo di corsi con il duplice obiettivo di ampliare le opportunità per i diplomati in cerca di un lavoro e per le aziende sempre in cerca di manodopera qualificata e aggiornata”. E' appunto per capire se questi due obiettivi sono stati raggiunti che l'Irpet ha analizzato gli esiti dei corsi banditi negli anni 1998 e 1999. Per l'anualità '98-99 i corsi sono stati 25, per quella '99-2000 sono stati 28. La provincia che ha bandito il maggior numero di corsi è stata Firenze (con 11 corsi il 21% dell'offerta complessiva), seguita da Arezzo, Massa Carrara e Pisa con 6 corsi ciascuna e da Pistoia (3 corsi).
Per i primi due bienni, quelli interessati dalla ricerca, il macrosettore di specializzazione più interessato è quello dei servizi, con una netta prevalenza di corsi nel settore informatico (18%), seguito dall' assistenza sociale (15%) e dal turismo (11%). Nel macrosettore dell'agricoltura prevalgono i profili legati a un'agricoltura di qualità: biologico, enologia, agriturismo). I profili cambiano un po' nei tre bandi successivi che hanno dato vita a 84 corsi. La parte del leone la fanno sempre i servizi (che raggruppano il 70% dei corsi), con prevalenza dell'informatica (30%), del turismo (30%), dalla nuova specializzazione nel settore beni culturali (15%).
Meno richiesti i profili legati ad assistenza sociale e ambiente. L'industria conta un 25% di adesioni, con profili prevalenti nei campi dell'automazione e della logistica.
La ricerca analizza l'impatto sull'occupazione e l'efficacia dal punto di vista delle aziende. Complessivamente c'è una relazione positiva fra offerta formativa Ifts e fabbisogni professionali delle imprese. Solo il 9% dei corsi non risulta rispondente alla domanda. Buona anche la performance sul piano occupazionale.
La probabilità di trovare un lavoro, a venti mesi dalla conclusione dei corsi, è di circa il 18% superiore rispetto a quella di chi non ha frequentato i corsi. Anche i tempi della ricerca dell'occupazione sono più brevi. Gli ammessi ai corsi rilevano inoltre un miglioramento nella loro situazione personale maggiore di quanto non rilevino i non ammessi.