FIRENZE- Mario Galesi sarebbe uno dei due esecutori materiali dell'omicidio D'Antona. E' la convinzione degli inquirenti romani che stanno lavorando per ricostruire ruoli e responsabilita' del gruppo di fuoco dei brigatisti. La mattina del 20 maggio 1999 Galesi sarebbe sceso con un complice da un furgone, parcheggiato in via Salaria accanto al marciapiede dove fu ucciso D'Antona. Un elemento che porta a ritenere Galesi uno dei probabili killer e' la reazione - che gli e' costata la vita - il 2 marzo scorso, sul treno-Roma Firenze, nella sparatoria nella quale e' stata arrestata Nadia Lioce.
Uno degli capitoli ancora aperti della vicenda riguarda la pistola usata nell'omicidio. Secondo la polizia, l'arma sarebbe stata fatta sparire dopo la cattura di Nadia Lioce. Secondo gli investigatori, al momento dell'arresto di Nadia Desdemona Lioce, il livello piu' alto delle Br-Pcc era composto da quattro capi nella 'Sede Centrale' e altri 'compagni' a formare la cosiddetta 'Squadra Operativa'. Indiscrezioni di stampa, in particolare, indicano una donna, Carla Vendetti, 43 anni, quale capo del braccio armato delle nuove Brigate Rosse.
La donna, gia' conosciuta dalle forze dell'ordine, vive da tempo in clandestinita' in Francia.
“Esprimo un sincero e convinto apprezzamento alla magistratura e alle forze dell’ordine operanti in Toscana per il ruolo che hanno svolto nell’infliggere un primo significativo colpo al terrorismo brigatista responsabile delle morti dei professori D’Antona e Biagi e dell’agente Petri”. E’ questa la valutazione del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, sull’operazione di polizia che nei giorni scorsi ha portato a due arresti in Toscana nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio D’Antona.
“La lunga tradizione di successi ottenuti qui in Toscana da magistratura e forze dell’ordine – prosegue il presidente - è legata alla professionalità e all’esperienza da essi acquisita e al legame profondo che essi hanno con il tessuto democratico di questa regione che non ha mai fatto mancare la propria collaborazione nell’isolare i violenti e gli eversori.
Istituzioni e cittadini sono sempre stati in prima fila nel denunciare i pericoli del terrorismo e della criminalità. Per quel che ci riguarda proseguiremo nella strada fin qui seguita: erigere una barriera istituzionale invalicabile contro ogni forma di violenza, favorire il pieno svolgimento della dialettica democratica, rafforzare il dialogo tra le varie istituzioni e tra queste e i cittadini. Desidero quindi esprimere, ancora, un sincero ringraziamento per il lavoro svolto dagli investigatori e dalla magistratura - conclude Martini - e trasmettere loro la volontà di collaborazione insieme alla certezza che possono contare sulla piena fiducia delle istituzioni toscane e della Regione che rappresento”.